In Italia tra marzo e aprile -34 mila segnalazioni rispetto al 2019, complice lo smart working. Nel comparto Ateco-sanità, invece, + 388%: 3 su 4 per contagio da Covid-19
ROMA – Al Sud e nelle Isole, nel solo bimestre marzo-aprile 2020, sono diminuite del 50% le denunce di infortunio sul lavoro così come fotografato dall’Inail. Si tratta del dato più consistente a livello nazionale, sebbene poco distante dal Centro Italia, che registra una riduzione del 40%, mentre a Nord-Ovest troviamo un timido -10%. Un complessivo calo che si quantifica in 34 mila segnalazioni in meno rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente e le cui cause, per la maggiore, vanno ricondotte anche allo stato di totale lockdown delle attività che ha interessato tutte le attività produttive considerate “non essenziali”. Non stupisce, infatti, che numero dei casi avvenuti in occasione di lavoro nei mesi di marzo e aprile sia sceso del 27,55 % e, addirittura, del 69,7% per quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro.
Non solo, la diminuzione riguarda anche le denunce con esito mortale che, nei primi quattro mesi del 2020, sono state 280 (-7,6%). In particolare, guardando all’analisi territoriale emerge una diminuzione di 10 casi mortali nel Nord-Est (da 61 a 51), di 25 al Centro (da 69 a 44), di due al Sud (da 64 a 62) e di 11 nelle Isole (da 30 a 19). Caso ben diverso è rappresentato dal Nord-Ovest che, invece si contraddistingue per un incremento di 25 casi mortali (da 79 a 104), complici gli aumenti della Lombardia (+18) e del Piemonte (+7).
Ciò che emerge dal resoconto dell’Istituto nazionale necessita, però, di una rilettura dei dati in virtù di quella che è stata l’incidenza dei casi dei nei vari settori lavoratori. Lo smart working, infatti, ha comportato un esorbitante crollo delle denunce tra marzo e aprile nel comparto Conto Stato, passate alle circa 22mila del 2019 alle quasi 1.400 del 2020 (-93,7%) e dimezzate (-50,1%) nel primo quadrimestre 2020, complice l’utilizzo del lavoro agile per i dipendenti statali nonché la chiusura di scuole e università a carattere statale. Segnali di flessione più timidi, invece, per il comparto agricoltura (-25%) e per la gestione industria e servizi (8,6%).
Dall’indagine Inail, però, emerge un aspetto molto interessante: in totale controtendenza rispetto agli altri, il settore Ateco-Sanità e assistenza sociale registra un aumento del 184% su base quadrimestrale e, addirittura del 388% nell’ultimo bimestre, passando dai circa 4 mila casi di marzo-aprile 2019 ai quasi 19 mila di marzo-aprile 2020. Ciò vuol dire che tre denunce su quattro riguardano il contagio da Covid-19, scaturito dal contatto quotidiano con casi di coronavirus presenti nelle strutture sanitarie e/ospedaliere. Non stupisce, infatti, che le malattie del sistema respiratorio siano al quarto posto tra malattie professionali denunciate, precedute soltanto dalle patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo.