Infrastrutture, ecco la prima causa dei ritardi - QdS

Infrastrutture, il danno dei tempi mai rispettati. Finocchiaro: “Il problema sta nel progetto”

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Infrastrutture, il danno dei tempi mai rispettati. Finocchiaro: “Il problema sta nel progetto”

Redazione  |
domenica 01 Gennaio 2023

Le infrastrutture, tra tempi dilatati e costi al rialzo, sono uno dei principali problemi italiani: il commento di Fabio Finocchiaro, direttore delle Politiche comunitarie al Comune di Catania.

Si sa, il nodo delle infrastrutture è uno dei problemi principali che la Sicilia – come il resto d’Italia – si trova ad affrontare: ritardi, cantieri abbandonati, progetti ideati ma mai realizzati… I casi sono vari e diversi.

I dati parlano chiaro: per costruire serve più tempo di 75 anni fa e spesso per la conclusione di un’opera si necessita (almeno) del doppio del tempo preventivato. E questo è un tema di dibattito piuttosto acceso in Italia, specialmente in quello che dovrebbe essere – a detta del ministro Salvini – “l’anno dei cantieri“, con la previsione di diverse nuove opere infrastrutturali nella Legge di Bilancio.

In una recente inchiesta intitolata “Infrastrutture, la Repubblica dei ‘gamberi’” (a cura di Antonio Leo ed Elettra Vitale), Quotidiano di Sicilia ha intervistato Fabio Finocchiaro, direttore delle Politiche comunitarie e fondi strutturali al Comune di Catania. Al centro dell’intervista due temi: il processo di genesi di un’opera pubblica e le cause principali dei ritardi nella realizzazione delle infrastrutture.

Gli step della realizzazione di un’opera pubblica

Finocchiaro sottolinea come l’iter previsto dal codice degli appalti sia “molto complesso e molto lungo“. Nello specifico, un’opera pubblica:

  • Va inserita in un documento specifico (nei Comuni si chiama “Piano triennale delle opere pubbliche”, a livello nazione “Programmazione triennale delle opere pubbliche”);
  • Serve un documento delle alternative progettuali;
  • Poi, bisogna reperire il finanziamento necessario alla realizzazione dell’infrastruttura;
  • Fase progettuale, che prevede 3 step: studio di fattibilità tecnico-economico, progetto definitivo e progetto esecutivo.
  • Solo ultimata la fase progettuale, l’opera può andare in gara.

Raggiunta questa fase, spiega Fabio Finocchiaro, si può procedere alla verifica del progetto esecutivo tramite enti terzi e solo dopo alla parte esecutiva e al collaudo tecnico amministrativo.

Infrastrutture, il perché dei ritardi

Le infrastrutture in fase progettuale subiscono spesso dei ritardi? Chi si occupa di controllare che sia tutto ok e che si possa procedere? Finocchiaro spiega: “I tempi e le modalità sono già specificamente indicati nel contratto siglato e tutti i relativi dati vengono resi pubblici. Nel caso in cui l’azienda non riesca a rispettare quanto previsto dal suddetto accordo, il direttore dei lavori deve anzitutto giustificare le reali motivazioni che lo spingono e chiedere un’eventuale proroga. A monitorare tutto questo processo è la piattaforma Simog gestita dall’Anac”.

Le cause dei ritardi nella realizzazione di infrastrutture? La prima è la scarsa qualità del progetto. Finocchiaro dichiara a QdS: “Sicuramente una prima causa dei ritardi delle tempistiche di realizzazione e consegna di un’opera pubblica è connessa alla qualità del progetto di riferimento. Se quest’ultimo è completo in goni sua parte e rispondente alle esigenze, i lavori potranno scorrere in maniera più fluida e i tempi si accorciano notevolmente. Alle spalle di un iter veloce c’è un progetto preciso”.

Un progetto che prevede tempi precisi e costi che, se aumentati rispetto al progetto iniziale, costituiscono un danno erariale. “Quella dei tempi dilatati e dei costi al rialzo è una pratica tutta italiana che, per così dire, è malvista dall’Europa”, aggiunge Finocchiaro.

Immagine di repertorio

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