Palermo, il candidato al boss: "Se sono potente io lo siete anche voi"

Mafia, Polizzi al boss: “Se sono potente io lo siete anche voi”

Mafia, Polizzi al boss: “Se sono potente io lo siete anche voi”

mercoledì 08 Giugno 2022

Le intercettazioni grazie a un trojan sul telefono dell'imprenditore Sansone

Intercettazioni di “rara capacità” dimostrativa per la chiarezza del linguaggio degli indagati e perchè contiene in sè tutti gli elementi del reato di scambio elettorale politico-mafioso. Così la Procura di Palermo definisce la conversazione intercettata, grazie a un trojan piazzato nel cellulare, tra il boss mafioso Agostino Sansone e il candidato al consiglio comunale di Forza Italia Pietro Polizzi.

La Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto in un tempo record l’arresto perché serviva un “intervento urgente”, si legge nella richiesta di custodia cautelare, “atto a scongiurare il pericolo che il diritto-dovere del voto, per le imminenti elezioni amministrative del 12 giugno, sia definitivamente trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso”.

Arresto Pietro Polizzi: le intercettazioni

Sansone il 10 maggio va nel comitato elettorale di Polizzi, ex consigliere provinciale nel 2012 nella lista dell’Udc e nel 2017 candidato al consiglio comunale nella lista Uniti per Palermo che sosteneva il sindaco Orlando.

“Se sono potente io, siete potenti anche voi”, dice sussurrando, due volte, Polizzi a Sansone, un mafioso noto, condannato in passato, ritenuto tra i fedelissimi di Totò Riina del quale, insieme ai fratelli, curò l’ultima fase della latitanza. “Si tratta di una asserzione che non merita commento – scrive il gip nella misura- in quanto Polizzi intendeva formulare espressamente una proposta la cui gravità è indubbia”.

“Ce la facciamo”, prosegue Polizzi fiducioso nel risultato elettorale “anche in ragione – prosegue il giudice – dell’aiuto ottenuto con l’aiuto del vicedirettore dell’Azienda sicilia trasporti D’Alì la cui moglie è candidata in tandem con Polizzi. La donna è definita dall’indagato come la candidata del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.

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