Home » Interporto Termini Imerese, la polemica sulla gara. Pd: “Schifani non pensa più a liquidare la Sis?”

Interporto Termini Imerese, la polemica sulla gara. Pd: “Schifani non pensa più a liquidare la Sis?”

Interporto Termini Imerese, la polemica sulla gara. Pd: “Schifani non pensa più a liquidare la Sis?”
Interporto di Termini Imerese, progetto

Mentre si attende la gara per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica dell’infrastruttura, l’opposizione riaccende l’attenzione su un’interrogazione parlamentare dello scorso anno.

Nel giro di tre anni l’interporto di Termini Imerese entrerà in funzione. Per quanto si presti a ironie, considerato che si tratta di un’opera che ancora non esiste nonostante a inizio anni Duemila sia stata inserita nella legge Obiettivo dall’allora Governo Berlusconi, giugno 2028 è l’orizzonte temporale che il governo Schifani si è prefissato per arrivare alla realizzazione dell’infrastruttura.

La tabella di marcia è contenuta tra i documenti allegati a una gara pubblicata dalla Società Interporti Siciliani (Sis), partecipata per oltre l’89% dalla Regione e per il resto da Ast.

Interporto di Termini Imerese, la gara

Il bando riguarda la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica. Si tratta del primo livello di progettazione a cui, stando al cronoprogramma, dovrebbe seguire entro la fine dell’anno la pubblicazione della gara per l’appalto integrato, che comprenderà sia la progettazione esecutiva che l’esecuzione dei lavori.

L’area industriale

Come noto da tempo, il progetto sarà sviluppato all’interno dell’area industriale di Termini Imerese, la stessa che di recente è tornata al centro dell’attenzione – come raccontato da La Sicilia – per i nuovi ingressi all’interno della Pelligra Holding, la società che lega il proprio nome al presidente del Calcio Catania Ross Pelligra e che ha rilevato l’ex stabilimento Blutec.

“L’infrastruttura sarà in grado di soddisfare una domanda in continua evoluzione, sempre più differenziata ed esigente anche in termini di qualità. Insieme con l’Interporto di Catania, si realizzerebbe una rete interportuale siciliana, in cui potere localizzare e integrare operazioni e processi generando per l’intera regione un vantaggioso effetto di scala”, si legge nel documento di indirizzo alla progettazione. Un mantra che negli anni è stato ripetuto infinite volte, ma che fino a oggi è rimasto sulla carta.

I terreni in cui l’interporto di Termini Imerese dovrebbe sorgere sono di proprietà dell’ex Consorzio Asi di Palermo. “Il polo logistico, oltre ad essere collocato in una posizione strategica, sarà strutturato con tipologie edilizio-costruttive altamente flessibili e dotato di tecnologie avanzate”, continua la relazione.

Partendo dai dati del 2018 sull’import-export che hanno interessato la Sicilia via mare e via terra – e dopo averli aggiornati stabilendo un parametro di crescita da allora dello 0,5%, che tiene conto degli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina -, il documento individua in poco più di 24 milioni le tonnellate movimentate nell’isola. Guardando a ciò che in futuro dovrebbe passare da Termini Imerese, il dato – stimato al sesto anno di funzionamento dell’interporto – è compreso tra un minimo di 463.702 e un massimo di 504.587 tonnellate.

Gli investimenti per l’interporto di Termini Imerese

Più dettagliati sono i numeri relativi all’ammontare degli investimenti a disposizione per l’interporto di Termini Imerese. La gara d’appalto, che prevede come termine per presentare le offerte il 27 giugno, vale due milioni e mezzo di euro.

Le risorse rientrano nel finanziamento da 30 milioni di euro previsto nella programmazione dei fondi Fsc 2021-2027. Per quanto riguarda i lavori, al momento la previsione parla di un importo di circa 21 milioni.
“Il tempo massimo a disposizione per i servizi di progettazione di fattibilità tecnico economica e di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione è stimato in complessivi 65 giorni”, viene specificato. Termine che partirà dal momento in cui verrà stipulato il contratto con i professionisti che si aggiudicheranno il servizio.

“Dietrofront di Schifani”

La pubblicazione della gara offre all’opposizione all’Ars la possibilità di lanciare una stoccata al Governo regionale. “Prendiamo atto di come la maggioranza abbia evidentemente fatto compiere un passo indietro al presidente, considerato che l’anno scorso proprio Schifani aveva dato indicazione di mettere in liquidazione la Sis, nonostante la stessa avesse in pancia progetti e finanziamenti”, dichiara al Quotidiano di Sicilia il deputato del Pd Fabio Venezia.

Proprio Venezia, la scorsa primavera, aveva presentato una interrogazione parlamentare per chiedere delucidazioni, dopo che a sollevare perplessità sul futuro della società di scopo era stata anche la Cgil.
Negli uffici dell’Assemblea regionale siciliana, in quelle settimane, era approdato anche un dossier in cui veniva messa in discussione dal punto di vista giuridico l’esistenza dei presupposti per la messa in liquidazione della Società Interporti Siciliani. Nel report, si sottolineava il rischio di andare incontro a possibili danni economici. “È passato un anno, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta a quell’interrogazione”, conclude Venezia.