Investimenti bloccati dalla burocrazia, cala la produzione di energia pulita - QdS

Investimenti bloccati dalla burocrazia, cala la produzione di energia pulita

Rosario Battiato

Investimenti bloccati dalla burocrazia, cala la produzione di energia pulita

mercoledì 15 Maggio 2019

Presentato il rapporto Comuni rinnovabili di Legambiente: “Aprire subito all’autoproduzione”. Sicilia al quinto posto per diffusione di fonti alternative, ma scarseggiano le eccellenze

PALERMO – La notizia è di quelle che fanno riflettere: per la prima volta in 12 anni, l’Italia, alfiere delle rinnovabili in tutta Europa, ha visto contrarsi la produzione di energia pulita – in particolare solare, eolico e bioenergie –, accompagnata da preoccupante lentezza degli investimenti nel settore a causa dell’assenza di incentivi e delle complicazioni legate alle barriere autorizzative. L’accusa arriva direttamente da Legambiente che ne ha discusso in occasione della presentazione, nei giorni scorsi, del rapporto “Comuni Rinnovabili 2019”.

CRISI E RICETTE. Per gli esperti dell’associazione del Cigno lo sviluppo delle rinnovabili nazionali è “praticamente fermo” quindi occorre “recepire subito la direttiva europea sulle comunità energetiche e l’autoproduzione da fonti pulite per rilanciare gli investimenti che aiutano famiglie e imprese” e fermano “la febbre del pianeta”. Un concetto esplicitato da Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, che ha voluto ricordare come sia ormai necessario seguire l’Europa che “ha definito principi e regole per le comunità energetiche e i prosumer (produttori-consumatori) di energia da fonti rinnovabili grazie alle quali saranno smontate le assurde barriere che oggi impediscono di scambiare energia pulita nei condomini o in un distretto produttivo e in un territorio agricolo”. La richiesta a Governo e Parlamento, così come prevede anche la petizione lanciata su change.org indirizzata al premier Conte e al ministro Di Maio, è quella di “aprire subito alle comunità energetiche e all’autoproduzione da rinnovabili e semplificare le procedure per tutti coloro che scelgono di puntare sulle energie pulite”.

IL FUTURO. In vista dell’Accordo di Parigi sul clima, che fissa obiettivi ambiziosi come la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra al 2030. I benefici, secondo una ricerca realizzata da Elemens per Legambiente, sarebbero pari a 5,5 miliardi di euro all’anno e alla creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro.

COMUNI RINNOVABILI. La buona notizia, confermata dai numeri del rapporto, è che in tutti i comuni italiani esiste almeno un impianto da energie rinnovabili e che in ogni città, grande o piccola, è installato almeno un impianto fotovoltaico. Andando in dettaglio, sono 7.121 i comuni del solare termico; 1.489 quelli del mini idroelettrico (in particolare al centro nord) e 1.028 quelli dell’eolico (soprattutto al centro sud); 4.064 quelli delle bioenergie e 598 quelli della geotermia. La crescita maggiore si è registrata nel settore del fotovoltaico che ha raggiunto i 20,1 Gw, mentre la tecnologia con la maggior potenza installata resta l’idroelettrico dove si sono aggiunti 1,5 Gw di mini agli impianti ‘storici’.

IL QUADRO REGIONALE. A dominare la graduatoria, come da tradizione ormai consolidata, si trova la Lombardia che detiene ha il maggior numero di impianti da fonte rinnovabile in Italia (8.850 Mw installati), ma si distingue anche la Puglia che risulta essere la regione con le maggiori installazioni delle nuove rinnovabili ossia solare e eolico (5.213 Mw su 5.532 Mw totali). Il bilancio complessivo è comunque ottimo: in dieci anni, “la produzione da rinnovabili è cresciuta di oltre 50 TWh (Terawattora) mettendo in crisi il modello fondato sulle fonti fossili, con un contributo delle fonti pulite che è passato dal 15 al 35,1% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 18% in quelli complessivi”.

LA SITUAZIONE SICILIANA. L’Isola si colloca al quinto posto tra le regioni per diffusione delle rinnovabili (in termini di potenza installata, MW), ma non vanta tantissime eccellenze. Nel quadro delle 100 storie dal territorio, realizzato dall’associazione del Cigno, cioè quelle aziende, famiglie amministrazioni che hanno saputo guardare al futuro ed essere modello di innovazione e sostenibilità, soltanto quattro esempi sono nell’Isola. Tre aziende e appena un ente pubblico, il comune di Ferla.

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