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La rinuncia al potere altrui

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La rinuncia al potere altrui

Giovanni Pizzo  |
giovedì 29 Dicembre 2022

La Schlein sembra non ricattabile. E i capicorrente, che si celano dietro la sua candidatura, sono dei vecchi politici impazziti? Il commento di Giovanni Pizzo.

Dario Franceschini ha chiesto a Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del più grande, seppur smagrito, partito della Sinistra europea di rinunciare e di lasciare il passo alla più giovane Elly Schlein. Tra Franceschini e Bonaccini corrono 10 anni ma lui vuole saltare la generazione dei cinquantenni per andare direttamente a quella dei trentenni. Tutto sembra molto innovativo e generoso, ma è così?

La stessa generosità ed innovazione Franceschini l’ha tirata fuori rinunciando al suo solito ruolo di ministro nel Governo Draghi per favorire una donna al suo posto, nonostante la base lo chiedesse a gran voce? La sua generosità e spirito di sacrificio è lo stesso che lo ha spinto a chiedere, in tempi magri per il PD, l’eccezione statutaria per la sua ennesima candidatura e, per non farci mancare niente, anche quella di sua moglie?

Sembra che le motivazioni siano proprio altre. Per cominciare c’è una competizione, che per loro forma antropologica non finisce in faida, tutta emiliana intanto. Tre candidati alla segreteria vengono da questa placida, una volta, terra, e il quarto, Cuperlo ha studiato all’Alma Mater di Bologna.

Ma soprattutto c’è un problema generazionale. Mentre nelle gerarchie militari ad un generale che va in pensione, ma non è il caso di Franceschini, subentra, promosso al massimo grado, un colonnello, qui si passa direttamente ai tenenti. Un generale non ha potuto avere contrasti o competizioni con un tenente, così è soprattutto in politica, che potere può aver gestito un trentenne in un’Italia geriatrica, ma soprattutto la giovane donna non conosce gli scheletri negli armadi che contraddistinguono la politica italiana, pertanto da un lato può essere indulgente dall’altro non ha armi di ricatto nei confronti dei “benevoli” predecessori.

E la politica di questo Paese si fonda prioritariamente su un assunto che Rumor, storico doroteo, sintetizzava che un buon politico, soprattutto se doveva assumere ruoli, doveva essere ricattabile, se no era inaffidabile. La Schlein sembra non ricattabile e quindi coloro, i capicorrente, che si celano dietro la sua candidatura, sono dei vecchi politici impazziti? Non crediamo ovviamente che sia così, stanno muovendosi solo delle posizioni per garantire in futuro delle quote, si è sempre fatto così, per le prossime candidature alle nazionali.

Se la Schlein, magari perdendo, raggiunge una buona percentuale assicura ai suoi garanti una sufficiente quota di seggi futuri. Il problema quindi non è né l’innovazione né il cambiamento, né la creazione di una nuova visione della società e della politica, ma la sopravvivenza di ceti politici, imperituri e e in alcuni casi eterni. Certo nessuno di loro ha l’immortalità di un altro emiliano, l’Highlander Pierferdinando Casini, ma con paludamenti e nascondimenti cercano di passare la nottata di questo inverno della sinistra.

Certo, questo calcolo può andare a buon fine se il Governo Meloni non duri tanto, e quindi le poste in gioco dei garanti delle candidature possano essere incassate. Perché il tempo di garanzia, non diciamo gratitudine, scade velocemente, e 5 anni sono un’enormità. E soprattutto non si deve cambiare questa indecente legge elettorale, criticata da tutti, che però garantisce i cooptati nelle loro quote interne. Perché se si tornasse alle preferenze che Franceschini proponga la Schlein è ipotesi molto dubitativa.

La generosità in politica è cosa rara, mi ricordo Dossetti e pochi altri che hanno fatto passi indietro. La politica è, come diceva Formica, sangue e m….a ed entrambe rimangono dentro ai politici come una patologia incurabile, lo si può vedere con Conte ed i 5stelle.

Non ho nulla, non potrei, contro la proposta innovativa della Schlein, ma dubito molto delle motivazioni di maggiorenti che si propongono come Lancillotti o addirittura Parsifal. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. E questo non lo dico io ma il più longevo politico italiano, uno spregiudicato forse ma non ipocrita. Pace all’anima sua.

Così è se vi pare.

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