Cinema, in una cittadella militare la rivincita delle consorti - QdS

Cinema, in una cittadella militare la rivincita delle consorti

Francesco Torre

Cinema, in una cittadella militare la rivincita delle consorti

venerdì 17 Luglio 2020

"La sfida delle mogli" – tratto da una storia vera – è ambientato in Gran Bretagna. Il film mette al centro due donne di grande temperamento che condividono la stessa paura per l’ennesima partenza dei mariti in Afghanistan

LA SFIDA DELLE MOGLI
Regia di Peter Cattaneo. Con Kristin Scott Thomas (Kate), Sharon Horgan (Lisa)
Gb 2019, 110’.
Distribuzione: Eagle Pictures (in sala e in streaming)

Ambientato all’interno di una cittadella militare inglese, il film – tratto da una storia vera – mette al centro due donne di grande temperamento che condividono la stessa paura per l’ennesima partenza dei mariti in Afghanistan. La regia del redivivo Peter Cattaneo (“Full Monty”) cerca sin dalle prime battute di creare tensione emotiva e senso di appartenenza, indagando tra le pieghe della psicologia femminile ma senza mai abbandonare un approccio corale.

L’iniziale montaggio parallelo tra le vite delle due eccellenti interpreti pone il tono della commedia sul classico binario degli opposti, spina dorsale di una sceneggiatura che non brilla per originalità ma che ha comunque il pregio di far passare contenuti sociali di grande attualità (privi ormai di risalto mediatico) con la leggiadria tipica della nuova commedia inglese.
Tra interni ed esterni, la macchina da presa sembra sempre orientata a porre l’elemento umano all’interno del suo contesto ora familiare ora sociale, al fine di indagare gli stati d’animo di contemporanee penelopi, donne frantumate nei difficili ruoli di mogli e madri e intenzionate – grazie alla partecipazione ad un gruppo di canto – ad ottenere anche quella gratificazione individuale che invece l’aver abbracciato la vita militare in genere negherebbe.

L’ampio repertorio musicale passa senza inibizioni dal classico al pop ed emerge dallo sfondo con forza e dosi massicce di retorica, accompagnando il percorso di emancipazione delle protagoniste.

Inevitabile la catarsi finale, peraltro preparata in maniera efficace, eppure si sente la mancanza di un guizzo istrionico, di un gesto di disobbedienza, di una “voce fuori dal coro” in grado di sporcare e dare maggiore forza realistica ad un soggetto politicamente troppo corretto.

Voto: ☺☺☺☻☻

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