La sacralità del sabato - QdS

La sacralità del sabato

Giuseppe Sciacca

La sacralità del sabato

giovedì 28 Novembre 2019

La religione ebraica impone che nel giorno di sabato (Shabbat) venga sospesa ogni attività lavorativa

La religione ebraica impone che nel giorno di sabato (Shabbat) venga sospesa ogni attività lavorativa. Le origini della Shabbat sono più volte riscontrabili nella narrazione biblica della Creazione (Esodo 20:12-17; Deuteronomio 5:12-15; Esodo 31:12-17 e 35:2-3; Levitico 19: 3 e 30; 23:3). Ciò è motivo di solennità, in quanto è la prima festività di cui parla la Bibbia ed è stata osservata da Dio stesso. Quindi, all’uomo che è chiamato a lavorare per sei giorni la settimana, al settimo è imposta la cessazione di ogni attività lavorativa. Infatti, Shabbat vuol dire cessazione, l’uomo in questo giorno rivolge la propria attenzione verso la Trascendenza, verso la famiglia e le persone più prossime, che gli affanni della vita e gli impegni del lavoro inducono a trascurare durante la settimana.

Quanto detto sarebbe, comunque, una primaria necessità umana al cospetto di ritmi, sempre più incalzanti della vita moderna, magistralmente descritti da Vittorino Andreoli, nel suo best seller “La gioia di vivere”, come una corsa, in cui l’uomo del tempo presente è entrato imboccando una grande autostrada, su cui corre in maniera forsennata, senza rispettare le regole della circolazione e considerando gli altri solo e soltanto semplici ostacoli da schivare e sorpassare, per giungere ad una meta di cui ignora la destinazione. Peraltro, con il rischio di trovarsi alla fine della strada al centro di un deserto oppure sull’orlo del precipizio. Tutto ciò ci conferma, ancor più, come la mancanza del gesto di attesa del fermarsi, per levare gli occhi al cielo, possa costituire, così come è stato per l’uomo di ogni tempo, il più grave dei rischi che si possono correre, cioè quello di smarrire, per sempre, sé stesso.

Ma le ragioni religiose dello Shabbat affondano le proprie radici nella stessa essenza del tempo e della creazione. Il filosofo Abraham Josua Heshel, scrive, quanto in estrema sintesi si cerca ora di parafrasare con molta approssimazione, e cioè, la Creazione non si è esaurita in un solo atto, ma è anche l’atto di tenere in essere, giorno dopo giorno, il creato è quindi un processo continuo, che ha avuto il suo inizio, ma non ha raggiunto ancora la fine. Ogni istante è un atto della creazione, ogni momento non si esaurisce, perché una scintilla, un segnale di Principio. Da quanto detto risulta, ancora, che il tempo è una innovazione perpetua, una sorta di creazione continua ed inesaurita. Il tempo è il dono di Dio al mondo dello spazio. Un modo senza tempo sarebbe un mondo senza Dio. Conclude Abraham: la creazione è, quindi, il linguaggio di Dio e il tempo la sua canzone. Nello Shabbat viene offerta all’uomo, la possibilità di condividere la santità che risiede nel cuore del tempo.

In questo giorno di riposo, l’ebreo si riunisce con la propria famiglia ed alla comunità. Questo incontro avviene il venerdì sera, giacché con il tramonto ha inizio il giorno di sabato, momento in cui ci si reca alla sinagoga, dopo aver dismesso gli affanni dei giorni infrasettimanali e lo si fa con grande gioia. Si dice che lo Shabbat è come la sposa del popolo ebraico e quando si va al tempio si è gioiosi, come se si andasse incontro alla sposa. Al ritorno a casa tutta la famiglia si riunisce attorno al desco, dove la padrona di casa ha provveduto alla accensione dei lumi del sabato ed il capofamiglia santifica la giornata, recitando l’apposita preghiera (Kiddush) con la benedizione sia del vino contenuto in un calice, che del pane, che in quel giorno, assume la tipica forma a treccia, con i semi di sesamo. Il pane spezzato in pezzetti ed intinto nel sale viene dal capofamiglia offerto e quindi mangiato da tutti i familiari. Il cibo, in osservanza del precetto di astensione da ogni attività lavorativa, è stato preparato il giorno prima e vien tenuto in caldo attraverso fornetti, oggi azionati automaticamente da timer, giacché tra le attività proibite nel giorno del sabato vi è pure quella accendere e spegnere la luce, azionare motori elettrici, così come cuocere e impastare. Per cui in epoca moderna ci si affida a meccanismi del tutto automatizzati che non richiedono l’intervento diretto dell’uomo per azionarli, giacché in questa giornata ci si astiene da ogni attività che comporti un mutamento della realtà circostante.

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