La sanità malata - QdS

La sanità malata

La sanità malata

Giovanni Pizzo  |
lunedì 10 Marzo 2025

Il miglior medico in Sicilia è l’aereo. Questo è un vecchio detto siciliano che purtroppo non passa mai di moda

Il miglior medico in Sicilia è l’aereo. Questo è un vecchio detto siciliano che purtroppo non passa mai di moda. Nel 1998, quando si discuteva già del piano di rientro del deficit della sanità siciliana, la spesa per la migrazione sanitaria verso le altre regioni era di 250 mld di lire, prevalentemente su alta specialità come oncologia e cardiochirurgia, oggi supera i 200 mln di euro, per cui è praticamente raddoppiata, e si parte pure per l’oculistica e l’ortopedia, o per semplici diagnosi, a causa delle enormi liste di attesa.

La Sanità siciliana era messa male prima del Covid ma la pandemia gli ha dato il colpo di grazia. Ormai a causa dell’invecchiamento dei medici pubblici la carenza di operatori sanitari è drammatica, in più c’è la fuga verso il privato per insoddisfazione non solo economica ma di qualità di vita. Nei pronto soccorso la situazione ormai è tragica, non si trova nessuno che ci vuole lavorare, per turni massacranti, stress e addirittura violenze sugli operatori. Questo negli ospedali, nella sanità territoriale è anche peggio. Non sono ancora nati gli ospedali di comunità o i pta territoriali, ci sono solo guardie mediche che non possono dare la maggior parte delle risposte.

La Corte dei Conti sta già bacchettando sugli investimenti la Regione, i casi di malasanità sono all’ordine del giorno, i giornali tra poco apriranno delle rubriche specializzate, ed il Codacons ha già invocato il commissariamento della Sanità siciliana. Il presidente di Regione Schifani si è reso conto dei tremendi buchi della rete sanitaria, e da tempo convoca i vertici delle aziende bacchettando parecchie persone, alcuni manager si sono già dimessi e altri sono sotto tiro. Ovviamente i manager sono tutti scelti dai partiti di maggioranza e queste azioni del vertice della regione inevitabili, a causa della gravità delle situazioni, stanno terremotando i rapporti politici, ma la salute incide enormemente sull’opinione pubblica e quindi sul consenso. Per la Sicilia essere commissariati come la Calabria, che lo è da tre lustri, sarebbe uno smacco mortale, ma oggi né la politica né i manager sanno cosa fare. Continuare a fare clientele o fornire servizi almeno da LEA ai cittadini? E tutto questo con lo spettro dell’Autonomia differenziata, che aumenterà enormemente il gap con le regioni del nord, e conseguentemente aumentando la migrazione sanitaria, che finora è calmierata solo dall’enorme costo dei biglietti aerei, anche se Schifani si è impegnato ad abbassare.

Sembra un cane che si morde la coda, ma è anche un cane che morde le carni dei siciliani.

Così è se vi pare.

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