La Sicilia del vino resiste al virus e al lockdown - QdS

La Sicilia del vino resiste al virus e al lockdown

Chiara Borzi

La Sicilia del vino resiste al virus e al lockdown

giovedì 16 Luglio 2020

Anche la nostra Isola è stata investita dalla crisi derivante dalla pandemia ma con trend negativi più bassi rispetto al resto d’Italia. Si è registrata una riduzione dei consumi e delle esportazioni ma la promozione aiuterà la ripresa dei mercati

MARSALA – L’associazionismo all’interno del settore vitivinicolo ha permesso la condivisione di strategie e analisi di mercato che possono rivelarsi, in un certo senso, storicamente indicative. Cosa è successo ai principali brand siciliani durante la pandemia e come il mercato siciliano è cambiato a causa del lockdown? Si può convivere con la pandemia?

In Sicilia la crisi si è avvertita, ma i trend negativi sono bassi, Donnafugata ha addirittura lanciato una nuova linea in collaborazione con Dolce & Gabbana che è stata premiata alla Vinitaly Design International Packaging Competition insieme alla linea dell’Azienda Agricola Santa Teresa di Vittoria (RG).

I vice presidente del Consorzio di Tutela Doc Sicilia, Filippo Paladino e Giuseppe Bursi, hanno restituito un quadro di quel che è accaduto fino al termine della cosiddetta “Fase 1” all’interno della propria associazione.

Il calo dell’export è stato inevitabile. Che caratteristiche ha avuto questa tendenza negativa e che esperienza ha consegnato alle aziende che hanno dovuto fronteggiarlo?
“Durante il periodo della chiusura dei ristoranti, delle enoteche e dei wine bar nel mondo, si è ovviamente registrata una riduzione dei consumi di vino – spiega Filippo Paladino vicepresidente del consorzio Doc Sicilia – Quando la situazione della crisi sarà ancora più definita, e la fase di emergenza sanitaria lo consentirà, siamo certi che i vini siciliani torneranno ad essere scelti come e più di prima dai consumatori stranieri. Le iniziative di promozione che la Doc Sicilia ha elaborato per i mercati Usa, Canada e Cina aiuteranno la ripresa di questi importantissimi mercati. Il lockdown ci consegna però un dato a suo modo positivo: nei primi quattro mesi del 2020 il calo dell’imbottigliato dei vini Doc Sicilia è stato dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2019, in un contesto che vede il vino italiano perdere dal 35% al 40% del volume al mese. Il Nero d’Avola è stato il vitigno che ha avuto un decremento di bottiglie prodotte pari al 5%, mentre il Grillo ha avuto un calo del 13% rispetto al calo di imbottigliato del 17% dei vini bianchi in totale”.

Il vino siciliano riesce a trovare, evidentemente, delle opportunità da un contesto che per il resto d’Italia è in forte difficoltà…
“Indubbiamente ogni crisi offre anche nuove opportunità, che nascono dalla necessità ma che si possono rivelare poi approcci continuativi – ha dichiarato il vice presidente Doc Sicilia Giuseppe Bursi – l’emergenza ha accelerato alcuni mercati ed alcuni atteggiamenti dei consumatori in modo decisivo. Le misure di contenimento del Covid hanno cambiato per esempio il rapporto dei consumatori, soprattutto italiani, nei confronti della tecnologia e quindi dell’e-commerce, con incrementi stimati del 55% del volume d’affari a fine anno, piuttosto che del canale Delivery che ha accelerato con incrementi di periodo vicini al +160%. Gli esercizi alimentari di prossimità hanno vissuto una seconda primavera e colto l’opportunità di rinnovare la fidelizzazione dei clienti ed infine si è riscoperto il valore della convivialità tra le mura di casa, altra rediviva occasione di consumo. La vera opportunità per l’industria vitivinicola quindi, è uno strutturato e attento approccio multicanale, valutando collaborazioni con la GDO, l’e-commerce, il canale Delivery, modificando di fatto il proprio modello di business. Chi è stato rapido a cambiare il proprio approccio – ha evidenziato Bursi – sicuramente è riuscito almeno in parte a limitare i danni e ha costruito per la propria azienda un’esperienza che potrà essere utilizzata anche nel futuro”.

Donnafugata, nonostante la pandemia, è considerato il terzo brand più forte in Italia e proprio durante il lockdown ha realizzato una strategy di comunicazione che ha comunque permesso alla cantina di farsi conoscere sul palcoscenico mondiale, arrivando fino in India.
“Il lockdown ci ha spinti a trovare nuove soluzioni per essere più vicini a tutti i nostri clienti, anche quelli più lontani – ha spiegato Antonio Rallo amministratore Delegato e wine-maker di Donnafugata -. Ad esempio attraverso la comunicazione digital abbiamo dato maggiore visibilità agli importatori che erano già organizzati per le vendite online, e questo ha in parte compensato l’assenza dei consumi in ristoranti, wine bar e di tutte le attività chiuse a causa del lockdown. Inoltre, abbiamo organizzato degustazioni live sul nostro canale Instagram @donnafugatawine anche in collaborazione con i nostri importatori: abbiamo partecipato a degustazioni in Svizzera, Germania, Usa, Brasile e persino in India”.

Che tipo di “ripartenza” caratterizzerà i prodotti del brand Donnafugata?
“La ripartenza intanto c’è già stata: pur essendo cauti, abbiamo ragionevoli motivi per essere ottimisti. In questo periodo così delicato, abbiamo presentato Rosa, un vino rosato inedito, frutto della rinnovata collaborazione con Dolce&Gabbana. Anche questo è un modo per innovare – ha evidenziato Rallo – e lo stiamo perseguendo grazie alla partnership con la casa di moda con cui condividiamo un amore incondizionato per la Sicilia, la passione per il lavoro e la cura dei dettagli. Creatività e artigianalità sono i valori alla base di questa collaborazione con Dolce&Gabbana e delle eccellenze del Made in Italy che vogliamo esprimere”.

Twitter: @ChiaraBorzi

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