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Dare la possibilità alle isole minori di diventare Comuni “per attuare il principio d’insularità”, la proposta di La Vardera

Dare la possibilità alle isole minori di diventare Comuni “per attuare il principio d’insularità”, la proposta di La Vardera
Salina, isole minori. Immagine di repertorio

Il disegno di legge è stato proposto dal leader di Controcorrente: ecco cosa prevede e quali territori interesserebbe.

Le campagne elettorali per le Comunali a Levanzo e Marettimo, un rimpasto di giunta a Linosa, magari qualche bega tra i sindaci di Vulcano, Alicudi, Filicudi, Panarea e Stromboli. Sono tutte situazioni oggi impossibili, ma che potrebbero diventare reali se all’Assemblea regionale siciliana passasse il disegno di legge per consentire a ogni singola isola minore della Sicilia di diventare un Comune autonomo.

A presentare la proposta, che è stata assegnata alla commissione Affari istituzionali, è stato, qualche settimana fa, Ismaele La Vardera, il deputato regionale che dopo avere lasciato Sud chiama Nord è passato al gruppo misto e in seguito ha fondato il movimento Controcorrente.

Le isole minori della Sicilia potrebbero diventare Comuni, il disegno di legge di La Vardera

“Il presente disegno di legge nasce dall’esigenza di dare piena attuazione al principio di insularità sancito dall’articolo 119 della Costituzione, nella sua formulazione successiva alla revisione costituzionale del 2022”. Inizia così la relazione illustrativa del ddl presentato da La Vardera.

Nel documento il deputato regionale sottolinea la volontà di “riconoscere e valorizzare la specificità territoriale, amministrativa e socioeconomica delle isole minori, promuovendo per le comunità che vi risiedono un effettivo diritto alla rappresentanza amministrativa diretta e all’erogazione efficiente dei servizi pubblici essenziali”.

Per l’esponente di opposizione, un primo passo per raggiungere tali obiettivi è quello di dare la possibilità alle singole comunità di farsi Comune, derogando “ai limiti demografici ordinariamente previsti dalla normativa regionale vigente”. Passasse la legge, le isole delle Egadi Levanzo e Marettimo potrebbero pensare di staccarsi da Favignana, Linosa da Lampedusa e Vulcano, Alicudi, Filicudi, Panarea e Stromboli da Lipari. L’ultima isola dell’arcipelago eoliano, Salina, è un caso a sé. L’isola, infatti, ospita già tre diversi Comuni: Leni, Malfa e Santa Marina Salina.

Le modifiche proposte

Oltre all’articolo della Costituzione in cui si specifica che “la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”, La Vardera fa menzione agli articoli 14 e 15 dello Statuto speciale siciliano, dove si definiscono le materie in cui la Regione ha legislazione esclusiva. “Spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l’esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali”, si legge all’articolo 15.

Il disegno di legge propone di modificare l’articolo 8 della legge regionale 30 del 2000, che descrive le condizioni che devono ricorrere per far sì che nasca un nuovo Comune nell’isola. Attualmente la legge prevede che “non possono essere istituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore a 10mila abitanti o la cui costituzione comporti, come conseguenza, che altri Comuni scendano sotto tale limite”.
La Vardera invece propone di introdurre uno specifico comma che preveda che “in deroga ai limiti demografici, è sempre ammessa l’istituzione di nuovi Comuni aventi per territorio un’isola minore fisicamente separata, indipendentemente dal numero degli abitanti”.

Così come l’attuale legge prevede, la decisione di diventare Comune autonomo dovrebbe passare da un voto favorevole al referendum consultivo a cui avrebbe diritto di voto “la popolazione residente nell’isola interessata”.

Il disegno di legge prevede inoltre che la proposta di istituzione sia accompagnata da un “piano di sostenibilità amministrativa e finanziaria, con indicazione delle funzioni e dei servizi garantiti, elaborato dall’assessorato per le Autonomie locali su richiesta di Consiglieri comunali, Deputati regionali, Sindaci ed Assessori comunali” e da una “relazione sull’impatto organizzativo e sulle forme di cooperazione intercomunale, anche tramite Unioni di Comuni o convenzioni obbligatorie per servizi sovracomunali, elaborata dall’assessorato per le autonomie locali”.

Maggiori spese

Prevedere l’istituzione di nuovi Comuni – l’ultimo nato in Sicilia, Misiliscemi, risale al 2021 quando una parte di popolazione ha deciso di separarsi da Trapani – comporta nuove spese. A partire dalle indennità per i rappresentati politici: sindaci, assessori, consiglieri comunali.
Il ddl di La Vardera prevede che nelle finanziarie vengano allocate somme ad hoc: “È istituito presso l’assessorato regionale delle Autonomie locali e della funzione pubblica – si legge nel testo del disegno di legge – il Fondo per i Comuni delle isole minori, finalizzato a garantire contributi straordinari di avviamento per i nuovi Comuni istituiti, spese di funzionamento degli organi politici ed amministrativi e servizi essenziali obbligatori (anagrafe, protezione civile, manutenzione, trasporti locali, rifiuti). La dotazione del Fondo – viene chiarito – è determinata annualmente con legge di bilancio e ripartita secondo criteri riguardanti il numero della popolazione residente, la distanza dalla terraferma, la vulnerabilità ambientale e vulcanica e i flussi turistici stagionali”.

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