Lavori indicati principalmente per ragazzi tra i 16 e i 25 anni e per farli non è richiesto un titolo di studio
L’inizio dell’estate e la chiusura della scuola non portano solo voglia di vacanze ma danno anche il via a una serie di lavori stagionali che coinvolgono giovani e meno giovani. Gli imprenditori impegnati nella stagione estiva sono alla ricerca di nuovo personale e tanti giovani che hanno finito le superiori o sono in pausa dagli esami universitari vedono una buona opportunità per guadagnare qualcosa nei mesi lontano dai libri. Il fenomeno riguarda anche i meno giovani e professionisti che magari semplicemente cambiano sede di lavoro.
La speciale classifica
Dal Regno Unito arriva un’interessante classifica che svela quali sono gli impieghi estivi più pagati. Si tratta di lavori indicati principalmente per ragazzi tra i 16 e i 25 anni e per farli non è richiesto un titolo di studio, in alcuni casi è necessario un corso di formazione, in altri nemmeno quello. La ricerca, riportata nei giorni scorsi dal tabloid britannico ‘The Sun’, indica l’istruttore di surf come lavoro estivo più pagato. Insegnare a cavalcare le onde può portare a guadagnare oltre 7.200 euro nel periodo estivo. L’estate è anche la stagione dei festival e un assistente al catering in tre mesi porta a casa poco più di 7.100 euro. Sul terzo gradino del podio un lavoro attivo tutto l’anno ma che vede aumentare notevolmente la richiesta in estate, vale a dire la guida turistica con le città d’arte prese d’assalto dai turisti. In questo caso è necessario avere un patentino e aver superato un esame, ma una guida turistica particolarmente attiva in estate può incassare circa 6.700 euro.
Quanto guadagnare in tre mesi
La top ten dei lavori estivi più pagati nel Regno Unito prosegue con l’inserviente in spiaggia, l’istruttore di nuoto, il coordinatore di campi estivi, il parcheggiatore, l’estetista, l’assistente in una gelateria e l’host/hostess di eventi. Tutti impieghi che in tre mesi possono far guadagnare una cifra che va dai 7.227 ai 5.667 euro. Soldi che fanno sicuramente comodo a giovani studenti, ma anche a precari che non hanno un lavoro fisso durante l’anno e, al tempo stesso, posti di lavoro fondamentali per gli imprenditori che concentrano il loro business in estate e hanno indispensabile bisogno di lavoratori. Un esempio di tutto ciò si vede nei numerosi cartelli esposti fuori da negozi e ristoranti delle città turistiche italiane in cui si cerca personale.
I consigli dell’esperto
La necessità di trovare un impiego, da un lato, e la fretta di far partire la propria attività, dall’altro, rischiano, però, di mettere in secondo piano un aspetto fondamentale in ogni rapporto di lavoro: la sicurezza. “La fretta può giocare brutti scherzi e togliere tempo alla formazione e all’educazione al tema della sicurezza sul lavoro”, spiega l’Hse advisor e coach Tommaso Barone (tommasobarone.it). I numeri in Italia, su questo fronte, continuano ad essere preoccupanti e la paura è che l’estate possa far peggiorare il triste bilancio: “Purtroppo, troppe volte i lavoratori stagionali – prosegue Tommaso Barone – non sono abbastanza formati in tema di sicurezza. In estate, poi, entrano in gioco anche altri fattori da non sottovalutare. Molti lavori stagionali si svolgono all’aperto sotto il sole e il caldo rischia di essere la principale causa di infortunio. È importante partire dall’educazione, comprendendo che uno stile di vita sano anche fuori dagli orari di lavoro aiuta tanto. Serve la giusta alimentazione, senza eccessi calorici, tenendosi lontani da alcol e droghe. Bisogna fare attenzione al sonno garantendo il giusto riposo visto che alcuni lavori si svolgono di notte. È importante che sia i datori di lavori sia i lavoratori capiscano che il benessere psico fisico migliora inevitabilmente la sicurezza”.
L’educazione alla sicurezza
In alcuni casi, i lavori estivi sono rivolti a ragazzi poco più che universitari, magari alla prima esperienza lavorativa: “Anche famiglia e scuola sono fondamentali – conclude Tommaso Barone – per far crescere l’educazione alla sicurezza. La regola da cui nasce tutto è il rispetto che si impara in famiglia e fin dalla scuola primaria bisognerebbe insegnare a rispettare chi ci sta accanto, in ufficio, a casa, per strada”.