Lavoro, Istat, a novembre disoccupazione stabile al 9,7% - QdS

Lavoro, Istat, a novembre disoccupazione stabile al 9,7%

Patrizia Penna

Lavoro, Istat, a novembre disoccupazione stabile al 9,7%

giovedì 09 Gennaio 2020

Ma cresce al 28,6% (+0,4 punti) tra i 15-24enni e tra i 25-34enni (+0,1 punti). Si tratta delle stime provvisorie dell'Istat: 41mila occupati in più in un mese, il tasso sale al 59,4%.

ROMA – A novembre il tasso di disoccupazione risulta stabile al 9,7%. è la stima provvisoria diffusa dall’Istat.

Tuttavia in crescita risultano le persone in cerca di lavoro (+0,5%, pari a +12 mila unità nell’ultimo mese). L’andamento della disoccupazione è sintesi di un aumento per gli uomini (+1,2%, pari a +15 mila unità) e di una lieve diminuzione tra la donne (-0,2%, pari a -3 mila unità); crescono i disoccupati under 35, diminuiscono lievemente i 35-49enni e risultano stabili gli ultracinquantenni. Il tasso di disoccupazione, infatti, cresce al 28,6% (+0,4 punti) tra i 15-24enni, aumenta anche tra i 25-34enni (+0,1 punti) mentre rimane stabile nelle altre classi d’età.

La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a novembre è in calo rispetto al mese precedente (-0,6%, pari a -72 mila unità), e la diminuzione riguarda entrambe le componenti di genere. Il tasso di inattività scende al 34,0% (-0,2 punti percentuali).
Dopo l’incremento occupazionale del primo semestre dell’anno e l’andamento altalenante del terzo trimestre, nel mese di novembre si conferma la tendenza alla crescita già registrata a ottobre che porta l’occupazione ai massimi storici: cioè dal 1977, anno di inizio delle serie storiche ricostruite. Gli occupati crescono di 41 mila unità rispetto al mese precedente (+0,2%), con un tasso di occupazione che sale al 59,4% (+0,1 punti percentuali).

L’aumento congiunturale dell’occupazione è trainato dai dipendenti permanenti e da una rilevante crescita del tasso di occupazione dei giovani con 25-34 anni, mentre calano i lavoratori a termine e gli indipendenti.

L’andamento dell’occupazione è sintesi di un aumento della componente femminile (+0,3%, pari a +35 mila) e di una sostanziale stabilità di quella maschile. Gli occupati crescono tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, mentre calano nelle altre classi d’età; al contempo, aumentano i dipendenti permanenti (+67 mila) a fronte di una diminuzione sia dei dipendenti a termine (-4 mila) sia degli indipendenti (-22 mila).

Di dati “incoraggianti” ha parlato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Bisogna fare ancora tanto, al Sud in particolare. – ha proseguito il premier – Andiamo avanti per creare più lavoro e sviluppo. La direzione è quella giusta”.

Più “cauta” la visione di Ivana Veronese, segretario confederale della Uil: “L’andamento dell`occupazione “continua a essere nel tempo fluttuante e nel mese di novembre occorre segnalare due dati positivi: incremento, seppur ancora flebile, degli occupati e un tasso di occupazione del 59,4% che non si registrava da decenni”.

“La variazione tendenziale in positivo dell’occupazione è dovuta alla sola componente subordinata, che mostra un aumento di 325mila unità di lavoro, di cui l’87,1% a tempo indeterminato – aggiunge – questa tipologia contrattuale sembra recuperare quota rispetto a un passato non troppo lontano in cui la costante crescita del lavoro a termine stava mettendo a rischio la qualità dei posti di lavoro. C’è inoltre un aspetto, abbastanza preoccupante, che si sta manifestando da tempo e che emerge anche dagli indicatori relativi al mese di novembre: la flessione degli occupati nella fascia intermedia di età, che sembra fare il paio con la discesa dell’occupazione indipendente, a fronte di una crescita occupazionale degli under 34 e degli over 50. Anche se alcuni indicatori occupazionali di novembre appaiono abbastanza soddisfacenti, non solo non bisogna abbassare la guardia, ma occorrerà intervenire con politiche mirate all`inclusione nel mercato del lavoro di oltre 2,5 milioni di persone che sono in cerca di un’occupazione e di ulteriori 13 milioni di persone inattive”.

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