Dati negativi per la sicurezza sul lavoro in Italia, in Sicilia 22 vittime

Nei primi sei mesi del 2023 si contano 450 vittime sul lavoro: in Sicilia 22

Filippo Calascibetta

Nei primi sei mesi del 2023 si contano 450 vittime sul lavoro: in Sicilia 22

Redazione  |
sabato 29 Luglio 2023

Il primo semestre del 2023 in tema sicurezza sul lavoro non offre una panoramica del tutto positiva

Il primo semestre del 2023 in tema sicurezza sul lavoro non offre una panoramica del tutto positiva, ancora troppi morti. In questi primi sei mesi dell’anno in corso si contano un totale di 450 vittime, significa almeno 75 morti al mese.

La situazione non tende a migliorare, anzi, preoccupa l’età media dei morti sul lavoro, poiché si riscontra soprattutto tra i giovanissimi, dai 15 ai 24 anni. Stessa cosa vale per i lavoratori stranieri, il loro rischio di un infortunio mortale è doppio rispetto agli italiani, del 25,3%.

Infortuni in diminuzione

Il trend degli infortuni sul lavoro però è in diminuzione, -22,4% rispetto allo scorso anno. Nel 2022 la percentuale era più alta perché vi erano ancora molti infortuni legati al Covid. Quindi va precisato quest’ultimo particolare.

Le categorie più colpite

Tra le categorie dove si verificano più infortuni, sicuramente vi è l’attività manifatturiera, con più di 35.000 infortuni sul lavoro. Le regioni che sono nella “blacklist” della sicurezza in ambito lavorativo sono: Abruzzo, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – come individuato da Vega Engineering -. Subito dopo le regione sopra viste, in ordine di pericolosità vi sono: Valle D’Aosta, Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Piemonte. Dalle meno pericolose per rischio di morte alle più sicure: Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Lombardia; per concludere con Sardegna, Basilicata, Molise e Toscana.

I commenti del presidente di Vega Engineering

“Giunti a metà anno il bilancio è ancora drammatico. Nel corso dei 14 anni in cui monitoriamo quotidianamente l’emergenza, constatiamo mese dopo mese come la situazione sia grave, anzi gravissima. E a testimoniarlo, purtroppo, è il numero dei decessi in occasione di lavoro, che rimane stabile negli anni. Ciò significa che il livello di sicurezza raggiunto negli ambienti di lavoro non è sufficiente a tutelare la vita dei lavoratori”.

Questa la prima riflessione sulla più recente indagine condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, da parte del suo Presidente, Mauro Rossato.

“Numeri inquietanti che narrano le tragedie personali di chi ha perso un familiare mentre svolgeva la propria attività lavorativa. E, dopo sei mesi, ciò che ancora desta preoccupazione è l’incidenza di mortalità specie tra i giovanissimi lavoratori. Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è quasi doppio rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (14 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 7,8). Inoltre – prosegue Mauro Rossato – se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 22,4% degli infortuni denunciati, dobbiamo però sempre riportare alla memoria come nel 2022, e in particolare nei primi mesi dell’anno, fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono quasi più nelle statistiche”.

Tutti i numeri dei morti sul lavoro da gennaio a giugno 2023

Sono 450 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 346 in occasione di lavoro (+1,2% rispetto a giugno 2022) e 104 in itinere. Ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (64). Seguono: Lazio (33), Veneto (32), Campania (29), Piemonte (27), Emilia-Romagna (26), Sicilia (22), Puglia (19), Toscana (14), Abruzzo (13), Friuli Venezia Giulia e Umbria (11), Trentino Alto Adige (10), Marche e Calabria (9), Liguria (8), Sardegna (6), Basilicata (2) e Valle d’Aosta (1).

Nei primi sei mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 50. Ed è seguito dalle Costruzioni (39), dalle Attività Manifatturiere (37) e dal Commercio (27).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (127 su un totale di 346).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a giugno 2023 sono 23, mentre 11 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 60, mentre sono 19 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (19,9%).

I dati sugli infortuni

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 22,4% rispetto a fine giugno 2022. Erano, infatti, 382.288 a giugno 2022. Nel 2023 sono scese a 296.665. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno le denunce erano 52.563, mentre a fine giugno 2023 sono diventate 14.150 (-73,1%). Altra conferma, questa, della ‘quasi’ totale ‘estinzione’ degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi sei mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (35.503). Seguono: Costruzioni (15.453), Trasporto e Magazzinaggio (14.900), Commercio (14.434) e Sanità (14.150).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a giugno 2023 sono state 106.305, quelle dei colleghi uomini 190.360.

Incredibile e allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 30.712 denunce (oltre il 10% del totale).

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