Lavoro vietato nelle ore calde, ma ad alcune condizioni - QdS

Lavoro vietato nelle ore calde, ma ad alcune condizioni

Lavoro vietato nelle ore calde, ma ad alcune condizioni

Simone Olivelli  |
venerdì 19 Luglio 2024

Cosa prevede l’ordinanza del presidente della Regione che introduce la cassa integrazione per operai edili e braccianti. Il punto di riferimento sarà la mappa nazionale di previsione del rischio di esposizione alle alte temperature

PALERMO – Se sia stato il timore di finire al centro di una nuova polemica di portata nazionale, a pochi giorni dal clamore creato dal ddl presentato all’Ars da una deputata di Forza Italia con cui si chiede di reintrodurre in Sicilia il reddito di cittadinanza, o una riflessione ponderata, non si sa. Ciò che è certo è che per il prossimo mese e mezzo gli operai edili e i braccianti saranno esonerati dal lavoro sotto il sole cocente di un’estate che sta rispettando le previsioni in termini di elevate temperature e siccità.

A disporre la sospensione delle attività nei cantieri all’aperto e tra i campi è stato Renato Schifani. Il presidente della Regione mercoledì a mezzogiorno ha firmato un’ordinanza “cointingibile e urgente” in materia di igiene e sanità pubblica, che prevede che nei giorni più caldi dalle 12.30 alle 16 le aziende non potranno chiedere ai dipendenti di continuare a lavorare. “La Sicilia è interessata da una eccezionale ondata di caldo caratterizzata da elevate temperature dell’aria, e un alto tasso di umidità. Tali elevate temperature rendono rischioso lo svolgimento delle attività lavorative nei settori nei quali il lavoro è svolto prevalentemente in ambiente esterno”, si legge nelle premesse dell’ordinanza, dove viene anche specificato che “la prolungata esposizione al sole rappresenta un pericolo per la salute dei lavoratori esposti per lunghi periodi di tempo alle radiazioni solari, causando stress termico e colpi di calore con esiti talvolta anche letali”.

Sarà però necessaria la presenza di determinate condizioni

Affinché scatti la sospensione sarà però necessaria la presenza di determinate condizioni. Il punto di riferimento sarà la mappa nazionale di previsione del rischio di esposione al caldo pubblicata nell’ambito del progetto WorKlimate che vede impegnati l’Inail e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). “Divieto lavorativo su tutto il territorio siciliano nei giorni in cui la mappa segnali un livello di rischio alto, fatto salvo l’obbligo, da parte dei datori di lavoro, dell’adozione di ogni misura organizzativa idonea e necessaria a salvaguardare i livelli minimi delle prestazioni dei servizi pubblici essenziali”, si legge nell’ordinanza. Il provvedimento avrà validità fino al 31 agosto, ma considerate le ormai lunghe estati siciliane non è escluso che possa essere prorogato. “L’inosservanza al presente provvedimento è punita ai sensi dell’art. 650 c.p., se il fatto non costituisce più grave reato”, viene precisato.

All’ordinanza di Schifani si è arrivati dopo che un primo tavolo di confronto in assessorato aveva portato a un nulla di fatto. In quella circostanza a partecipare all’incontro erano state le associazioni datoriali e quelle sindacali. La richiesta di emanare un’ordinanza era scaturita dall’impossibilità di arrivare a un accordo tra le parti, ma le aspettative dei sindacati sembravano essere state disattese. Perlomeno fino a ieri, quando il governatore ha siglato il provvedimento. “Si tratta di un provvedimento urgente – ha dichiarato Schifani poco dopo la firma – che ho assunto in piena autonomia per tutelare la salute dei lavoratori più esposti al sole in questa fase in cui la Sicilia è interessata da un’eccezionale ondata di caldo, con temperature elevate e alto tasso di umidità. Per chi opera in queste condizioni in ambienti esterni i rischi sono elevatissimi”.

Il cambio di passo è arrivato poco dopo che il sindacato Fillea Cgil aveva dato il via allo Schifani Tropical Tour, iniziativa che ha previsto presenziare il presidente della Regione – sotto forma di cartonato a misura naturale – ai lavori in alcuni dei cantieri attualmente aperti nell’isola. La sagoma di Schifani è apparsa martedì ad Agrigento, Caltanissetta ed Enna, mentre il giorno successivo ha fatto visita in alcuni cantieri a Ragusa e Siracusa. Il giro sarebbe dovuto proseguire ieri e oggi nel resto delle province, ma la firma dell’ordinanza ha fatto venire meno l’esigenza di andare avanti con la protesta. “Tra le funzioni più importanti della vitamina D c’è quella di mantenere costanti i livelli di calcio e fosforo nel sangue. E’ questa forse la ragione che la porta a costringere i lavoratori edili a lavorare sotto il sole cocente in estate?”, è una delle domande rivolte dal sindacato in una delle interviste fatte al cartonato.

Il mancato accordo a livello regionale aveva portato il tema all’interno dei singoli consigli comunali, con alcuni casi – diversi in provincia di Ragusa – che si erano espressi a favore dello stop, mentre altri – su tutti quello di Catania, dove la maggioranza del senato cittadino ha bocciato una mozione presentata dall’esponente dell’opposizione Maurizio Caserta per impegnare l’amministrazione meloniana guidata dal sindaco Enrico Trantino a emanare un’ordinanza per fermare i lavori nelle ore più calde della giornata. L’ordinanza consentirà alle aziende di potere riparare sulla cassa integrazione nelle fasce orarie in cui i lavoratori non opereranno nei cantieri. La misura finanziaria è stata varata a inizio mese dal Parlamento, che per il 2024 ha stanziato undici milioni di euro.

Pistorio (Fillea Cgil): “Battaglia vinta, ma continuiamo a monitorare i cantieri”

“La battaglia è stata vinta, ma l’impegno a continuare a stare vicino ai lavoratori e a monitorare ciò che accade nei cantieri va avanti”. Sono le prime parole con cui il segretario regionale di Fillea Cgil, Giovanni Pistorio, commenta l’ordinanza che impone la sospensione dei cantieri nelle ore più calde della giornata. Il provvedimento è stato firmato dal presidente della Regione Renato Schifani, lo stesso che per un paio di giorni era finito al centro del tour satirico e di protesta ribattezzato Schifani Tropical Tour. “La nostra mobilitazione viene sospesa perché abbiamo ottenuto ciò che era giusto fare per salvaguardare la salute degli operai, ma adesso bisogno stare attenti e vigilare che le prescrizioni vengano rispettate dalle aziende, altrimenti sarebbe come se non avessimo fatto nulla”.

L’idea di portare in giro una sagoma di Schifani ed esporla sotto i raggi del sole, proprio accanto ai luoghi in cui gli operai lavoravano in condizioni proibite, potrebbe avere inciso nella decisione assunta dal governatore. Un’ordinanza che in un primo tempo sembrava non dovesse essere emanata.

“Lo consideriamo un risultato della nostra iniziativa che ha avuto l’obiettivo di rendere quanto più visibili il disagio e i rischi che corrono i lavoratori esposti a condizioni climatiche insostenibili – continua Pistorio –. Ringraziamo i tanti sindaci e i politici che nei giorni passati hanno contribuito tanto al buon esito della rivendicazione emettendo ordinanze a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori edili e quindi dei loro cittadini contribuendo perciò in maniera determinante al buon esito”. Tra i primi cittadini che non si erano mostrati propensi ad adottare misure specifiche in ambito comunale c’era stato anche il sindaco di Catania. “Trantino avrebbe fatto bene ad accogliere le istanze dei consiglieri che avevano proposto una ordinanza specifica contro lo stress termico. Gli è mancato il coraggio o la volontà di agire a tutela dei più vulnerabili”, è il commento del segretario regionale di Fillea Cgil.

Avere un’ordinanza regionale renderà tutto più semplice. “Il Parlamento nazionale aveva già predisposto la cassa integrazione per coprire le ore non lavorate dagli operai per via dell’emergenza caldo, ma senza un’ordinanza specifica – va avanti Pistorio – sarebbe stato pressoché impossibile correre dietro alle tantissime aziende che sostengono che tutto sommato non fa così caldo nei cantieri”. Stando agli ultimi dati in possesso del sindacato, nei primi tre mesi dell’anno sono state circa 9900 le aziende edili che hanno operato in Sicilia per un totale di quasi 45mila lavoratori. “Moltissimi lavorano in ditte di piccole dimensioni, dove è molto complesso far rispettare le tutele previste dalla normativa”, conclude Pistorio.

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