Morti sul lavoro in Sicilia: "Investire su repressione, prevenzione"

Morti sul lavoro, dati sconcertanti per la Sicilia. Fillea Cgil: “Investire su prevenzione e formazione”

Filippo Calascibetta

Morti sul lavoro, dati sconcertanti per la Sicilia. Fillea Cgil: “Investire su prevenzione e formazione”

Giuliano Spina  |
sabato 18 Novembre 2023

Il segretario della Fillea Cgil regionale prende in considerazione il modo in cui si cerca di reprimere il fenomeno in Sicilia.

“Vorrei fare un esame a 360 gradi, parlando oltre che delle vittime acclarate anche di tutti gli infortuni che si sono verificati soprattutto in questi ultimi mesi sul territorio siciliano e delle malattie professionali spesso dimenticate e causa di malattie invalidanti e che causano la morte. Bisogna agire in due direzioni, ovvero quella della prevenzione e quella della repressione, per la quale ci sono ancora pochissimi controlli”. Con queste parole il segretario della Fillea Cgil Sicilia, Giovanni Pistorio, intervenuto al Qds.it, commenta gli ultimi dati dell’Osservatorio Vega riguardanti le persone morte sui luoghi di lavoro in Sicilia nel periodo compreso tra gennaio e settembre di quest’anno.

Nello specifico si parla di 38 vittime (10 a Messina, 9 a Palermo, 7 a Siracusa e a Catania e 2 ad Agrigento), con un’incidenza infortunistica per l’Isola compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale. Per l’Italia i lavoratori deceduti sul luogo di lavoro sin dall’inizio dell’anno scorso sono più di mille, con una media di mortalità di 84 morti al mese, e il settore in cui si registrano più decessi è quello dell’attività manifatturiera.

Morti sul lavoro in Sicilia, carenza di uomini e mezzi per la repressione

Il segretario della Fillea Cgil regionale prende in considerazione il modo in cui si cerca di reprimere il fenomeno in Sicilia, con la carenza di risorse per alcuni ruoli, e su quello che si deve fare ancora per una prevenzione e per una formazione efficace per i lavoratori.

“La repressione non agisce tempestivamente – prosegue Pistorio – perché c’è una carenza di uomini e mezzi, nonostante l’implemento delle risorse utilizzabili dall’Ispettorato Regionale del Lavoro per il lavoro preziosissimo di back office, come il trasferimento degli atti alla Procura della Repubblica per gli adempimenti del caso. Non sono ancora utilizzabili invece per i ruoli ispettivi”.

“Ci vogliono maggiori sforzi su prevenzione e formazione”

“Sul fronte della prevenzione e su quello della formazione bisogna parecchi sforzi in più per poter prevenire il rischio di infortuni sul lavoro. Nel settore edile abbiamo gli enti di formazione professionale, ma il settore dell’edilizia non è più a esclusivo appannaggio degli enti di formazione professionale del settore bilaterale, che formano in maniera attenta e adeguata i lavoratori rispetto all’esposizione al rischio” aggiunge Pistorio. Preso atto di questo “bisogna iniziare a formarli anche rispetto alle nuove esigenze che emergono sul mercato del lavoro. L’operaio qualificato e specializzato nel settore edile ha già nel suo bagaglio personale gli strumenti per poter agire professionalmente nell’esecuzione di alcuni lavori”.

Pistorio prevede quindi che “con l’avvento del Pnrr e con il pieno utilizzo delle sue risorse i lavoratori edili saranno impegnati nell’esecuzione di lavori che fino a questo momento non sono nel pieno bagaglio delle loro capacità professionali. Per lavori ferroviari o stradali con nuovi mezzi e nuove tecnologie i lavoratori non sono ancora formati professionalmente. Parte della formazione la riceveranno, mentre l’altra la acquisiranno strada facendo. Ci vuole uno sforzo in più sui fronti della qualificazione professionale e della formazione rispetto a salute e sicurezza con l’utilizzo di nuovi mezzi e materiali. Altrimenti anche rispetto alla catena di subappalto potrebbero moltiplicarsi i rischi e i danni fisici che i lavoratori potrebbe subire”.

Ruolo scuole di formazione importante per il settore manifatturiero

In Italia il settore che ha registrato più decessi è quello manifatturiero e per questo motivo il ruolo delle scuole di formazione professionale è molto importante per evitare morti sul lavoro, in Sicilia ma anche altrove.

“Il settore manifatturiero è molto vasto. Noi interveniamo cercando di operare in qualità e cercando di moltiplicare le attività di formazione rispetto alle attività professionali e rispetto ai rischi da lavoro dipendente nel settore dell’edilizia. Utilizziamo però le scuole di formazione professionale generate dal nostro sistema bilaterale. Gli enti bilaterali sono formati dai rappresentanti dei lavoratori e da quelli delle parti datoriali. All’interno di questi enti cerchiamo di anticipare le esigenze di mercato rispetto alle qualifiche professionali che dovrebbero nei nuovi settori di attività, perché il settore manifatturiero è in trasformazione, e di formare in maniera sempre più attenta i lavoratori rispetto all’esposizione al rischio. Però nel mercato operano enti di formazione professionale che a mio avviso non hanno capacità e il nostro stesso interesse nel formare i lavoratori fino a metterli al riparo dai rischi di infortuni sul lavoro”, conclude Pistorio.

Immagine d’archivio

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017