Morti sul lavoro, già 43 a gennaio 2023 - DATI - QdS

Morti sul lavoro, troppi e sempre più giovani: il dato tragico di gennaio 2023

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Morti sul lavoro, troppi e sempre più giovani: il dato tragico di gennaio 2023

Marianna Strano  |
martedì 28 Febbraio 2023

L'Osservatorio sicurezza sul lavoro di Mestre non usa mezzi termini: "Anche nel primo mese dell’anno l’emergenza rimane e la situazione è sempre allarmante".

Andare a lavorare e non tornare più a casa sta diventando orribilmente normale. Sono stati 43 i morti sul lavoro a gennaio 2023: è il dato sconvolgente rivelato dall’Osservatorio sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.

E cresce anche l’allarme per il numero di morti bianche e infortuni gravi in campo lavorativo tra i più giovani. L’Osservatorio indica che, mentre l’incidenza di mortalità minima che riguarda i lavoratori tra i 35 e i 44 anni si attesta sui 0.4 infortuni per milione di occupati, quella relativa ai giovani tra i 15 e i 24 anni aumenta ogni giorno di più. L’incidenza, infatti, per questo gruppo sarebbe di 4 infortuni mortali ogni milione di occupati (seconda solo a quella dei lavoratori over 65, pari a 4,3).

Gennaio 2023, già 43 le morti sul lavoro

“Anche nel primo mese dell’anno l’emergenza rimane e la situazione è sempre allarmante. Nonostante l’Italia sia per buona parte in zona bianca, il numero delle vittime è pressoché identico a gennaio del 2022. Ma ciò che maggiormente colpisce in questa nostra mappatura è l’incidenza di mortalità dei giovanissimi lavoratori. Quelli che hanno un’età compresa tra i 15 e i 24 anni: più di 4 volte superiore a quella dei colleghi trentenni, quarantenni e più che tripla rispetto ai cinquantenni”. Questo è il commento di Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, al report sulle morti sul lavoro di gennaio 2023.

Le “vittime del dovere” di gennaio 2023 sono 43, con incidenza maggiore nel settore Trasporti e Magazzinaggio (5 decessi). Il numero 43, sebbene più o meno in linea con quello di gennaio 2022, non è affatto basso. E si va a sommare agli oltre 1.000 sfortunati lavoratori morti nel 2022 mentre non facevano altro che il loro dovere per portare a casa lo stipendio e garantirsi la sopravvivenza in un Paese devastato da crisi e disoccupazione. Le morti sul lavoro continuano a essere una “strage silenziosa” in Italia e a farne le spese sono anche intere famiglie costrette a piangere la scomparsa prematura dei loro cari.

La Sicilia in zona bianca, ma…

Questa la classica divisione in “zone” colorate dell’Osservatorio di Mestre in relazione ai soli dati di gennaio 2023:

  • Rossa: Umbria, Marche, Puglia, Lombardia e Piemonte.
  • Arancione: Sardegna.
  • Gialla: Veneto, Toscana e Campania.
  • Bianca: Emilia Romagna, Sicilia, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta.

La Regione con più morti è stata la Lombardia, con 10 vittime (ma anche una popolazione lavorativa più alta rispetto al resto d’Italia). La Sicilia occupa l’ultimo posto per morti sul lavoro nel mese di gennaio 2023, assieme a Sardegna e Lazio. L’isola ha registrato infatti una “sola” vittima, secondo l’osservatorio, posizionandosi momentaneamente in zona bianca (e non nella “classica” zona arancione delle precedenti classifiche).

Ciò nonostante, i dati sulla situazione provinciale ricorda che il tema della sicurezza sul lavoro non è da sottovalutare in Sicilia. L’indice di incidenza degli infortuni mortali sugli occupati è da “allarme rosso” (3,1 per milione di occupati) a Palermo, 19esima provincia a livello nazionale a gennaio 2023.

La situazione infortuni

Gli incidenti sul lavoro non sono tutti mortali, ma il peso degli infortuni – in Sicilia come nel resto d’Italia – è comunque molto alto. Sebbene le denunce di infortunio siano in calo del 31,4% rispetto a gennaio 2022 (con un decremento significativo soprattutto nei settori della Sanità e dei Trasporti), a livello nazionale sono comunque 39.493 solo nel primo mese dell’anno.

Per questo rimangono di fondamentale importanza l’attività di prevenzione e gli appelli di sindacati e associazioni che chiedono maggiore sicurezza sul lavoro per bloccare una “scia di sangue” apparentemente senza fine.

Immagine di repertorio

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