Le aziende luoghi sicuri, non parte da qui il contagio - QdS

Le aziende luoghi sicuri, non parte da qui il contagio

Ivana Zimbone

Le aziende luoghi sicuri, non parte da qui il contagio

mercoledì 25 Marzo 2020

Giovanni Damigella, amministratore della Mondial Granit, sulle difficoltà delle imprese in seguito all’emergenza Coronavirus. “Da noi si lavora con maschere antigas. Bisognava chiudere tutto prima e per soli 15 giorni. Ora non tutti riusciranno a sopravvivere”

CATANIA – La sospensione temporanea dell’attività di molte aziende, a causa dell’emergenza sanitaria, sta comportando non solo disagi, ma anche infauste previsioni.

Giovanni Leonardo Damigella, amministratore della Mondial Granit spa, spiega in un’intervista al QdS come e perché sia indispensabile intervenire sulla questione.

Gradualmente, da circa un mese a questa parte, si è assistito alla chiusura progressiva delle attività “non essenziali” da parte del governo, prima nelle c.d. “zone rosse” e poi anche nella nostra regione. Una decisione necessaria – secondo quanto dichiarato dalle istituzioni – ma altrettanto rischiosa per l’economia del Paese.

Per arginare il danno, avrebbero dovuto chiudere tutto molto prima e per soli 15 giorni, quelli sufficienti al contenimento del virus. Non avrebbero – per esempio – dovuto consentire una partita di calcio il 25 febbraio con 80mila ospiti abbracciati a fare il tifo. Invece si è perso troppo tempo e si è arrivati a una condizione quasi irreparabile. Molte aziende sono chiuse da diverse settimane e non tutte – probabilmente – riusciranno a pagare i dipendenti, a sopravvivere. Gli impiegati che finissero in cassa integrazione, rischierebbero di vedere il proprio stipendio dopo moltissimi mesi, visto che in condizioni normali ne occorrono almeno sette o otto”, ha chiosato Damigella.

Secondo l’imprenditore – amministratore di una delle più importanti ditte specializzate in marmi nel panorama internazionale – le misure adottate mancherebbero di realismo rispetto alle previsioni sulla condizione economica post-emergenza. E anche rispetto alle dinamiche di mercato: “La Mondial Granit è un’azienda solida che esporta il 90% del proprio fatturato, ma la maggior parte delle attività ha caratteristiche differenti che non consentono il blocco dei lavori. Ecco perché stiamo anche finanziando le aziende che lavorano per noi con fatture d’acconto, per garantire loro l’erogazione degli stipendi. Ma fermarsi significa anche rischiare di perdere tutti i clienti esteri, non ricevere incassi e avere difficoltà anche nell’acquisto delle materie indispensabili alla produzione. Inoltre – in un’economia globalizzata – i fornitori che non avranno venduto la merce alle aziende italiane, la venderanno a quelle estere, con un’ulteriore perdita per l’economia del nostro Paese”, ha continuato.

LE SCELTE DI MONDIAL GRANIT PER TUTELARE I DIPENDENTI

Per tutelare i propri dipendenti, la Mondial Granit ha deciso di non ricorrere alla cassa integrazione e di sfruttare le ferie non godute per procedere e assicurare loro la normale retribuzione. Accanto alla sicurezza economica, ai lavoratori è garantito il più alto livello di protezione sanitaria, nonostante la presunta assenza di controlli: “Le aziende possono essere i luoghi più sicuri. I nostri impiegati indossano maschere antigas del tipo m3+extra – di cui avevamo fatto scorta – e hanno l’ordine di non fermarsi da nessuna parte nell’alternanza casa-lavoro. Persino i camion vengono caricati e scaricati solo da personale dotato dei dispositivi di sicurezza necessari, altrimenti non è autorizzato nemmeno uscire dall’abitacolo. Senza nessuno, però, che sia venuto a controllare che i lavoratori fossero davvero tutelati”, ha detto l’amministratore.

Infatti le sue più grandi critiche sono rivolte alle inefficienze del sistema burocratico: “Il contagio non parte di certo dalle imprese e, adesso che abbiamo già inoltrato la nostra istanza al prefetto, attendiamo le indicazioni sul da farsi. Perché le attività vanno ridotte all’indispensabile, ma non fermate. Altrimenti il tasso di disoccupazione post Coronavirus avrà una crescita esponenziale”, ha concluso.

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