Liquidazione Consorzi Asi, la storia “infinita” - QdS

Liquidazione Consorzi Asi, la storia “infinita”

Michele Giuliano

Liquidazione Consorzi Asi, la storia “infinita”

martedì 05 Ottobre 2021

Le dimissioni dei commissari, insediati nel 2019, riaccendono i riflettori su una matassa che non si riesce a sbrogliare

PALERMO – “Siamo orientati a respingere le dimissioni dei commissari Piritore e Galoppi che indubbiamente stanno svolgendo un lavoro complicatissimo e pieno di difficoltà”: lo ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, che quindi conferma che la scelta dei due funzionari è collegata ai tanti ostacoli che stanno incontrando per arrivare alla liquidazione dei consorzi Asi siciliani, le vecchie governance delle aree di sviluppo industriale.

Intanto continua la storia infinita dei consorzi Asi che non sembra riuscire a trovare un finale. Ultimo atto, proprio le dimissioni dei commissari liquidatori dei consorzi della Sicilia occidentale e orientale, rispettivamente Giovanni Galoppi e Achille Piritore, entrambi nominati dall’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano. “Si tratta dell’ennesimo fallimento del governo Musumeci. Allo sfascio pressoché totale amministrativo si aggiunge altro sfascio, in un crescendo cui, obiettivamente, non si riesce a vedere la fine”, afferma il deputato del Movimento 5 Stelle all’Ars Luigi Sunseri, che in questi anni ha condotto uno studio dettagliato sulla partecipate regionali.

“Queste dimissioni – continua Sunseri – sono l’ennesima plastica dimostrazione di un fallimento politico, amministrativo ed economico, percepito – stando agli ultimi fatti politici – anche dalla stessa maggioranza. Un elenco infinito di irregolarità e difformità che aggravano ulteriormente il quadro, già compromesso, di questa amministrazione”. Nel caso dei consorzi Asi, i documenti parlano di liquidazioni aperte da anni, ma mai concluse, inventari di liquidazione mai presentati. Ancora, secondo le informazioni raccolte dal deputato pentastellato, all’ufficio speciale per la chiusura delle liquidazioni, nonostante le richieste da questo inoltrate, non sono mai pervenute dai commissari informazioni sullo stato delle liquidità o la stima delle passività di tutti i consorzi. Né all’ufficio speciale è pervenuta alcuna determina di liquidazione e per questo l’ufficio stesso ha ritenuto nulle quelle prodotte e di cui è venuto a conoscenza, in quanto, parrebbe, compiute in assoluta violazione di legge.

Un nulla di fatto, quindi, da marzo 2019, quando Galoppi e Piritore sono stati nominati quali nuovi commissari liquidatori del patrimonio degli undici ex consorzi Asi in liquidazione della Sicilia. A seguito del loro insediamento, sono cessati gli incarichi affidati ai precedenti 11 commissari liquidatori, uno per ogni distretto industriale. Entrambi avvocati cassazionisti, Galoppi e Piritore sono stati, in questo anno e mezzo, come previsto dalla modifica all’articolo 19 della Legge regionale n.8 del 12 gennaio 2012, i legali rappresentanti degli Asi: Giovanni Galoppi per la Sicilia occidentale, per i consorzi in liquidazione di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Gela; e Achille Piritore, per la Sicilia orientale, con in mano i consorzi Asi di Catania, Enna, Siracusa, Ragusa, Calatino di Caltagirone e Messina.

I due commissari avrebbero dovuto procedere alla vendita di tutto il patrimonio immobiliare, con evidenza pubblica e fino alla liquidazione. Un patrimonio non indifferente, che conta 264 capannoni nelle 11 zone industriali dell’Isola, per un totale di 1 milione e 750 mila metri quadri di terreno e un valore complessivo stimato che arriva a 133 milioni di euro. La chiusura delle procedure di vendita pendenti del patrimonio immobiliare dei consorzi Asi in liquidazione alle imprese assegnatarie insediate nelle aree industriali dovrebbe permettere, quando dovesse avvenire, alla Regione di monetizzare il patrimonio immobiliare ed esaurire le attività pendenti dei consorzi Asi in liquidazione.

Il passaggio di gestione in mano ai commissari liquidatori esterni era stato pensato come funzionale alla legittima vendita degli immobili e al rientro di capitali, ma nella realtà nulla è stato fatto, e sono stati soltanto due anni persi in attesa di capire come risolvere effettivamente il problema. “Davanti a queste situazioni – replica Turano – la politica ha il dovere però di assumersi delle responsabilità e cambiare le cose. Ecco perché mi aspetto che tutte le forze politiche, a cominciare dai Cinque stelle, si impegnino a varare la legge di riforma dell’Irsap, un provvedimento che è necessario a semplificare e rendere veramente utile alle imprese l’Irsap e a liberare lo sviluppo dai bizantinismi e dalle mostruosità burocratiche”.

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