L'omicidio di Avola, i dubbi e la confessione: "Lo abbiamo picchiato, non gli abbiamo sparato" - QdS

L’omicidio di Avola, i dubbi e la confessione: “Lo abbiamo picchiato, non gli abbiamo sparato”

L’omicidio di Avola, i dubbi e la confessione: “Lo abbiamo picchiato, non gli abbiamo sparato”

Redazione  |
venerdì 20 Giugno 2025

Sarà svolta l'autopsia che sarà fondamentale per capire le ragioni del decesso del 48enne e verificare se davvero è morto a seguito dei colpi di pistola

Attesa per l’udienza di convalida dei fermi nei confronti di Salvatore e Manuel Rametta, padre e figlio, rispettivamente di 57 e 26 anni, accusati dell’omicidio di Paolo Zuppardo, 48 anni, ucciso in agguato avvenuto la sera di mercoledì scorso ad Avola e poi morto in ospedale.

I dubbi degli inquirenti

Sarà svolta l’autopsia che sarà fondamentale per capire le ragioni del decesso del 48enne e verificare se davvero è morto a seguito dei colpi di pistola esplosi da un’arma sequestrata dalla polizia e ritenuta nella disponibilità degli indagati.

Gli agenti del commissariato di Avola ed i magistrati della Procura di Siracusa nutrono dei dubbi su questa ipotesi: secondo un’autorevole fonte, ascoltata da BlogSicilia, emergerebbe una lesione in prossimità della nuca del 48enne, per cui resta da comprendere se riconducibile ad un proiettile o ad un colpo inflitto con il calcio dell’arma, così forte da portarlo poi alla morte, avvenuta qualche ora dopo all’ospedale Di Maria di Avola.

La confessione dei due

Secondo la tesi della polizia, i due hanno confessando “di aver percosso violentemente la vittima” ma non di aver sparato: elementi che, comunque, saranno definiti meglio nell’interrogatorio di domani al palazzo di giustizia di Siracusa.

Sul movente, si è parlato, sulla scorta delle informazioni fornite dagli inquirenti, di dissidi tra i Rametta e Zuppardo che sarebbero andati avanti da mesi.

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