Embargo petrolio russo, tavolo Mise-Mite-Mef su raffineria Lukoil di Priolo - QdS

Embargo petrolio russo, tavolo Mise-Mite-Mef su raffineria Lukoil di Priolo

redazione

Embargo petrolio russo, tavolo Mise-Mite-Mef su raffineria Lukoil di Priolo

giovedì 07 Luglio 2022

Giorgetti: "“Finora non si sono verificate le condizioni” per il riconoscimento della raffineria di Priolo come area di crisi industriale complessa"

Per la Lukoil di Priolo colpita dalle sanzioni al petrolio russo decise dall’Unione europea “il Dl Aiuti in fase di conversione, al fine di individuare una possibile soluzione volta a favorire la prosecuzione dell’azienda, ha previsto l’istituzione di un tavolo di coordinamento al quale parteciperanno il Mise, il Mite e il Mef oltre che i rappresentanti dell’azienda”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time alla Camera.

“La questione – ha aggiunto – è connessa a rilevanti questioni di ordine e di strategia di sicurezza nazionale e quindi evidentemente coinvolge il governo anche al suo apice”.

“L’embargo al petrolio russo via mare deciso dal Consiglio europeo ha aggravato le preoccupazioni riguardanti le prospettive della raffineria di proprietà della società localizzata nel polo industriale di Priolo. L’azienda è sottoposta in virtù del prossimo blocco alla impossibilità di importazione di materie prime dalla Russia con necessità di mutamento della catena di approvvigionamento e l’individuazione di diverse realtà da cui acquistare il petrolio. Situazione per altro aggravata dall’incertezza generale sulle prospettive delle future sanzioni che stanno incidendo e condizionando il sistema creditizio nell’operare con estrema prudenza nei confronti di soggetti che hanno un azionariato riconducibile sostanzialmente alla Russia”, ha aggiunto Giorgetti.

“In proposito il Dl Aiuti in fase di conversione al fine di individuare una possibile soluzione volta a favorire la prosecuzione dell’azienda ha previsto l’istituzione di un tavolo di coordinamento al quale parteciperanno il Mise, il Mite e Il Mef oltre che i rappresentanti dell’azienda.

La questione è connessa a rilevanti questioni di ordine e di strategia di sicurezza nazionale e quindi evidentemente coinvolge il governo anche al suo apice”, ha concluso il ministro.

Un commento alle dichiarazioni del ministro durante il question time di ieri arriva dall’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana Mimmo Turano: “Mi spiace – scrive l’assessore in una nota – apprendere del no all’area di crisi complessa per il petrolchimico siracusano da una dichiarazione del ministro Giorgetti ad un question time alla Camera, una sede rispettabile ma che non può rappresentare una forma di interlocuzione con la Regione Siciliana.

Restiamo convinti che la nostra richiesta al Mise abbia bisogno di un’analisi che tenga conto dell’accelerazione della transizione energetica, delle conseguenze della pandemia e chiaramente della situazione determinata dalla crisi in Ucraina”.

“Lo spirito della richiesta di area di crisi complessa da parte della Regione Siciliana per il petrolchimico siracusano – spiega Turano – era quello di prevenire una crisi incipiente e che alla luce anche delle conseguenze della recente crisi ucraina rischia non solo di aggravarsi ma di essere disastrosa per il tessuto produttivo siciliano e nazionale”.

“L’area di crisi complessa per il petrolchimico di Priolo avrebbe richiesto una valutazione politico-strategica invece di un’asettica applicazione dell’attuale normativa. Contiamo però di approfondire la questione leggendo le valutazioni del Mise atteso che non credo si potranno limitare alle dichiarazioni rese nell’aula di Montecitorio dal Ministro”, conclude l’esponente del governo Musumeci.

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