Un Manifesto per rilanciare la provincia di Trapani - QdS

Un Manifesto per rilanciare la provincia di Trapani

Pietro Vultaggio

Un Manifesto per rilanciare la provincia di Trapani

venerdì 24 Dicembre 2021

Dal ritorno al contatto con i cittadini tramite segreterie politiche, alla riflessione sul Pnrr: in esclusiva per il QdS le spiegazioni del sindaco di Partanna

PARTANNA (TP) – Un cambio di rotta: ritornare ad una politica fattiva, questo è l’intento di Nicolò Catania, sindaco di Partanna, che nelle ultime settimane ha redatto il Manifesto per il territorio trapanese. Una lettera aperta a tutti coloro che auspicano un futuro politico e culturale migliore. “Questo documento si prefigge di innescare un circolo virtuoso di volontà, energie, idee, risorse, progetti volto allo sviluppo del nostro territorio in ragione del potenziale che esso possiede e di una entusiasta determinazione ad essere protagonisti di una nuova stagione culturale e morale che contraddistingua l’azione pubblica amministrativa e politica delle nostre città, della nostra provincia, della nostra Regione, divenendo guida e stimolo per l’intera collettività”, si legge nelle prime righe.

Per capirne di più, abbiamo contattato il primo Cittadino.

Da dove nasce l’idea di scrivere questo manifesto?
“Allo stato attuale noi sentiamo la totale mancanza di quelli che dovrebbero essere i nostri rappresentanti per una programmazione unitaria al fine di far progredire questo nostro territorio trapanese – non a caso siamo terz’ultimi nella classifica del Sole24Ore, sottolinea. Spesso siamo anche succubi delle Provincie di Palermo e Catania sulle rotte aeroportuali, sulle nomine manageriali ed altro ancora. è mai possibile che in questa provincia non ci siano intelligenze o capacità tali? Tutti questi ragionamenti mi hanno portato, nel mese di giugno, a stilare il Manifesto che ha ottenuto e sta ottenendo un grande consenso da parte dei sindaci, consiglieri, imprenditori, cittadini e tutti coloro che vogliano realmente un cambiamento”.

Cosa volete fare nel concreto?
“Vogliamo affacciarci alle prossime elezioni con una modalità completamente diversa: avere un programma dettagliato studiando le vere problematiche della Provincia, ma anche i punti di forza, costituendo un vero e proprio ‘partito del territorio’. Faremo un appello anche ai partiti strutturati, senza crearci preclusioni ma andiamo dritti alla meta. Guarderemo i nostri obiettivi aldilà della corrente politica che vuole appoggiarci ed importante sarà comunque condividere tutti i punti del programma”. Il Movimento Via vi ha aperto le porte, cosa ne pensa? “Se un altro movimento della Provincia ha capito le nostre intenzioni, per noi è cosa importante. Vuol dire che potremo aprire mille dialoghi nella trasparenza di un dibattito democratico”.

Cosa manca a questa politica di oggi?
“Il vero contatto con il territorio. Aprire una segreteria politica – una volta era una cosa normale, rappresentava l’ABC dei tempi che furono, evidenzia – oggi costituisce una grande novità, dove poter riempire il bagagliaio di conoscenza dei problemi per farne tesoro e portarli altrove al fine di risolverli”.

Un pensiero va anche al Pnrr, il Piano Nazionale di ripresa e Resilienza preparato dall’Italia per rilanciarne l’economia dopo la pandemia di Covid-19.
“Siamo in piena fase di messa a terra del Piano e se noi non mandiamo gente qualificata almeno al Parlamento Siciliano, rischiamo che questo territorio diventi e continui ad essere sacca o rifugio o ultima ruota del carro e gli enti locali non sono in grado di poter far fronte a questo piano di lavoro”.

Avete in programma le prime riunioni?
“Stiamo ricevendo ancora adesioni e proprio il fatto di rendere pubblico il Manifesto ha aperto le porte ad altre condivisioni. Dopo le elezioni del Presidente della Repubblica ed il conseguente assestamento, procederemo ad un confronto con i partiti, riunendoci tra noi, per capire così la strada da intraprendere”.

Un movimento che abbia a cuore realmente l’Isola, facendo un parallelismo con quello che hanno saputo creare al Nord i Bossiani della prima ora.
“Assolutamente si. Ci sono i fantomatici autonomisti, ma tutto si riduce ad un mero gioco delle parti politiche tra ruoli e seggi. Detta in parole povere, alla maggioranza dei politici non importa nulla di agire positivamente per il territorio”.

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