Manovra, stop Bonus Cultura per 18enni: coro critiche e petizioni on line - QdS

Manovra, stop Bonus Cultura per 18enni: coro critiche e petizioni on line

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Manovra, stop Bonus Cultura per 18enni: coro critiche e petizioni on line

venerdì 09 Dicembre 2022

Un emendamento alla legge di bilancio cancella la misura per incentivare la cultura tra i giovani. Arrivano molti commenti negativi

Un emendamento della maggioranza, firmato dai deputati Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia), abroga la misura del Bonus Cultura. Le risorse, circa 230 miioni di euro a decorrere dal 2022, saranno destinate a finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura.

Inoltre l’emendamento prevede che “al fine di garantire un sostegno agli operatori del settore dell’editoria, del libro e delle librerie, a decorrere dall’anno 2023 è istituito nello stato di previsione del Ministero della cultura un Fondo, denominato “Fondo per il libro”, con una dotazione pari a 15 milioni di euro annui. Il Fondo è ripartito annualmente, con uno o più decreti del Ministro della cultura”.

L’App 18, come funziona

Addio, quindi, all’App 18, il bonus che prevede il rilascio di una carta elettronica dal valore di 500 euro ai ragazzi di 18 anni per poter acquistare biglietti per teatro, cinema, libri, abbonamenti a quotidiani/periodici, musica registrata, ingressi in monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali e per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro o di lingua straniera. 

Renzi lancia petizione via Twitter

L’emendamento ha creato molte polemiche. Il leader di Iv, Matteo Renzi, ha lanciato la petizione via Twitter “Salviamo la 18app” di cui è primo firmatario. “Un emendamento di Fratelli di Italia, il partito della Meloni ,vuole cancellare la 18app, il bonus cultura per i giovani. Per me è un errore gravissimo – scrive l’ex premier – . Chi crede che tagliare sulla cultura sia un errore firmi e faccia girare questa petizione. Grazie”. 

L’ex premier: “No a tagli su cultura e su giovani”

“Chiediamo alla premier Meloni di intervenire per bloccare la distruzione del Bonus Cultura per i giovani. Sappiamo – si legge nel testo della petizione – che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d’accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo più sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti Paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania – rivendica Renzi – . Distruggere il bonus cultura solo perché l’ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni. E all’industria della cultura”, conclude.

I produttori musicali: “Non nascondiamo preoccupazione”

“Apprendiamo che il Governo, con un emendamento alla Legge di Bilancio, intende abrogare 18app del Bonus Cultura. Non nascondiamo la nostra preoccupazione, poiché tale manovra ha permesso per diversi anni ai neo 18enni di supportare attivamente l’Industria Culturale con risultati incoraggianti. Da quando la misura è attiva, infatti, il Bonus Cultura ha generato un controvalore economico superiore a 1 miliardo di euro”. Lo evidenzia in una nota Mario Limongelli, Presidente dei Produttori Musicali Indipendenti che osserva come l’Italia abbia, invece, “bisogno di investire sui giovani e nella Cultura, patrimonio fondamentale che ha un’importante ricaduta sia sul tessuto sociale che economico del nostro Paese, soprattutto in assenza di nuove politiche per il settore”.

Fimi “Abolizione sarebbe schiaffo a giovani”

L’emendamento per abolire il bonus cultura è uno schiaffo ai giovani già penalizzati da assenza di politiche per le nuove generazioni. Un danno enorme per la cultura. Il bonus per anni è stato un successo che ha avvicinato i ragazzi a libri, musica e film, tanto da essere copiato da Paesi come Francia, Spagna e Germania”. Lo afferma il Ceo di Fimi (Federazione industria musicale italiana), Enzo Mazza.

L’ex ministro Franceschini: “Governo faccia marcia indietro”

“Un emendamento della maggioranza azzera la `app 18′. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura“. Lo dice l’ex ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, su Twitter.

M5S: Abrogazione sarebbe danno enorme”

“Alla Destra evidentemente non bastava non aver previsto alcuna risorsa per la cultura nella manovra presentata al Parlamento. Adesso con un emendamento alla legge di bilancio vogliono abrogare il Bonus cultura, conosciuto come ’18app’. Il danno sarebbe enorme, perché le risorse a copertura di questo strumento sono state rese stabili nella scorsa legge di bilancio e gli operatori del settore contano su quegli introiti”. Lo affermano in una nota gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura di Camera e Senato. “Dopo la pandemia – spiegano – il settore culturale va sostenuto con misure che si dispiegano nel tempo, soprattutto in questa fase di crisi energetica e di calo generalizzato dei consumi. In campagna elettorale Giorgia Meloni disse testualmente ‘ai giovani è stato tolto tutto, il diritto all’educazione, alla socialità, allo sport. È nostra responsabilità restituire ai ragazzi quello che gli è stato tolto’. E invece è proprio lei a togliere risorse per i giovani”.

Bonelli (Avs): “Giovani sono il futuro, non si tocchi 18app”

“Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno presentato un emendamento per sopprimere il bonus cultura per i diciottenni, i 500 euro per consumi culturali, e dirottare i fondi verso i carnevali storici, le celebrazioni su Marconi e per ben 750 assunzioni nei ministeri. E’ vergognoso: non supportare la cultura e contemporaneamente tagliare i fondi ai giovani, resi strutturali nella precedente Legge di Bilancio, significa tagliare i fondi al futuro che quei giovani rappresentano”. Lo afferma in una nota il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.

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