Messina, riflettori sul Franco Scoglio e bando per la gestione - QdS

Messina, riflettori sul Franco Scoglio e bando per la gestione

Lina Bruno

Messina, riflettori sul Franco Scoglio e bando per la gestione

giovedì 12 Marzo 2020

Questi i temi che tengono banco in relazione allo stadio, più che le sorti delle due squadre cittadine. Nei giorni scorsi un sopralluogo da parte della Commissione vigilanza pubblici locali

MESSINA – Due società e due impianti calcistici, ma lo stadio conteso resta il Franco Scoglio. I dubbi sulla sua agibilità e i termini del bando per la sua gestione, finora affidata ad Acr Messina, sono le questioni che tengono banco, più dei risultati sul campo delle due squadre cittadine che militano in serie D.

Il sopralluogo della Commissione provinciale vigilanza pubblici locali, chiamata a verificare le condizioni di sicurezza all’interno dello stadio, ha quindi riacceso le polemiche tra Acr ed Fc. Una ispezione resasi necessaria a seguito di alcune lacune strutturali individuate e verbalizzate in due diversi sopralluoghi: quello di inizio febbraio dei tecnici del Comune e quello più recente delle Forze dell’ordine.

I componenti della Commissione hanno dettato sei precise prescrizioni, con lavori che devono essere effettuati a regola d’arte e certificati dai tecnici di Palazzo Zanca, proprietario dell’impianto, perché si possano riprendere almeno gli allenamenti visto che il campionato è fermo. Sono richiesti interventi sull’impianto elettrico secondo il progetto originario; quindi la sistemazione dei locali interni con la pulizia degli spazi e ripristino di alcune porte di accesso alle tribune e al campo. Nessun appunto, invece, sul sistema antincendio e l’acqua calda nelle docce che sono stati ripristinati, mentre dovranno essere rimossi i pannelli pubblicitari inutilizzati e accatastati in una tribuna.

Il presidente Acr Pietro Sciotto parla dal canto suo di criticità inesistenti e su cui non ha mai ricevuto alcuna contestazione da parte del Comune, che adesso però, proprio per queste prescrizioni, potrebbe annullare la convenzione con la società e bloccare il suo rinnovo fino al 2021. La proroga della gestione fino a qualche settimana fa sembrava una certezza ma adesso Sciotto teme che il sospetto avuto nei mesi scorsi, che il Comune volesse favorire una società a danno dell’altra, potrebbe trovare conferma.

La proroga fino al 2021 penalizzerebbe infatti la Fc Messina, a cui verrebbe negata di fatto la possibilità di ripescaggio in serie C. La Fc guidata da Rocco Arena, che non ha potuto ancora usufruire del Giovanni Celeste, ha un accordo per l’utilizzo del Franco Scoglio con l’Acr, con un affitto da versare e quote sulle spese ma la società sarebbe in arretrato con i pagamenti tanto che è in atto un decreto ingiuntivo, anche questo ancora non pagato. Sciotto si sente messo in difficoltà pur essendosi “sobbarcato in questi tre anni di ingenti investimenti per restituire alla città il calcio”.

Intanto si attende, da mesi ormai, la pubblicazione del bando per regolare la gestione del Franco Scoglio per i prossimi anni. Si era parlato già in sede di “Salva-Messina” di una concessione di 99 anni, ma una interrogazione del consigliere comunale Nino Interdonato, firmata anche dai suoi colleghi di Sicilia futura e altri 14 componenti del Civico consesso, evidenzia che i contenuti del bando non sarebbero quelli concordati. Si prevedrebbe infatti una concessione di trent’anni “in netto contrasto con gli indirizzi approvati dal Consiglio comunale, oltre con le politiche sportive perseguite dal resto dei Comuni Italiani in possesso di strutture sportive importanti”.

Il sindaco Cateno De Luca ha però rassicurato che “sono stati mantenuti gli indirizzi condivisi e approvati dal Consiglio comunale, indicando quale tempo massimo per la richiesta di concessione il limite temporale di 99 anni. Il limite dei 30 anni è relativo agli investimenti che l’operatore economico deve effettuare per i lavori obbligatori di manutenzione ordinaria, straordinaria e di adeguamento normativo dello stadio alle specifiche norme e al mantenimento degli stessi per tutta la durata della concessione. Il bando prevede, inoltre, che l’operatore economico a fronte di ulteriori investimenti per interventi migliorativi, possa richiedere ulteriori anni di concessione, fino ad un massimo complessivo di 99 anni”.

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