MESSINA – Un nuovo anno giudiziario che si porta dietro tutti i problemi finora irrisolti.
Messina sembra essere la cenerentola dei distretti italiani per le assegnazioni d’organico a fronte di un’efficienza organizzativa dei sui uffici che ha inciso positivamente sull’arretrato. C’è, sullo sfondo, sempre la questione infinita del secondo Palagiustizia con un arretramento di posizioni, in questi 18 mesi, e una riapertura del dibattito sulla sua localizzazione, mentre sembrava ormai assodata la soluzione ex Caserma Scagliosi. Viene rilevata dalla Procura un’emergenza droga che costituisce il business principale delle organizzazioni criminali e poi gli altri dati emersi che preoccupano sono quelli dell’aumento degli infortuni sul lavoro e delle denunce per stalking.
Il presidente della Corte d’Appello Michele Galluccio, nella sua relazione, fa un quadro sconfortante. Non nasconde il suo rammarico per le penalizzazioni subite dal Distretto messinese, dopo alcune decisioni sul riordino, prese dal Ministero. “Gli organici dei tribunali di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Patti – dice – a seguito di due recenti interventi negli anni 2016 e 2017 a saldo invariato della pianta, su base nazionale, sono stati complessivamente ridotti di cinque unità. Per aumentare la pianta organica dei magistrati con la legge di bilancio per il 2019 si auspicava che, finalmente, il Distretto di Messina, che negli ultimi anni aveva ottenuto notevoli risultati nella direzione del recupero di efficienza, dell’abbattimento delle pendenze e della durata media dei processi, potesse avere un riconoscimento degli sforzi compiuti. Ma il saldo tra le unità in diminuzione dei precedenti interventi a pianta organica nazionale invariata e quelle in aumento, riconosciute con l’ultimo intervento in ampliamento, è di appena una sola unità”.
“Se si tiene conto – aggiunge – dei numeri delle altre città, ben si comprende come il Nord abbia avuto un incremento di 275 magistrati, mentre la Sicilia, con 21 unità, è stata penalizzata anche rispetto ad altre regioni meridionali. Messina, invece, è stata la più penalizzata in Sicilia, con un saldo complessivo di appena una unità in aumento, relegata all’ultimo posto in tutto il territorio italiano”.
Il problema dell’edilizia giudiziaria resta tra i nodi centrali, che nessuna Amministrazione comunale ha finora saputo sciogliere, a beneficio dei privati che continuano a riscuotere onerosi fitti e a svantaggio degli operatori della giustizia che continuano a lavorare in situazioni di estremo disagio. “Non rimane – dice Galluccio – che rivolgersi al procuratore generale presso la Corte dei Conti, cui la presente relazione viene trasmessa per estratto, affinché accerti se nella annosa vicenda e nel dispendio di denaro pubblico che ne è conseguito, ricorrano gli estremi di responsabilità contabile. Intanto, ci si può solo augurare che il prolungarsi della intollerabile situazione non abbia a determinare conseguenze simili a quelle verificatesi in altre sedi giudiziarie”.
Tornando ai numeri, sono in aumento i procedimenti per reati contro la Pubblica amministrazione, in diminuzione di quasi il 50% i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso e in aumento quelli di associazione a delinquere. Rimangono numerosi, in termini assoluti, i reati inerenti la sfera sessuale e la pedofilia e c’è un incremento del 44% dei reati di stalking. Aumentano anche gli omicidi dolosi, +35% e gli infortuni sul lavoro +800%.
Infine, un allarme: “Sia nel territorio cittadino che nei Comuni della provincia la criminalità organizzata è tornata a investire massicciamente nella droga”. Secondo il procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia, “è attraverso questo canale che la mafia sovvenziona gli altri affari e che le organizzazioni mafiose si ricostituiscono”. Una mafia, sottolinea ancora De Lucia, forte e presente in tutte le realtà territoriali, come dimostrano gli ingenti quantitativi di armi rinvenuti durante le ultime operazioni.