Messina Denaro, caccia alle cassaforti: trovato poster del Padrino

Messina Denaro, caccia a casseforti e stanze segrete: nel primo covo i poster del Padrino e Joker

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Messina Denaro, caccia a casseforti e stanze segrete: nel primo covo i poster del Padrino e Joker

Redazione  |
venerdì 20 Gennaio 2023

Il comandante del Ros Pasquale Angelosanto a Porta a porta: "Non sappiamo ancora se i rifugi siano stati ripuliti subito dopo l'arrestoi del boss"

Un poster con il volto de ‘Il Padrino’ interpretato da Marlon Brando. Lo hanno trovato gli inquirenti nel primo covo di Matteo Messina Denaro. Nel soggiorno dell’abitazione di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, il primo trovato e perquisito dai carabinieri del ROS, il boss aveva appeso il poster di Marlon Brando che interpreta don Vito Corleone nel celebre film di Francis Ford Coppola Il Padrino.

Trovato anche un quadro a colori che ritrae il Joker interpretato da Joaquin Phoenix (ruolo che valse l’Oscar all’attore) e sotto una didascalia colorata con la scritta “C’è sempre una via d’uscita ma se non la trovi sfonda tutto”.

“Delle tre strutture che fanno riferimento a Matteo Messina Denaro solo una ha il carattere di covo: le altre due, compresa l’ultima che è stata individuata, sono semplici abitazioni, nelle quali ovviamente verificheremo se ci sono cassaforti o ambienti occultati”, ha commentato in un’intervista a Porta a porta Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei Carabinieri.

Messina Denaro, le indagini nei 3 covi

“Al momento non siamo in grado di dire se all’interno del covo vero e proprio qualcosa è stato portato via prima del nostro arrivo -, prosegue Angelosanto -. I Ris stanno analizzando ciascuna abitazione mettendo a referto tutti gli oggetti presenti e le tracce di Dna, in modo da confrontarle con il Dna di ciascun indagato”.

Nei covi del boss individuati, attualmente “i carabinieri del Ris stanno facendo rilevamenti di carattere biologico, reperti biologici, perché l’unico modo per poter dire che quei luoghi erano frequentati da alcune persone è trovare tracce di dna da sequenziare per poi metterle da parte per confrontarle col dna di tutti gli indagati che incroceranno queste indagini”, ha spiegato Angelosanto, il quale ha aggiunto: “stiamo facendo un’attività di repertamento, di fino. Poi cercheremo di capire se nell’abitazione ci sono ambienti e cavità nascoste o casseforti coperte da intercapedini”.

Facendo una panoramica sul territorio, Angelosanto ha concluso: “il Trapanese, che è sotto controllo diretto di Matteo Messina Denaro come provincia mafiosa, ha quattro mandamenti mafiosi e ha 19 famiglie mafiose dipendenti da questi mandamenti, tuttora. La nostra attività investigativa ha puntato nel corso degli anni a colpire gli assetti militari di queste famiglie mafiose, prolungando lo sforzo per impedire che si ricostruissero dopo gli arresti. Se noi pensiamo che le famiglie mafiose sono composte dalle cosiddette decine, componenti di dieci persone, immaginiamo quanti possano essere”. (ANSA).

I patrimoni dei boss

“In dodici anni abbiamo cercato non solo i soggetti mafiosi ma anche i loro patrimoni procedendo a confische da 250 milioni di euro: l’attacco alle organizzazioni criminali non può prescindere dal loro impoverimento”, ha aggiunto il comandante dei Ross. “I guadagni di Cosa Nostra arrivano non solo da traffico di stupefacenti e contrabbando di tabacchi, ma anche dal reinvestimento del denaro proveniente da attività illecite – spiega Angelosanto -. La nuova veste imprenditoriale spinge la mafia verso appalti o costruzioni come ad esempio gli impianti eolici. Il denaro guadagnato viene utilizzato per il sostentamento, ma anche per mantenere i detenuti in carcere e le loro famiglie; in più ci sono da pagare le varie spese legali”.

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