Messina e l'emergenza abitativa: al lavoro per il risanamento

Messina e l’emergenza abitativa: proseguono i lavori per il risanamento

Messina e l’emergenza abitativa: proseguono i lavori per il risanamento

Hermes Carbone  |
domenica 24 Novembre 2024

Un processo possibile grazie alla dotazione di Fondi PinQua, un piano per il quale Messina è stata la “prima città d’Italia" ad avere ottenuto oltre 140 milioni di euro per la rifunzionalizzazione

Mentre proseguono le opere di bonifica delle aree di via Catanoso, a ridosso del Policlinico di Messina, che lo scorso 16 novembre sono state teatro della visita del presidente della Commissione Parlamentare per le periferie, Alessandro Battilocchio, e della deputata messinese Matilde Siracusano, il Comune cerca di reperire nuove abitazioni sul mercato per gli sfollati dalle baracche.

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Un processo possibile grazie alla dotazione di Fondi PinQua, un piano per il quale Messina è stata la “prima città d’Italia” ad avere ottenuto oltre 140 milioni di euro per la rifunzionalizzazione degli ambiti di risanamento con ulteriori assegnazioni di abitazioni al fine di migliorare la coesione sociale e la qualità della vita delle categorie più fragili, nonchè rigenerare il tessuto socio-economico della città”, aveva spiegato all’atto della presentazione della dotazione il sindaco Basile.

I dettagli del progetto

Un progetto originariamente finanziato con una dotazione di 145milioni suddivisi in una prima parte da 100 e tre minori da 15 milioni ciascuno. In questo modo il Comune, per tramite della Patrimonio Spa e di Arismé, sta portando avanti lo sbaraccamento in città. Del totale delle somme, il 30% è stato destinato ai baraccati e il 70% per i soggetti che versano in condizioni di emergenza abitativa.

Dal 2018 in poi si è quindi proceduto a stilare un piano che permettesse al Comune, per tramite delle partecipate, l’acquisto di abitazioni da destinate a questi messinesi. Di interessante c’è che, in questi ultimi mesi, palazzo Zanca ha messo gli occhi sul mercato delle aste e su alcuni complessi immobiliari della zona sud della città. Sarà lì che andranno oltre un centinaio di persone tirate fuori dalle baracche.

In totale, si tratta di 11 lotti su 18 di appartamenti già a disposizione per essere occupati, oltre a un palazzo delle stesse dimensioni che dovrà però prima prevedere una ultimazione, con tempistiche evidentemente più lunghe. Asta prevista per il prossimo 17 dicembre. Ma le aree da coprire sono molteplici per via degli interventi che hanno riguardato Bisconte e Fondo Fucile e che presto dovrebbero coinvolgere anche il Rione Taormina.

Quasi in maniera del tutto esclusiva per Bisconte, sarebbero 94 gli appartamenti da reperire in città con acquisti sul mercato immobiliare o nuove costruzioni. Nelle aree in cui oggi sono presenti solo macerie saranno realizzati 84 alloggi; altri 210 nasceranno tra Bisconte e il rione Taormina. Non sono però mancate le polemiche bipartisan.

Il ripensamento nel rispetto del territorio

Il progetto principale da 100 milioni di euro prevedeva anche la realizzazione di imponenti complessi immobiliari che avrebbero potuto incappare nell’effetto “Vele di Scampia” o periferie milanesi. Per questo, tra gli altri, Fratelli d’Italia e sindacati dell’Unione Inquilini hanno chiesto a gran voce il ripensamento dei progetti e una armonia rispetto al territorio.

Un incastro di non facile soluzione per le aree a ridosso del torrente Annunziata, inserito tra i 14 progetti per il contrasto al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera che saranno finanziati dalla Regione Siciliana solo nella provincia di Messina. Aree che poi saranno ulteriormente interessate dagli imponenti cantieri previsti per il progetto del ponte sullo Stretto che mese dopo mese continua a prendere forma con l’approvazione con prescrizioni del Mase.

La consegna delle borse di studio

Nel frattempo, a proposito di nuove frontiere del risanamento, il 15 novembre scorso, nella sede della Città Metropolitana, sono state consegnate 10 borse di studio ad altrettanti ragazzi e ragazze che vivevano nelle baraccopoli di Messina e che grazie all’Università telematica Pegaso potranno accedere a una laurea triennale e costruire il futuro dei loro sogni. Per un risanamento che dovrà essere non solo abitativo, ma soprattutto culturale. È da qui che passa il futuro di Messina e delle circa 3000 famiglie ancora presenti nelle baracche.

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