Le conclusioni dell’organo contabile hanno rafforzato la tesi di chi si è opposto alla nuova Spa. Il documento economico verrà rivisto e integrato con le modifiche richieste dal Collegio
MESSINA – La bocciatura da parte dei Revisori dei conti del Consuntivo 2018 non è che un altro capitolo della tormentata vicenda con al centro Atm, azienda in liquidazione che gestisce ancora il servizio di trasporto pubblico in attesa del passaggio alla nuova Spa.
Le conclusioni dell’organo contabile hanno ridato forza alle tesi di chi ha sempre ritenuto che la scelta di liquidare la partecipata fosse basata non su dati oggettivi, ma scaturita da una posizione assunta dall’Amministrazione per delegittimare il lavoro del precedente esecutivo. La Commissione di liquidazione però, dopo lo scatenarsi delle reazioni di Cgil, Uil e MessinAccomuna è subito intervenuta, tenendo a spiegare che l’azione intrapresa sia stato “un atto dovuto e non una scelta politica”.
Il consuntivo dell’Atm verrà rivisto e integrato con tutte le modifiche richieste dal Collegio, ha assicurato il commissario Pietro Picciolo che nella sua nota ha confermato le carenze dell’Ufficio Ragioneria rilevate dai Revisori, specie dopo il pensionamento dell’unico responsabile con una qualifica specifica. Carenze in parte compensate dalla presenza dei consulenti.
Picciolo ha spiegato inoltre l’inopportunità di opporsi alla liquidazione dell’Atm e “il carattere strettamente tecnico della relazione del Collegio dei revisori”. Aggiungendo che “appare fuorviante l’espressione evidenziata dagli organi di informazione di ‘bilancio non veritiero’ in quanto trattasi di locuzione utilizzata dai revisori in riferimento a osservazioni al Bilancio che riguardano esclusivamente annotazioni riportate nella nota integrativa. I revisori nulla obiettano sulla veridicità dei dati contabili”.
Ma nella relazione i Revisori dicono testualmente che “con i rilievi evidenziati il Bilancio consuntivo 2018 predisposto dall’organo amministrativo non è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione; esso pertanto non fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria dell’Atm al 31 dicembre 2018”.
Viene anche annotato come l’azienda sia in attivo, nel 2018, di un milione e mezzo e che i circa 3 milioni di passivo del 2017 sarebbero ampiamente compensati dai circa 10 milioni che la Regione deve riconoscere come contributi chilometrici negati negli anni. “Le somme vantate da Atm nei confronti della Regione – ha precisa il commissario liquidatore- sono state apposte in bilancio in maniera corretta e prudenziale”.
“Si faccia definitivamente chiarezza sui conti dell’Atm – hanno chiesto Carmelo Garufi e Michele Barresi segretari di Filt Cgil e Uiltrasporti – ricorrendo a organi terzi e dev’essere il Consiglio comunale a pretenderlo con urgenza. Tanti appaiono gli interrogativi che emergono nella relazione, di natura tecnica e contabile, e cosa gravissima i revisori denunciano persino che la loro opera di revisione e controllo sia stata volutamente ignorata. Di fatto si sta liquidando un’azienda con l’ultimo bilancio in attivo, con un quadro economico finanziario, tra debiti e crediti, ancora avvolto dal mistero e con il Collegio dei revisori che palesa evidenti perplessità sui reali conti societari”.
“Evidenziamo inoltre – hanno concluso i sindacati – che un’azienda in liquidazione dovrebbe limitarsi a un’amministrazione ordinaria e non predisporre nuove nomine di esperti in possibile conflitto di interessi con la stessa Atm”.
Per i rappresentanti di MessinAccomuna, dopo l’ordinanza del Tribunale che dà ragione alla linea della precedente amministrazione sui rimborsi chilometrici della Regione e la relazione del Collegio dei revisori, la decisione sulla liquidazione va rivista. Come va rivisto il Piano di riequilibrio. “Per un’azienda verso la quale si certificavano 29 milioni di squilibrio – hanno sottolineato – De Luca ha imposto alla città sacrifici per 81 milioni: 52 di troppo. Il Piano precedente ne stanziava 32, ma l’ordinanza del Tribunale e la relazione dei Revisori mostrano che, in realtà, l’azienda ha già un portafoglio di crediti superiore a quanto il bilancio riporta”.