Messina, partenza posticipata per la nuova Atm - QdS

Messina, partenza posticipata per la nuova Atm

Lina Bruno

Messina, partenza posticipata per la nuova Atm

sabato 04 Gennaio 2020

Dopo un acceso scontro il Contratto di servizio ha ricevuto il via libera del Consiglio comunale. Ci sono novanta giorno di tempo per il necessario passaggio di dipendenti e mezzi

MESSINA – Tre mesi di tempo per far transitare mezzi e dipendenti dalla vecchia società in liquidazione alla nuova Atm Spa. Era chiaro che l’azienda di nuova costituzione non potesse essere attivata dal 2 gennaio, malgrado il pressing che il sindaco Cateno De Luca ha fatto sul Consiglio perché approvasse il Contratto di servizio entro il 31 dicembre.

L’Aula prima lo ha bocciato, ma dopo la ripresentazione dell’atto da parte del primo cittadino, che prefigurava in caso contrario la paralisi del servizio di trasporto e il blocco dei pagamenti a dipendenti e fornitori, lo ha approvato. Nella delibera datata 24 dicembre si specificava già che “le procedure riguardanti i complessi adempimenti di natura burocratica, legale finanziaria, indispensabili ad avviare le attività istituzionali della nuova Atm Spa, hanno subito alcuni rallentamenti e pertanto si rende necessario prorogare il periodo transitorio, stabilendo la nuova data di avvio al primo aprile 2020”. Nella stessa delibera si spiegava anche che per garantire la continuità e la regolarità di svolgimento del servizio di trasporto pubblico locale era necessario e indispensabile la prosecuzione del servizio in regime di proroga sino al 31 marzo 2020 con tutti i bus e convogli tranviari in dotazione.

Per il momento quindi niente blocco del servizio né stipendi a rischio, ma c’è il rischio che queste criticità possano presentarsi ad aprile. “Pur non condividendo – hanno affermato Carmelo Garufi (Filt Cgil) e Michele Barresi (UIltrasport) – la fretta con cui ci si ostina a procedere politicamente verso una Spa, preme invece che si approfitti di queste settimane per formalizzare quali siano le modalità normative che si intende utilizzare per il trasferimento dei lavoratori, indipendentemente dall’esito del ricorso presentato al Tribunale del lavoro. Non c’è chiarezza, neppure nel testo del contratto di servizio, su svariati punti che riguardano il destino dei cinquecento lavoratori, del loro Tfr e delle tutele dei diritti acquisiti che, citando le parole del sindaco, non possono essere affrontate con ‘forzature’ come si è tentato di procedere”.

Sull’azienda speciale e la Spa che deve prenderne il posto si è costruita una narrazione che continua ad arricchirsi di particolari che riportano alla domanda iniziale: era inevitabile la liquidazione dell’Atm? Un quesito che è tornato dopo la bocciatura del Piano di liquidazione da parte del Consiglio, che allo stesso tempo però aveva approvato l’aumento del capitale della nuova società di trasporto pubblico. La Spa, secondo Cgil e Uil, è l’espressione di una scelta politica orientata verso la gestione privata, anche parziale, del servizio di trasporto. I due sindacati sostengono che l’azienda speciale Atm poteva essere risanata e che servirebbe la certificazione della situazione finanziaria di un soggetto terzo.

L’ultimo bilancio redatto dall’Azienda speciale per il 2018 risulta in attivo come quelli dal 2013 al 2016 e inoltre ci sono crediti per oltre 11 milioni di euro nei confronti della Regione siciliana. Il sindaco De Luca, nel Salva-Messina ha invece fotografato una situazione finanziaria disastrosa dovuta alla mole di debiti accumulati nel tempo. Dopo la bocciatura, l’azienda speciale, secondo un nuovo parere dei liquidatori, è ritenuta “insolvibile e affetta da gravi irregolarità contabili-amministrative”, tanto che viene preannunciata una richiesta di liquidazione coatta amministrativa. Un percorso che potrebbe risultare in contrasto con la delibera che dispone la liquidazione volontaria, che non è stata revocata. Poi c’è l’inserimento del passivo nel piano di riequilibrio. Se l’Azienda fosse posta in liquidazione coatta, tutto il patrimonio sarebbe congelato e affidato a un commissario liquidatore che procederebbe secondo le direttive dell’Autorità di vigilanza. Nel frattempo ad alcuni autisti è stato concesso un più avanzato parametro contrattuale e questo in vista del passaggio alla Spa. Ma sorge un dubbio: tutto ciò è possibile in fase di liquidazione?

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