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La “guerra” del Governo alle microtasse, quali sono i tributi che potrebbero sparire

La “guerra” del Governo alle microtasse, quali sono i tributi che potrebbero sparire

Dal superbollo auto all’imposta sui biliardini. Ecco quali sono le microtasse che il Governo ha in previsione di cancellare entro due anni.

Quello della riforma fiscale continua a essere uno dei cavalli di battaglia del Governo Meloni. Tra le prossime mosse in cantiere da parte dell’esecutivo figura quella della lotta alle cosiddette “microtasse”, vale a dire tutte quelle piccole imposte che sono state introdotte in passato per rimpinguare le casse dello Stato con ulteriori entrate, senza però riuscire a racimolare grosse cifre.

Microtasse, il superbollo tra i prelievi più discussi

Tra le microtasse che il Governo ha in previsione di eliminare entro i prossimi due anni figura quella del superbollo auto, un’imposta che riguarda le auto di lusso e con potenza superiore a 185 Kw (251,6 cavalli).

Annualmente, con questo balzello, lo Stato è riuscito a recuperare poco più di 100 milioni di euro, una cifra che potrebbe essere riguadagnata attraverso altre tipologie di operazioni. Per questa microtassa già negli anni scorsi erano state partorite delle proposte da parte di differenti gruppi parlamentari, senza mai essere pienamente prese in considerazione dalle due Aule.

Microtasse, quali potrebbero essere cancellate

L’elenco di questi piccoli tributi è comunque molto lungo. Nella sfilza sono presenti la tassa di laurea, quella sul pubblico insegnamento, i diritti di licenza sulle accise, la tassa sugli intrattenimenti (nota anche come imposta sui biliardini), l’addizionale regionale sui canoni per le utenze delle acque pubbliche e la tassa sul tributo comunale sui rifiuti.

Non mancano poi l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto e l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.

Microtasse, ci aveva pensato anche Draghi

La lotta alle microtasse non è comunque un’esclusiva del Governo Meloni. Già lo scorso anno, prima delle dimissioni dell’ex premier Mario Draghi, il precedente esecutivo aveva realizzato una bozza della legge delega fiscale per l’attuazione di una serie di interventi di semplificazione di questo genere.

Nel documento veniva specificato come il gettito nelle casse dello Stato di questi micro prelievi sarebbe inferiore dello 0,01% del totale delle entrate dei tributi per lo Stato e dello 0,1% per quanto riguarda i Comuni e le Regioni. Una percentuale decisamente irrisoria.