Migliorare noi o peggiorare gli altri? - QdS

Migliorare noi o peggiorare gli altri?

Fleres Salvo

Migliorare noi o peggiorare gli altri?

mercoledì 21 Aprile 2021

Pare che l’aspirazione maggiore di molti italiani sia diventato quello di peggiorare le condizioni degli altri

Un tempo, la maggiore aspirazione di qualsiasi persona era quella di migliorare le proprie condizioni di vita e, di conseguenza, quelle dei propri familiari; oggi gli obiettivi sembrano essere cambiati e pare che l’aspirazione maggiore di molti italiani, il traguardo da raggiungere, sia diventato quello di peggiorare le condizioni degli altri.

C’è chi definisce questo fenomeno populismo, chi lo chiama invidia sociale oppure odio pauperista, io preferisco pensare che questo modo di intendere la vita, purtroppo, sia il prodotto di anni di politica al ribasso in ogni settore sociale!

Credo che questa drammatica condizione, che rischia di far precipitare il Paese in una condizione di pericolosissima regressione civile, culturale ed economica, venga da lontano: dagli esami di gruppo, in cui gli “asini” prendevano lo stesso voto di chi studiava e dal dovere di lavorare, tragicamente trasformato in diritto al salario!

Una società che rinunzia al merito ed agli effetti che esso deve produrre, a partire dal miglioramento delle condizioni di chi è meritevole, sia una società destinata a precipitare dentro un burrone di cui non si scorge il fondo.
“Consolarsi con l’altrui miseria”, sosteneva il filosofo Bertrand Russell, “può certo aiutare ad alleviare la propria disperazione, ma non a migliorare se stessi”.

Per completare il senso di quest’affermazione, è utile ricordare un altro filosofo: Johannesburg Gottlieb Fichte, il quale sosteneva che “l’uomo esiste per migliorarsi sempre di più dal punto di vista morale e per rendere migliore tutto ciò che lo circonda”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è lo scienziato Roberto Cingolani, secondo il quale: “ridurre le differenze vuol dire migliorare la vita di chi è indietro, non peggiorare la nostra”.

Per concludere questo lungo elenco di citazioni, come diceva il critico letterario Arturo Graf, “se i migliori non s’impongono ai peggiori, i peggiori s’imporranno ai migliori”.
Insomma, non bisogna assolutamente perdersi in chiacchiere, non bisogna illudersi e non bisogna illudere nessuno, altrimenti continueremo, tutti, chi più chi meno, ad alimentare una società priva di valori, priva di aspettative, priva di un futuro che sia migliore del passato, nonostante, paradossalmente, si pensi che stia per accadere esattamente il contrario!

Una società che valorizza i peggiori o che confonde il concetto di uguaglianza, inteso come pari opportunità, con il concetto di uniformità, si condanna a restare nelle mani dei peggiori.

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