Migranti, a Lampedusa, per i vacanzieri, non si vedono - QdS

Migranti, a Lampedusa, per i vacanzieri, non si vedono

redazione web

Migranti, a Lampedusa, per i vacanzieri, non si vedono

lunedì 31 Agosto 2020

Cinquantamila i visitatori giunti nell'Isola da luglio. Che in gran parte non si accorgono dell'emergenza: "Tutti parlano di loro, ma poi dove sono?". Ma alcuni testimoni dell'ultimo sbarco concordano sullo sciopero generale: "è giusto"

Meno di tre chilometri, sette minuti in automobile.

Tanto separa gli oltre millecinquecento migranti che affollano l’hotspot di Lampedusa, dai turisti in spiaggia: di loro sanno, ma in pochi li hanno visti di persona qui.

Ma l’altra Lampedusa affolla lettini, ombrelloni, anche sulle piattaforme sul mare, non sembra accorgersi di nulla. O quasi.

Per Federalberghi sono oltre cinquantamila i visitatori arrivati qui da luglio. Ieri, nell’ultima domenica di agosto trascorsa serenamente, almeno ottanta ombrelloni aperti per tutto il giorno a Cala Pisana, una delle poche al riparo dallo scirocco, a ovest.

Non c’è preoccupazione tra chi è in vacanza, per i migranti. Alcuni ne parlano tra un bagno e l’altro, parecchi sono curiosi di capire quello che non vedono.

“Riguardo ai migranti sembra la terra dei fantasmi: tutti parlano di loro, ma poi dove sono?”.

Se lo chiedono Nuvola, arrivata per la prima volta a Lampedusa da Genova, e la sua amica Silvia, da Venezia.

“Quello che è successo con il peschereccio arrivato l’abbiamo letto sul web – hanno aggiunto – mentre gli amici lontani ci chiedevano: ‘Ma allora che succede lì?”.

Parole che si ripetono tra un lettino e l’altro.

E così anche per Laura che di strada ne ha fatta poca: viene da Palermo e ripete di non aver subito alcun disagio da quando è sull’isola.

“Sembra che non ci siano”, osserva, parlando dei migranti, ma aggiunge che questo non può essere solo un problema di Lampedusa, ma dell’Italia e dell’Unione europea.

È rimasta impressionata, invece, Beatrice, per la prima volta a Lampedusa, proveniente da Arezzo e che è stata testimone dello sbarco dal peschereccio.

“Vedere quelle povere anime – ha detto – è stata una scena tremenda. Non riesco a non pensarci da allora”.

Mirko, genovese di quarant’anni si è svegliato con i primi servizi in tv sui migranti di Calabria e di Lampedusa e dal dammuso a Cala Galera dove sta con i figli, è andato verso il porto vecchio in cerca di tracce, di indizi.

“Volevo capire – ha raccontato – ma a parte una nave che forse era quella dello sbarco e che stavano sistemando, non ho visto nulla. È impressionante come non ci sia nessuna traccia in giro, se non qualche vettura dei Carabinieri che ronza attorno all’isola”.

“A Genova – ha aggiunto – di migranti ne vedo tutti i giorni, ne abbiamo molti di più. Quando siamo partiti, avevamo un po’ paura rispetto a cosa avremmo trovato, ma la verità è che anche se ti sforzi, non vedi niente”.

In spiaggia le voci si animano di più sullo sciopero annunciato dal sindaco Totò Martello per denunciare l’esasperazione dei seimila isolani.

“Se domani trovassi i bar chiusi e i ristoranti in sciopero, la vivrei tranquillamente”, commenta Milena in vacanza qui dalla provincia di Como.

“Credo che sarebbe giusto nonostante il disagio che può provocare ai turisti. Ma in fondo la presenza di così tanti migranti è una cattiva pubblicità per un’isola che vive di turismo. Serve un’azione forte”.

Di parere opposto Ulisse, milanese, che viene qui dalla fine degli anni Ottanta e c’era al momento dello sbarco: “lo sciopero servirebbe solo a danneggiare imprenditori e commercianti del posto e a Roma e nel resto d’Italia chi se ne importa se Lampedusa chiude per un giorno”.

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