Giravano con una bici elettrica e due pistole giocattolo per le strade del quartiere Zen di Palermo, non lontani dalla casa del 28enne Gaetano Maranzano (il giovane accusato dell’omicidio di Paolo Taormina, avvenuto lo scorso weekend): per questo i carabinieri hanno individuato e fermato due minorenni, di 15 e 16 anni.
L’episodio è avvenuto intorno alle 22.30 di ieri sera.
Due minorenni con pistole giocattolo fermati allo Zen di Palermo
I carabinieri hanno individuato e fermato i due minori in via Costante Girardengo. Avevano in mano due armi finte con un tappo rosso, due riproduzioni di pistole semiautomatiche, successivamente poste sotto sequestro per ulteriori accertamenti. I ragazzi sono stati riconsegnati ai genitori.
L’allarme violenza
L’episodio dei minorenni sorpresi con pistole giocattolo tra le vie dello Zen suscita particolare preoccupazione, considerando il dibattito sulla sicurezza – che dopo l’omicidio di Paolo Taormina è arrivato perfino a Roma, con un vertice Piantedosi-Schifani-Lagalla che ha portato all’istituzione di tre zone rosse a Palermo – e la deriva violenta osservata soprattutto tra le giovani generazioni. Nella zona dello Zen – “osservata speciale” in questo particolare momento – i controlli sono stati rafforzati. Non sono mancate risposte violente, come l’aggressione ai carabinieri durante un blitz che ha portato a 5 arresti per spaccio di droga e detenzione illegale di arma da fuoco.
Che la cultura della violenza sia ormai radicata a Palermo e in tutta la Sicilia (e non solo, considerati gli episodi di cronaca che si osservano ogni giorno) è un dato di fatto. Ed è una profonda preoccupazione per la comunità – che all’omicidio dello scorso sabato ha risposto con fiaccolate e marce silenziose contro la violenza – e per le istituzioni. Fanno riflettere anche le parole cariche di dolore dell’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice, che ai funerali di Paolo Taormina dichiara: “La violenza, lo diciamo con tristezza, sembra inestirpabile. Nessuna motivazione rende legittima l’uccisione di un uomo. E piangendo per Paolo, piangiamo per tutti i morti uccisi dalle guerre, dalla mafia, dalla violenza, dal narcisismo delirante, dal culto della forza virile”.
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