Muore dopo intervento per obesità: "Malattia, non problema estetico"

Morta dopo intervento estetico per obesità: gli avvertimenti dello specialista

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Morta dopo intervento estetico per obesità: gli avvertimenti dello specialista

Melania Tanteri  |
giovedì 14 Aprile 2022

In attesa dell'esito dell'autopsia, interviene il presidente emerito della Società italiana di Chirurgia dell'obesità, Luigi Piazza. E fa chiarezza sulla tragedia avvenuta a Catania.

Morta dopo un intervento estetico per ridurre il grasso addominale a poche ore dalle dimissioni. La Procura della Repubblica ha aperto un procedimento, in relazione al decesso di Florentina Gruia, la donna di 58 anni di Scicli spirata in auto poco dopo essere stata dimessa dalla clinica catanese dove si era sottoposta a un intervento di chirurgia. L’ipotesi di reato è omicidio colposo e lesioni personali colpose gravissime in ambito sanitario: nel registro degli indagati il chirurgo che ha effettuato l’intervento.

Luigi Piazza
Luigi Piazza, presidente emerito della Società italiana di Chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche

Decesso dopo l’operazione: l’allarme del chirurgo

I familiari della donna hanno sporto denuncia per verificare eventuali responsabilità mediche, nella convinzione che la paziente sia stata dimessa anzitempo. In attesa dell’esito dell’autopsia che potrà definire le cause che hanno portato la donna alla morte, interviene il presidente emerito della Società italiana di Chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche, Luigi Piazza. Che lancia l’allarme sul rischio legato al trattamento estetico di una patologia, l’obesità, che necessita di un approccio clinico di altro tipo e che va trattata nelle strutture sanitarie attrezzate per interventi particolarmente dedicati.

L’obesità: malattia e non problema estetico

Piazza, innanzitutto, fa chiarezza sul tipo di operazione. “C’è un errore concettuale – esordisce il chirurgo. Si parla di intervento sull’obesità, ma in realtà hanno effettuato un intervento di Dermolipectomia addominale, un intervento estetico non per ridurre l’obesità. Con questo tipo di operazione non si elimina la causa che genera l’obesità, ma soltanto un inestetismo. La causa che genera l’obesità si elimina sottoponendosi al percorso diagnostico terapeutico adeguato, con tutti i professionisti e, solo in ultima analisi si pensa all’intervento chirurgico”. Asportare solo il grasso, dunque, non risolve il problema di salute ma solo quello estetico. “Un’operazione plastica da sola non risolve il problema del paziente che resta obeso” – sottolinea Piazza.

Per curare l’obesità esistono gli specialisti

Luigi Piazza vuole chiarire altri aspetti. “Una cosa è la cura dell’obesità grave – l’obeso grave è un paziente malato e sostanzialmente molto delicato – sostiene – un’altra cosa è l’inestetismo derivato dall’eccesso di peso. La paziente in questione non si è sottoposta a intervento per curare l’obesità. La cui cura è appannaggio dei medici specialisti e, in ultima analisi, dei chirurghi specializzati in chirurgia dell’obesità nei casi che non trovano risposta con le cure mediche”.

La Società scientifica e i passi avanti nella cura dell’obesità

I luoghi per sottoporsi a questi delicati interventi ci sono, sottolinea il chirurgo. Anche in Sicilia. Sono stati individuati dalla Società italiana di Chirurgia dell’obesità. “Sono centri di riferimento che sono stati accreditati dalla Sicob e sono presenti nelle tre città metropolitane dell’isola – Palermo, Catania e Messina – sia nel pubblico che in strutture convenzionate. Sono dei centri che sono sotto il controllo di qualità della Sicob, società scientifica alla quale sono iscritti i chirurghi che inseriscono i dati di attività all’interno di un registro nazionale. Questo a garanzia di elevati standard di qualità“.

Il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale

Non solo esistono centri in tutta l’isola, ma la Sicilia è all0avanguardia nel trattamento dell’obesità. “Il sottoscritto, insieme a un altro ristretto numero di chirurghi e medici siciliani, grazie all’Assessorato regionale alla sanità, ha contribuito a create il primo Pdta, il primo Percorso diagnostico terapeutico assistenziale che, sotto l’egida della Regione siciliana, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Un passaggio importante, che permette alla Sicilia di collocarsi come seconda regione d’Italia a dotarsi di un Pdta per l’obesità che prevede degli step. E proprio di questo stiamo parlando: il percorso del paziente è irreggimentato in maniera chiara e precisa attraverso dei sistemi di controllo e i team multidisciplinari. E mira, da un alto a ridurre a 0,01 il rischio operatorio e post operatorio e, dall’altro, ad azzerare la migrazione sanitaria. Chi si pone al di fuori di queste regole lo fa sotto la propria responsabilità“.

La Salute non ammette ignoranza

“Anche i pazienti sono tenuti a informarsi, a conoscere i centri nei quali questa malattia viene trattata con competenza, serietà e sicurezza – incalza ancora Piazza – non affidandosi a chi non appartiene a queste società scientifiche”. L’indagine della Procura farà chiarezza, come evidenzia il chirurgo che insiste: ” Occorre affidarsi ai centri qualificati che in Sicilia ci sono e sono numerosi”. Centri specializzati e con terapia intensiva, anche: sembra infatti che la causa del decesso della donna possa essere una tromboembolia. “Se così fosse – afferma Piazza – è probabile che una maggiore attenzione ai sintomi mostrati, una maggiore prudenza prima delle dimissioni, un’osservazione di qualche ora in più, avrebbe potuto salvare la vita alla sfortunata paziente. Attendiamo l’esito dell’autopsia – conclude – occorrerà verificare se la donna è stata sottoposta preventivamente a una terapia di anticoagulanti e spero che sia stata preventivamente sottoposta a quei presidi medici atti a prevenire la tromboembolia che usiamo in ospedale”.

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