Narges Mohammadi, la coraggiosa lotta per i diritti delle donne iraniane - QdS

Narges Mohammadi, la coraggiosa lotta per i diritti delle donne iraniane

Narges Mohammadi, la coraggiosa lotta per i diritti delle donne iraniane

sabato 07 Ottobre 2023

All’attivista, attualmente detenuta a Teheran e condannata a 31 anni di carcere e 154 frustate, il premio Nobel per la Pace

OSLO – Il Nobel per la pace del 2023 è andato all’iraniana Narges Mohammadi per “la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran”. Lo ha annunciato la presidente della commissione del Nobel di Oslo, sottolineando che la lotta della 51enne attivista e giornalista iraniana è portata avanti “a fronte di un’enorme sofferenza”, ricordano le sue tante condanne e che “mentre ora parliamo è detenuta in carcere”.
Narges Mohammadi è stata arrestata 13 volte, condannata cinque, a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate. Il Comitato Nobel ha sottolineato “il tremendo costo personale” che sta pagando l’attivista di 51 anni per sua “coraggiosa lotta” per i diritti delle donne e contro la pena di morte.

Comitato Oslo: “Venga a ritirare il premio”

La presidente del comitato dei Nobel di Oslo Berit Reiss-Andersen che ha annunciato il premio per Narges Mohammadi, attualmente in prigione a Teheran, ha lanciato un appello alle autorità iraniane affinché rilascino la donna consentendole di ritirare il premio che rappresenta “un riconoscimento ad un intero movimento in Iran di cui Mohammadi è leader indiscussa”. E conferendo questo premio, il comitato di Oslo intende inviare al governo iraniano un chiaro messaggio affinché “ascolti il proprio popolo”.
“Speriamo – ha proseguito la presidente – che questo sia un incoraggiamento a continuare il loro lavoro nelle forme che il movimento troverà più adatte”.

Nella motivazione del premio, letta ieri da Reiss-Andersn, si sottolinea come allo scoppio “ancora una volta” del movimento di protesta in Iran, dopo che la polizia morale uccise a botte Masha Amini perché non indossava correttamente il velo, Mohammadi dal carcere ha organizzato le altre detenute. Ed è anche riuscita a far uscire dalla prigione un suo articolo che fu pubblicato dal New York Times, per incoraggiare il movimento ed assicurare che la protesta “non arretrasse”.

“Il motto adottato dalle dimostranti, donna-vita-libertà, esprime in modo opportuno la dedizione e il lavoro di Narges Mohammadi”, si legge ancora nella motivazione.

Il premio Nobel per la Pace ritirato dal fratello di Narges Mohammadi

“È una gioia così grande, sono così felice a nome di Narges”. Così Hamidreza Mohammadi, fratello dell’attivista iraniana alla quale è stato conferito il premio Nobel per la Pace, ha espresso la gioia per il riconoscimento alla sorella che è rinchiusa nel carcere di Evin. Ed ha espresso la speranza che questo migliori la situazione per gli attivisti in Iran: “Speriamo che questo la renda più sicura per loro in Iran, è molto pericoloso per loro, gli attivisti possono perdere la loro vita”, ha aggiunto intervistato dall’emittente norvegese Nrk.
Riguardo poi all’appello rivolto dal comitato dei Nobel di Oslo al governo iraniano a rilasciare l’attivista, Mohammadi afferma: “È difficile dire se possa essere rilasciata, con questo regime”.

Von der Leyen: “Ispirazione per tutte le donne”

“Congratulazioni a Narges Mohammadi per il Nobel per la Pace. Riconosce la lotta coraggiosa e nobile delle donne iraniane che sfidano l’oppressione a loro rischio e pericolo. Ispirano le donne di tutto il mondo a difendere la propria libertà e i propri diritti. Siamo con te. Per le donne, la vita, la libertà”. Lo ha scritto su X la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Le reazioni della politica italiana

“Il Nobel per la Pace a Narges Mohammadi per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran, è una bellissima notizia che rafforza la battaglia delle donne e del popolo iraniano per il rispetto dei diritti umani, per la libertà e per la democrazia in Iran. Mohammadi è un’attivista iraniana imprigionata e torturata più volte per il suo impegno contro un regime totalitario e repressivo. Lo scorso anno è stata condannata a otto anni e due mesi di reclusione, due anni di esilio e 74 frustate”. Lo dichiara Laura Boldrini, deputata del Partito democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

L’auspicio di Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato è che il premio rappresenti “un faro di luce che illumina il buio delle violenze, della discriminazione, dell’oppressione da parte del regime iraniano nei confronti delle donne, crudeltà per troppo tempo condannate, ma mai davvero combattute dalla comunità internazionale”.
“Qualche mese fa – ricorda l’esponente azzurra -, Narges Mohammadi scriveva dal carcere: ‘Le donne coraggiose, resilienti e piene di speranza dell’Iran vinceranno. Vittoria significa instaurare la democrazia, la pace e i diritti umani e porre fine alla tirannia’. Per farlo, per lottare, denunciare e mostrare al mondo le gravissime violazioni dei diritti umani da parte del regime iraniano, sta pagando un prezzo altissimo”.
“Il Nobel è un importante riconoscimento del coraggio e del sacrificio di Mohammadi, ma dovrà essere stimolo per tutti noi a fare molto di più, per essere concretamente al fianco degli iraniani liberi nella loro grande battaglia per riportare nel loro Paese la pace e il rispetto dei diritti umani”, conclude Ronzulli.

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