Tutto quello che serve sapere sulle nuove regole e requisiti per la Naspi 2025: i dettagli
Uno degli ammortizzatori più importanti del nostro sistema di welfare è l’indennità di disoccupazione chiamata Naspi, che nel 2025 ha subito qualche modifica. Infatti, a causa di qualche “furbetto”, il governo ha deciso di introdurre correttivi per limitare le situazioni per l’accesso al sostegno, riservandone diritto a colore che ne hanno bisogno e diritto.
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Che cos’è la Naspi
La Naspi, ovvero la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è una prestazione assistenziale che spetta chi perde il lavoro per cause non dipendenti dalla loro volontà. Un esempio può essere un contratto di lavoro a termine o un licenziamento. Nessun diritto alla Naspi chi si dimette, eccetto i casi in cui sussista la giusta causa.
I truffatori e furbetti
Ci sono anche coloro che hanno trovato diverse soluzioni per raggirare queste regole. Infatti, c’è il caso di chi non si dimette e forza il datore di lavoro a licenziarlo, smettendo di presentarsi a lavoro (ad esempio). O c’è anche chi si dimette per potersi fare assumere da altre aziende per periodi limitati, in modo tale da ricevere la Naspi anche nel periodo precedentemente lavorato. Ma quest’anno ci sono dei cambiamenti. Vediamo quali.
A chi spetta la Naspi 2025
L’Indennità di Disoccupazione Naspi 2025 spetta ai lavoratori con contratto di lavoro subordinagto che hanno perso involontariamente l’occupazione, tra cui:
- Apprendisti
- Soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le cooperative
- Personale artistico con rapporto di lavoro subordinato
- Dipendenti a tempo determinato della PA
- Operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative e dei loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici.
- Non he hanno diritto i lavoratori autonomi
A chi non spetta la Naspi 2025
Non può accedere alla Naspi 2025 invece:
- dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
- lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa;
- lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
- lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, qualora non optino per la Naspi
La disoccupazione involontaria: di cosa si tratta
Come si fa a definire una persona disoccupata? Si intende, quei soggetti privi di impiego che abbiano perduto involontariamente il proprio lavoro. Può rientrare nel caso di involontarietà coloro che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa o lavoratori licenziati per motivi disciplinari. Rientrano anche diverse categorie come:
- dimissioni intervenute durante il periodo tutelato di maternità, ossia a partire da 300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento del primo anno di vita del bambino;
- risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, purché sia intervenuta nell’ambito della procedura di conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro secondo le modalità di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 come sostituito dall’articolo 1, comma 40, legge 92/2012;
- risoluzione consensuale a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi presso altra sede della stessa azienda distante più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore e/o mediamente raggiungibile con i mezzi pubblici in 80 minuti o più;
- licenziamento con accettazione dell’offerta di conciliazione di cui all’articolo 6, decreto legislativo 22/2015.
- Inoltre, con il decreto n. 48 del 2023, sono cambiate anche le regole per coloro che inducono l’azienda a licenziarli così da evitare le dimissioni e mantenere il diritto alla Naspi.
Naspi con l’assenza ingiustificata: cosa cambia
La novità della Naspi 2025 è stata approvata nel Dl Collegato Lavoro: un dipendente non può più sfruttare la possibilità di non presentarsi in azienda per un lungo periodo obbligando così il datore di lavoro a licenziarlo e permettergli l’accesso alla Naspi.
Infatti, con il nuovo provvedimento, con l’assenza ingiustificata che si protrae per 15 giorni essa è considerata come se fosse una dimostrazione del lavoratore di dimettersi: quindi niente Naspi.
Naspi: quando spetta in caso di dimissioni, nuovo lavoro e licenziamento
Per avere diritto alla Naspi 2025 è necessaria la perdita involontaria del proprio lavoro. Per aggirare questo problema, molti lavoratori fittiziamente dopo essersi fatti licenziare, trovano da chi farsi assumere per qualche tempo per avere diritto al sussidio per il periodo lavorato cessato a seguito delle dimissioni.
La legge di Bilancio pone un nuovo limite temporale, stabilendo che i lavoratori che abbiano dato dimissioni volontarie da un lavoro a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti, avranno diritto alla Naspi solo nel caso in cui abbiano trovato un nuovo lavoro entro 13 settimane.
La durata della Naspi 2025
Quanto dura la Naspi 2025? L’indennità di disoccupazione è calcolata in base alla storia contributiva del beneficiario. Infatti, la Naspi è erogata dall’Inps per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive negli ultimi 4 anni.
E quanto dura? Sulla base di quanto previsto dalla normativa del 2025, essa ha una durata massima di 24 mesi.
Come presentare domanda
Per presentare la Naspi c’è un tempo limite di 68 giorni, pena la decadenza, dalla cessazione del rapporto di lavoro. Per il licenziamento per giusta causa si conta dal 38° giorno della data di cessazione.
La domanda va fatta telematicamente tramite il sito dell’Inps. Si può chiamare anche il numero verde e rivolgersi agli enti di patronato e intermediari dell’Istituto statale predisposto.