Natalità, Giorgetti: "No stesse tasse per single e famiglie" - QdS

Natalità, Giorgetti: “Non possiamo tassare single e famiglie allo stesso modo”

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Natalità, Giorgetti: “Non possiamo tassare single e famiglie allo stesso modo”

Redazione  |
venerdì 21 Aprile 2023

Il ministro dell'Economia nel corso di un'audizione sul Def: "Inversione demografica grande sfida per l'Italia, ecco cosa fare".

Non possiamo tassare allo stesso modo chi è single e chi ha una famiglia con figli perché evidentemente chi ha dei figli ha dei costi che in qualche modo alterano il concetto, tanto caro a tanti qui presenti, della progressività del carico fiscale. Quello che dobbiamo in qualche modo fare è rimuovere gli ostacoli e i limiti per quanto riguarda la natalità”.

Lo ha dichiarato ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione sul Def nelle commissioni Bilancio di camera e Senato.

Natalità, Giorgetti: “Inversione demografica sfida dell’Italia”

“Non sono così sciocco da pensare – ha aggiunto Giorgetti – che soltanto un incentivo fiscale possa produrre un effetto sulla natalità e penso che non sia neanche il caso di parlare di incentivi alla natalità. Noi dobbiamo parlare di disincentivi alla natalità”.

L’inversione della curva demografica è una delle maggiori sfide che l’Italia e i Paesi europei devono affrontare. Servono politiche di sostegno alla natalità e alla genitorialità, interventi per l’offerta di lavoro e per l’imprenditoria femminile. E’ un processo lungo e graduale che richiede anche condivisione politica”, ha sottolineato il braccio destro all’Economia del Governo Meloni.

Cuneo fiscale e spesa sanitaria

Capitolo cuneo fiscale. Nei prossimi giorni è previsto ”un ulteriore intervento a vantaggio dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi“. Secondo Giorgetti, comunque, sono necessarie “misure di più ampio respiro che oltre a sostenere la domanda interna diano nuovo slancio alla crescita dell’economia reale”.

Soffermandosi poi sulla spesa sanitaria, il ministro ha sottolineato che “non c’è una riduzione della spesa per la sanità ma c’è un incremento. C’è sicuramente per il 2024 il venir meno della corresponsione degli arretrati contrattuali che ha influenzato in termine di percentuale del Pil”.

“C’è una voce di cui si parla pochissimo che è quella sull’edilizia sanitaria che è clamorosamente ferma al palo: la responsabilità è dei governi precedenti, è nostra, è di tutti. Sono 34 miliardi che fanno fatica a essere messi a terra. E’ un tema su cui richiamo anche il Parlamento a un azione di sollecito”, ha concluso.

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