Nemo Sud Messina, la storia dell'inchiesta e i nomi dei 9 indagati

Nemo Sud Messina, la storia e i dettagli dell’inchiesta: tutti i nomi dei 9 indagati

Nemo Sud Messina, la storia e i dettagli dell’inchiesta: tutti i nomi dei 9 indagati

Hermes Carbone  |
mercoledì 15 Maggio 2024

L’indagine è stata avviata nel 2019 ed è partita in seguito a una denuncia da parte di un medico del Policlinico di Messina: la ricostruzione

Sono 9 gli indagati e 11 i milioni di euro sequestrati nell’ambito dell’inchiesta che ha coinvolto il Centro clinico Nemo Sud di Messina. Tra i reati contestati, a vario titolo come raccontato nella notizia pubblicata sul Qds nel pomeriggio di ieri, ci sono quelli di peculato e corruzione. L’indagine è stata avviata nel 2019 ed è partita in seguito a una denuncia da parte di un medico del Policlinico di Messina. Coinvolta anche l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, nella qualità di ex direttore sanitario dell’ospedale universitario.

Contestati i reati di peculato e corruzione

Peculato e corruzione, come detto, sono i reati contestati a vario titolo agli indagati che hanno operato all’interno della struttura che dal 2012 al 2021 è stata attiva nei locali del Policlinico di Messina occupandosi di neuroriabilitazione. L’ipotesi accusatoria ritiene che attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per il centro clinico, si è consentito a una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell’Erario, in assenza dell’autorizzazione e dell’accreditamento della Regione Siciliana. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Messina, che hanno eseguito l’ordinanza applicativa di misure cautelari, personali e reali, emessa dal Gip del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della procura della Repubblica.

Ecco chi sono gli indagati

Nove, come detto, gli indagati. Tra questi, Alberto Fontana, 52 anni, ex presidente della fondazione Aurora onlus (che gestiva il centro clinico Nemo Sud a Messina), Giuseppe Laganga Senzio, 47 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico messinese, Mario Giovanni Melazzini, 65 anni, anche lui ex presidente della fondazione Aurora onlus. Con loro, Giuseppe Pecoraro, 75 anni, commissario straordinario del Policlinico, Paolina Reitano, 64 anni, ex direttrice sanitaria del Policlinico, Marco Restuccia, 60 anni, direttore generale del Policlinico, Giuseppe Vita, 72 anni, medico dirigente dell’unità operativa di Neurologia del Policlinico, insieme all’attuale assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, 68 anni, in qualità di ex direttore sanitario dell’ospedale universitario e a Michele Vullo, 68 anni, ex direttore amministrativo del Policlinico. I provvedimenti sono relativi a un’indagine avviata nel 2019 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina a seguito della denuncia di un medico all’epoca in servizio presso il Policlinico di Messina. Diverse le irregolarità emerse nella gestione del centro clinico privato “NeMoSUD”, costituito nel 2012, per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica. Favori che secondo l’accusa sarebbero andati avanti per 9 anni, quando il centro clinico fu costretto alla chiusura proprio per mancanza di fondi.

Fu l’ex commissario staordinario del Policlinico di Messina, Giampiero Bonaccorsi, a far emergere alcuni profili di illegittimità nella convenzione della quale ha beneficiato il Centro. Secondo la giudice per le indagini preliminari Claudia Misale, l’attenzione si è ricercata nel dettaglio della “diversità” del Centro clinico Nemo Sud rispetto agli altri centri gestiti in Italia dalla Fondazione Aurora onlus. A Messina, per il centro che ha ricevuto somme pubbliche, mancavano le autorizzazioni e l’accreditamento presso il Servizio Sanitario Nazionale.

Il centro clinico avrebbe ricevuto fondi in modo illecito

Nato nel dicembre 2012 grazie alla Fondazione Aurora, nel corso degli anni il Centro si è occupato di neuroriabilitazione all’interno dei locali del Policlinico universitario di Messina. Una attività svolta in parallelo rispetto a quella eseguita nel principale ospedale cittadino e all’interno del Centro Neurolesi Bonino Pulejo. Secondo gli investigatori, che hanno proceduto all’indagine nei confronti di 9 professionisti, l’attività avrebbe ricevuto fondi in modo illecito. Negli anni il Centro Nemo Sud è stato protagonista di campagne di crowfunding per sostenere le attività riabilitative e da lì sono derivati parte degli introiti che hanno consentito alla struttura di reggersi in piedi. Anche qui in parallelo, attività svolte grazie allo stanziamento di fondi regionali. Quelli che adesso sono finiti al centro dell’indagine anche in seguito alle verifiche richieste dallo stesso Policlinico.

Il 6 novembre 2015 è proprio l’Azienda ospedaliera “Gaetano Martino” a chiedere all’assessorato regionale un «apposito riscontro, quale condivisione del progetto e conferma della sua prosecuzione anche per il 2016» del Centro Nemo Sud. Diversi negli anni gli accreditamenti che risultano nei confronti della Fondazione Aurora e che avevano fatto insospettire anche l’ex rettore dell’Università degli Studi di Messina, Salvatore Cuzzocrea. Fu proprio lui a decidere di internalizzare i servizi prestati da Nemo Sud dopo le segnalazioni dell’ex assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e in seguito alla scoperta dell’assunzione del figlio e della nuora del professore Vita, neurologo del Policlinico di Messina per il quale è stata richiesta la misura degli arresti domiciliari, ma con la Gip Misale che ha ritenuto congrua la misura della sospensione.

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