“I No-energia” hanno rovinato l’Italia - QdS

“I No-energia” hanno rovinato l’Italia

Carlo Alberto Tregua

“I No-energia” hanno rovinato l’Italia

giovedì 21 Aprile 2022

Tab, Tav, Nucleare, Rinnovabili

La responsabilità dei guai che sta attraversando l’Italia non è dei “No-tutto” (No-Tap, No-Tav, No-vax, No-rinnovabili, No-petrolio, No-nucleare e così via), bensì dei governi e del ceto politico che ci hanno governato negli ultimi trent’anni, i quali, con la loro pochezza e ignoranza, non hanno previsto quello che sarebbe accaduto nei decenni successivi.

Vi è una seconda e non meno grave responsabilità di tutti coloro che hanno fatto informazione (non solo i giornalisti) negli stessi tre decenni, i quali, anziché guardare – con mente aperta ed occhi altrettanto aperti – la realtà e il futuro, si sono accodati vilmente ai comportamenti del ceto politico prima indicato.

Questa ottusità e mancanza di previdenza oggi ci mette in una condizione di grave difficoltà, nel momento in cui accade un fatto prevedibile, come la guerra in Ucraina e le conseguenze energetiche ed economiche della frattura che il Governo Draghi ha creato nei confronti della Federazione Russa.
Non crediamo di essere lontani dalla realtà descrivendo questo scenario.

Per fortuna, i No-Tav della Torino-Lione sono stati tacitati; i No-Tap del gasdotto turco-greco sono stati tacitati; per disgrazia, i No-nucleare hanno vinto e oggi hanno messo in condizione di inferiorità l’Italia rispetto, per esempio, alla Francia, che nel nucleare ha il pilastro principale della propria economia.

Poi, si mette in mezzo la burocrazia, con un comportamento stupido, antisociale e antieconomico. Vogliamo citare il fermo alle richieste di autorizzazioni e concessioni per migliaia di impianti energetici con le rinnovabili, il blocco delle trivellazioni offshore, il blocco delle ricerche di petrolio e gas sul territorio nazionale, il blocco della costruzione di almeno tre/cinque rigassificatori in tutte le coste del Paese.

Quando finalmente si cerca di attivare la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, ecco che si mette in mezzo una burocrate per dire No, in modo ingiustificato e contrario agli interessi del popolo siciliano.
Chiediamo a gran voce al diretto superiore di tale burocrate di emettere un proprio decreto col quale revochi quello stupido provvedimento, in modo da consentire la costruzione immediata di quel rigassificatore, di cui c’è assoluto bisogno, oggi non domani.

I “No-tutto” costituiscono una parte molto minoritaria della popolazione italiana, però gridano ad altissima voce e hanno il supporto di tanti stupidi partitocrati, che li seguono non perché condividano le idee, ma perché pensano di potere acquisire consensi fra i cittadini. Fra quali cittadini? Quelli che non hanno studiato la storia, che non conoscono le vicende politiche e che, per conseguenza, sono incapaci (senza alcuna colpa) di guardare al futuro e il futuro.

Una classe politica si distingue da un’altra per la propria capacità di progettare a quindici/venti anni, cosa che la nostra classe politica non riesce a fare da appunto tre decenni.
Se i nostri governanti post-guerra avessero ragionato in questa maniera, l’Italia non sarebbe stata costruita rapidamente come è avvenuto. Un esempio è l’autostrada del Sole, da Milano a Napoli, realizzata in appena otto anni, dal 1956 al 1964, lunga 750 chilometri.

La crisi ucraina, provocata – a nostro avviso – dagli Stati Uniti, ha messo ancora di più in evidenza queste gravi carenze, soprattutto sotto il profilo energetico, ma non abbiamo sentito uno solo dei “No-tutto” reclamare per l’invio di armi all’Ucraina. Questo è un atto stolto perché non è certamente con le armi che si possa giungere alla pace, ma con il potere di persuasione, tentando di individuare il punto di mediazione possibile tra le richieste di Putin e le esigenze del popolo ucraino.

I “No-tutto” hanno impedito la costruzione dei termocombustori (chiamati precedentemente termovalorizzatori o inceneritori) in mezza Italia, ma non hanno proferito una sola parola contro gli stessi in tutto il Nord Italia, ove ve n’è una trentina.

Anche in questo versante, il Governo ha usato la regola dei figli e figliastri. Non si capisce infatti come mai il problema dei rifiuti sia stato totalmente risolto con l’economia circolare nel Nord del Paese e rimanga totalmente irrisolto in tutto il Centro-Sud, ove le discariche sono stracolme e non c’è più dove portare i rifiuti, salvo che spedirli via nave in altri Paesi. Evviva!

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