Nessuna risposta ufficiale sull'istituzione del tavolo tecnico promesso dal ministro Salvini. Forse verrà diffusa una circolare
A oltre una settimana dalla promessa fatta del Ministero dei Trasporti, Matteo Salvini, di istituire un tavolo tecnico per affrontare le problematiche nate dalle nuove modifiche del Codice della Strada per i pazienti in cura con cannabis terapeutica, quattordici associazioni, tra cui il Comitato Pazienti Cannabis Medica con sede a Sant’Alessio Siculo, hanno inviato una diffida formale ai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Salute e dell’Interno perchè il tavolo arrivi davvero ed entro il 20 gennaio.
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Il nodo sulle nuove pene per chi guida dopo aver assunto THC
Al centro della decisione di diffida c’è la riforma dell’articolo 187 del Codice della Strada. Dal 14 dicembre la norma stabilisce che basta risultare positivi al THC, il principio attivo della cannabis, per subire sanzioni come il ritiro della patente, multe fino a 6 mila euro e, in alcuni casi, l’incriminazione penale.
Non viene più considerato necessario dimostrare lo stato di alterazione del conducente. Una modifica che ha generato preoccupazione tra le migliaia di pazienti che in tutta Italia sono in cura con i cannabinoidi. Il THC può rimanere nel corpo per giorni, anche quando non ha più alcun effetto sullo stato psicofisico. Questa differenza tra scienza e legge, secondo quanto fatto rilevare anche all’interno della diffida prodotta dallo studio legale Miglio Simonetti, rischia di trasformare una terapia legale in un limite per quanti assumono cannabis a scopo terapeutico.
La denuncia delle associazioni
Le associazioni – oltre Comitato Pazienti Cannabis Medica, Canapa Caffè, sono nell’elenco Associazione Tutela Pazienti Cannabis Medica APS ETS, Cannabis social club di Bolzano, Meglio Legale, Canapa Sativa Italia, Deep Green, Cannabis Medical Center, THC Milano The Hemp Club, Seminiamoprincipi, Cannabis medical center e Ornella Muti Hemp Club, CFU-Italia e Carlo Therapy – hanno denunciato la “costante incertezza” creata dalla nuova normativa, sottolineando che la positività al THC non significa automaticamente incapacità di guida. “Questa legge ignora la scienza e genera ansia nei pazienti – hanno spiegato i quattordici gruppi – Molti rinunciano a guidare per paura di perdere la patente, limitando la loro libertà e la possibilità di vivere una vita normale”.
Le richieste e la risposta degli uffici
Con la diffida, le associazioni chiedono che entro il 20 gennaio 2025 venga convocato il tavolo tecnico promesso dal ministro Matteo Salvini per trovare soluzioni ad hoc. Chiedono regole che distinguono tra chi è realmente in stato di alterazione e chi, pur risultando positivo al THC, non rappresenta alcun rischio per la sicurezza stradale. Ricevuta la pec, da parte dei ministeri interessati sono arrivate solo risposte formali. Il Mit ha spiegato di aver girato il documento agli uffici competenti, la segreteria del Ministero della Salute ha fatto sapere di avere sottoposto la pec al dirigente di riferimento.
“Al momento non ci è arrivata nessuna risposta ufficiale – ha spiegato Santa Sarta presidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica – gira voce che si stia preparando una circolare, ma questa non ha valore legale. E’ solo una comunicazione interna”.
“Quello che chiediamo – ha spiegato Sarta – è che venga messo nero su bianco la modifica della legge e quindi la tutela di tutti i pazienti che possono subire un risultato positivo al test salivare”. L’istituzione di un tavolo tecnico per la cannabis medica, così come annunciato dal ministro Salvini dopo due giorni dall’entrata in vigore delle nuove norme, per le associazioni dei pazienti è determinante. “La soluzione migliore è partecipare al tavolo tecnico e discutere non solo garantendo la nostra partecipazione di associazioni dei pazienti in cura con cannabis, ma anche con esperti legali, medici e tutte le figure che hanno competenza sulla materia”.
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