Domanda, formazione e lavoro: triangolo virtuoso assente in Sicilia

Occupazione: domanda, formazione e offerta. Quel triangolo virtuoso che la Regione ignora

Occupazione: domanda, formazione e offerta. Quel triangolo virtuoso che la Regione ignora

Michele Giuliano  |
giovedì 08 Agosto 2024

In Sicilia i dati sul lavoro sono tra i peggiori del Paese, mentre le imprese non trovano i profili professionali necessari.

I Centri per l’impiego siciliani sono ormai da tempo cattedrali in un deserto che è diventato il mondo del lavoro regionale. Da una parte gli uffici sono sguarniti del personale necessario; dall’altra non si riescono nemmeno a portare avanti quelle politiche di incontro della domanda e dell’offerta di lavoro che dovrebbero aiutare le aziende a trovare lavoratori da una parte, e i tanti giovani senza una prospettiva a costruirsi un lavoro. In pratica l’essenza per la quale sono nate queste strutture è quasi del tutto inesistente. E così viene meno quel triangolo virtuoso che la Regione dovrebbe creare connettendo domanda, formazione e offerta di lavoro.

La carenza di personale è un punto su cui dai Cpi puntano spesso: già nel Piano triennale 2019-2021 della Regione Siciliana erano previste 1.246 assunzioni, ma in realtà di nuovi ingressi negli uffici ce ne sono stati soltanto 543. Non è un caso, quindi, che siano molte le attività che vanno a rilento, tra cui il mastodontico Programma Gol finanziato da Regione e Unione europea, che prevedeva il reinserimento di 60mila disoccupati siciliani nel mondo del lavoro.

Domanda, formazione e offerta di lavoro: il triangolo virtuoso assente in Sicilia

L’iniziativa è fortemente indietro rispetto agli obiettivi da raggiungere, che ormai rischiano di diventare chimere, nonostante i fondi messi in campo per tentare di recuperare al mondo del lavoro soprattutto i Neet, un acronimo che definisce i giovani che non studiano e non lavorano e rappresentano una grossa fetta della disoccupazione isolana.

Un dato estremamente preoccupante, se si considera come il fenomeno vada di pari passo con la fuga dalla Sicilia dei più preparati. Un futuro, quindi, che sembra procedere in un’atmosfera di desolazione per il mondo del lavoro, che non trova nei giovani nuova linfa e vitalità.

Sindacati: “Politiche del lavoro in panne”

“I Centri per l’impiego sono sguarniti di personale e le politiche attive del lavoro, quelle per il contrasto a povertà e disoccupazione, sono in panne”. La denuncia è della Cgil e del Nidil Sicilia che, con una nota inviata al presidente della Regione e all’assessore regionale al Lavoro, hanno contestato la mancata copertura del totale dei posti mancanti nei centri per l’impiego rilevati dal ministero del Lavoro, per i quali su richiesta della Regione il ministero stesso eroga le risorse per le assunzioni o le stabilizzazioni.
“La carenza di personale nei Centri per l’impiego – hanno confermato Cgil e Nidil – determina ricadute negative sulle procedure che riguardano l’Assegno di inclusione (Adi). Stesso problema per il Programma Gol che avrebbe dovuto inserire nel mondo del lavoro 60 mila persone e per il supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) che è bloccato a causa della mancata attivazione dei corsi di formazione. In dieci mesi di fatto le indennità percepite sono in misura del 2,3%”.

La Sicilia e il dramma disoccupazione

Una soluzione, secondo Cgil e Nidil, potrebbe essere nel “recuperare” personale con competenze acquisite per esperienze già fatte come gli ex navigator o gli ex collaboratori Anpal servizi Spa. I primi hanno superato nel 2019 una procedura selettiva assimilabile a un concorso pubblico, come conferma la giurisprudenza del Consiglio di Stato e della Corte di cassazione. Per i secondi, la procedura selettiva è avvenuta con le regole della Pubblica amministrazione, cioè trasparenza, pubblicità e imparzialità e potrebbero dunque essere stabilizzati.

Nell’attesa, l’inefficacia delle politiche del lavoro messa in atto dalla Regione negli ultimi anni è evidenziata dai dati: è l’Eurostat a dire che la Sicilia è la terza regione in Europa con il maggior numero di disoccupati, il 46,2%. Gli ultimi dati rilasciati dal sistema Excelsior di Unioncamere mostrano poi come ben il 44,4% delle posizioni lavorative disponibili nel mese di luglio 2024 siano di difficile reperimento, di cui il 15% per preparazione inadeguata dei candidati, mentre il restante 27,4%, addirittura, per mancanza di persone disponibili. Una condizione che non riguarda soltanto le posizioni che richiedono un titolo di studio elevato, ma anche per quelle meno qualificate.

I numeri più alti riguardano gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine: su 7.930 posti disponibili in un solo mese, ben il 54,6% rimarranno scoperti. Di questi, il 30,2% per mancanza di candidati. A seguire, i ruoli dirigenziali, le professioni con elevata specializzazione e i tecnici, senza copertura nel 49,9% dei casi, nel 29,5% per mancanza di candidati.

Anche per le professioni non qualificate, però, nel mese di luglio si segnalano non poche difficoltà di reperimento: con una media del 28,9%, che significa che non si trova un lavoratore su tre, si sale al 52,8% nel caso del settore delle costruzioni e al 31,7% per i servizi di pulizia. Se ci si focalizza sulle singole professioni, nel trimestre luglio-settembre 2024, i più difficili da trovare sono i medici, per i quali la difficoltà di reperimento arriva all’87,7%, quasi completamente legata alla mancanza di candidati. Al secondo posto gli operai specializzati nelle lavorazioni alimentari, per i quali si arriva all’81%, di cui 35,4% per mancanza di interessati al ruolo. Ancora, gli operai addetti alle rifiniture delle costruzioni, che non copriranno i posti disponibili nel 73,8%, considerato anche che mancano i candidati nel 45,4% dei casi. Seguono gli operai specializzati in installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche. Queste figure mancano nel 66,6% dei casi, mentre si fermano al 64% i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica.

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