Ora conviene abitare nei borghi siciliani, case a 1 euro e tasse al 7% per ripopolare la Sicilia - QdS

Ora conviene abitare nei borghi siciliani, case a 1 euro e tasse al 7% per ripopolare la Sicilia

Adriano Agatino Zuccaro

Ora conviene abitare nei borghi siciliani, case a 1 euro e tasse al 7% per ripopolare la Sicilia

venerdì 05 Luglio 2019

Dopo Salemi, Gangi, Sambuca e Novara di Sicilia, anche a Saponara in vendita le case a 1 €. Intanto dalla Regione 26 mln per la ristrutturazione e valorizzazione dei piccoli comuni

Buone nuove sul fronte della “rinascita” dei borghi siciliani. Prendono corpo tre iniziative nei piccoli comuni siciliani che vanno dalla valorizzazione dei centri storici con la vendita delle case a 1 euro, passando per i 26 milioni di euro finanziati per interventi di riqualificazione e messa in sicurezza e per approdare, infine, alla novità targata Agenzia Entrate con flat tax al 7% per pensionati che vanno a vivere nelle regioni del Sud.

Un argine concreto allo spopolamento in favore della bellezza e del vivere lontano dal caos cittadino; ora conviene abitare nei borghi dell’Isola. Il Quotidiano di Sicilia fa un excursus tra decreti e provvedimenti attuativi che potrebbero rappresentare un punto di svolta per l’economia di centinaia di piccoli centri.

“Il recupero e la riqualificazione dei centri storici minori – evidenzia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – sono tra gli obiettivi del mio governo. Dobbiamo arrestare lo spopolamento che interessa più della metà dei Comuni siciliani. Per farlo è necessario intervenire in tutti quei piccoli centri che presentano un pregio monumentale, artistico e architettonico e necessitano di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza”.

Il centro storico di Gangi

In arrivo dalla Regione ventisei milioni di euro per i centri storici dei Comuni siciliani con meno di 15 mila abitanti. L’assessorato regionale alle Infrastrutture ha pubblicato la graduatoria provvisoria. Sono oltre 140 i Comuni piccoli e di medie dimensioni rientranti nelle due linee di intervento “A”e “B” del Programma pubblicato sul sito istituzionale della Regione siciliana e sulla Gazzetta ufficiale.

Il Bando pubblico è volto alla “predisposizione di un programma regionale di finanziamento al fine di favorire gli interventi diretti a tutelare l’ambiente e i beni culturali, per la realizzazione di infrastrutture per l’accrescimento dei livelli di sicurezza, per il risanamento dei centri storici e la prevenzione del rischio idrogeologico, a valere sulle risorse FSC, nei comuni della Regione siciliana”.

Il decreto n. 1324 del 5 giugno 2019, le graduatorie allegate distinte per linea di intervento “A” e linea di intervento “B” e l’elenco degli interventi esclusi con le relative motivazioni di esclusione sono visionabili in formato integrale nel sito istituzionale del Dipartimento delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti nella sezione “Decreti del dirigente generale IMT”.

Sono ammessi a finanziamento le proposte di cui alla Linea “A” fino alla concorrenza del 70% delle risorse disponibili e di cui alla Linea “B” fino alla concorrenza del 30% delle risorse disponibili, secondo l’ordine progressivo delle rispettive graduatorie di merito e fino all’esaurimento della dotazione finanziaria, prevista dalla Deliberazione di Giunta regionale n. 101 del 27 febbraio 2018, per complessivi 26 milioni di euro.

Vediamo alcuni esempi dalla linea d’intervento “A” che vanno dai 140 mila euro richiesti a Brolo (Me) per il recupero finalizzato al miglioramento della qualità della vita e dei servizi pubblici urbani nel centro storico al milione e 423 mila euro a Polizzi Generosa (Pa) per riqualificazione, rifunzionalizzazione e restauro urbano di Largo Zingari e restauro dell’acquedotto storico.

Ad ottenere i punteggi più alti i progetti presentati all’interno del Comune di Roccafiorita, Frazzanò e Casalvecchio Siculo nel messinese per manutenzione, recupero o restauro di chiese. Per ciò che concerne la linea “B” punteggio massimo a Motta Camastra (Me), Geraci Siculo (Pa), Castellana Sicula (Pa), Troina (En) e Salemi (Tp) con lavori che nell’ordine riguardano: mitigazione del rischio idrogeologico, urbanizzazione primaria nel centro storico, messa in sicurezza di abitati, realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e ancora mitigazione del rischio idrogeologico.

Ai 26 milioni di euro in arrivo dalla Regione bisogna sommare le iniziative che negli anni si sono succedute nell’Isola per vendere e dunque riqualificare case in stato di abbandono e la tanto attesa flat tax per chi si trasferisce nelle regioni del Sud; iniziativa che si propone di intercettare un buon numero di pensionati in cerca di località appetibili sotto il profilo paesaggistico e fiscale.

Case ad 1 euro anche a Saponara dopo il successo di Sambuca di Sicilia

In Sicilia si moltiplicano le iniziative volte a dare nuova linfa vitale ad edifici disabitati, non più utilizzati o da ristrutturare nei piccoli centri.

Il comune di Gangi sta provando a trovare i proprietari dei ruderi e farà solo da garante coi nuovi acquirenti senza acquisire le proprietà.

A Sambuca si è seguito il modus di Salemi delle “case ad un euro” ma con accorgimenti diversi e una pubblicità che consentirà di comprare le case a prezzi ragionevoli.

Novara di Sicilia

A Novara di Sicilia una manciata di case sono già state vendute tra privati e sono state ristrutturate. Sulla scia del successo ottenuto da Sambuca di Sicilia anche il Comune di Saponara (Me) lancia il progetto “case ad 1 euro”.

“Il nostro obiettivo – spiega il sindaco Fabio Vinci – è ripopolare il centro storico, che negli ultimi anni ha registrato un notevole calo demografico sul modello del “Paese albergo”. Vorremmo nascano nuove attività economiche, soprattutto giovanili, e strutture ricettive, con la valorizzazione del territorio collinare e della nostra vicinanza al mare, creando percorsi naturalistici, in una logica di promozione del turismo a livello comprensoriale. Ci rivolgiamo non solo a cittadini e commercianti di Saponara, che già hanno manifestato un certo interesse, ma anche a quella fetta di turisti che desiderano stabilirsi nei borghi montani siciliani”.

Il Comune del messinese punta dunque a rinnovarsi sotto il piano turistico. L’amministrazione ha poi dichiarato di aver avviato iniziative volte alla messa in sicurezza della zona marittima e che, al contempo, ci si sta muovendo verso interventi dedicati alle zone colpite dall’alluvione del 2011.

Salemi

I problemi nell’Isola però non mancano (vedi inchiesta del QdS del 29 marzo 2019) e secondo Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale dell’associazione “I Borghi Più Belli d’Italia”, bisogna risolverne almeno due: “Centinaia di case nei centri storici cadono a pezzi ma molti proprietari deceduti non hanno fatto successione e andare a trovare gli interlocutori è difficile. L’altra questione è la rimodulazione degli estimi catastali: l’ultima casa a Novara è stata venduta a 2.000 euro; il contratto ben 4.500 euro perché in molti borghi ci sono gli estimi catastali altissimi”.

Flat tax del 7 per cento per chi rientra al Sud

Per i pensionati all’estero che rientrano nel Sud Italia le tasse sui redditi si riducono al 7%. L’Agenzia delle Entrate ha emanato il provvedimento attuativo che recepisce le direttive della Legge di Bilancio 2019 e contiene le regole per poter beneficiare del regime fiscale agevolato per i pensionati che risiedono all’estero e decidono di rientrare a vivere in Italia.

Si tratta di un incentivo voluto dal governo per ripopolare i piccoli centri urbani dei comuni del Sud Italia affetti da un’emorragia cronica di pensionati che decidono spesso di andare a vivere oltre confine dove la pressione fiscale è più bassa.

Sambuca di Sicilia

La misura contenuta nella manovra fiscale prevede sostanzialmente una tassazione al 7% dei redditi di fonte estera dei pensionati (flat tax) che hanno risieduto fuori dall’Italia negli ultimi 5 anni e che decidono di riportare la residenza in una piccola città del Sud con meno di 20.000 abitanti. Tale aliquota agevolata potrà essere quindi usufruita – spiega l’Agenzia delle Entrate – solo se il pensionato si trasferisce in un piccolo centro urbano delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. Lo scopo è quello di “favorire gli investimenti, i consumi e il radicamento nei comuni del Mezzogiorno con determinate caratteristiche demografiche, da parte di soggetti non residenti, non solo stranieri ma anche italiani, che percepiscono redditi da pensione di fonte estera”.

L’opzione per i pensionati all’estero è valida solo per 5 anni, quindi fino al 2024. ll taglio delle imposte si applica dunque per i primi cinque anni successivi al trasferimento di residenza. Per i cittadini italiani che incassano pensioni dall’estero, l’agevolazione è riconosciuta a patto di essere stati iscritti all’Anagrafe dei cittadini all’estero negli ultimi cinque anni precedenti al rientro. Al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi i pensionati trasferiti dovranno indicare i redditi prodotti all’estero sui quali intendono applicare la nuova flat tax. La tassa si paga entro il 30 giugno, data prevista per il versamento del saldo dell’Irpef, in un’unica soluzione. Tutti i dettagli sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

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