Palermo, la discarica di Bellolampo è stracolma - QdS

Palermo, la discarica di Bellolampo è stracolma

Palermo, la discarica di Bellolampo è stracolma

sabato 10 Ottobre 2020

I vertici della Rap hanno illustrato le criticità del sito puntando il dito contro la Regione. Un quadro drammatico tra differenziata insufficiente e spese in costante aumento

PALERMO – Altro giro, altra emergenza rifiuti, stavolta addirittura annunciata. Il presidente della Rap Giuseppe Norata ha convocato una conferenza stampa in fretta e furia per lanciare l’allarme sulla raccolta dei rifiuti, che nei prossimi giorni potrebbe rallentare per l’ennesima volta.

Dopo l’ultima crisi causata dal focolaio Covid-19 esploso tra gli operai della Rap, stavolta Norata ha puntato il dito contro la Regione Siciliana. “Avviso prima – ha detto – in modo che se ci dovessimo trovare con la spazzatura per strada e i cassonetti ricolmi si sappia che non è Rap ad avere generato la situazione. Da più di un anno siamo senza discarica, chiediamo a fasi alterne alla Regione Siciliana quale deve esse il destino dei rifiuti prodotti nel capoluogo”.

Il problema principale, com’è noto, è la discarica di Bellolampo, satura da tempo: “In questo momento – ha confermato Norata – non può più essere utilizzata. Abbiamo cinquemila tonnellate di rifiuti indifferenziati abbancati davanti il piazzale antistante l’impianto di Trattamento meccanico biologico, una presenza che interferisce negativamente con le operazioni di scarico dei compattatori che fanno raccolta in città. Inoltre, altre 25 mila tonnellate di indifferenziato sono nella stazione di trasferenza, un sito idoneo di stoccaggio, da sottoporre a trattamento”.

Qualcosa, dunque, come trentamila tonnellate di rifiuti ancora da trattare e trasportare negli impianti fuori provincia, con una spesa extra di milioni di euro. Fino ai primi di agosto l’azienda di igiene ambientale, su indicazione della Regione, conferiva 250 tonnellate al giorno di rifiuti non trattati a Eco Ambiente Italia ad Alcamo e duecento tonnellate a Trapani Servizi. Una possibilità che è sfumata.

Dopo l’inchiesta scattata per corruzione che ha coinvolto l’azienda Eco Ambiente Italia – ha sottolineato Norata – abbiamo dovuto disdire il contratto di conferimento che riguarda l’indifferenziato e abbiamo più volte chiesto alla Regione di indirizzarci a un altro sito, ma niente. Poi a fine agosto un incendio doloso si è sviluppato nell’impianto di Trapani e abbiamo dovuto bloccare anche là il conferimento dell’indifferenziato”.

Si potrebbe allora trovare una soluzione tampone intervenendo nuovamente sulla sesta vasca (attualmente satura) ma servono almeno sei mesi per i pareri. Per accelerare l’iter la Rap ha proposto un progetto stralcio più agile, illustrato dallo stesso Norata, “per conferire nella sesta vasca subito 25 mila tonnellate, ma potremmo arrivare complessivamente a 140 mila tonnellate con un percorso di autorizzazione ad hoc. Aspettiamo da mesi che arrivi il via libera da parte della Regione”.

“Noi non possiamo accettare – ha rincarato la dose il direttore della Rap, Roberto Li Causi – qualsiasi proposta che ci verrà avanzata dall’Amministrazione regionale, perché alcune ci fanno aumentare i costi. La soluzione stralcio che abbiamo proposto fa risparmiare due milioni dei famosi extra costi. È da giugno che chiediamo di aumentare i conferimenti altrimenti andiamo in difficoltà. Ecoambiente e Trapani servizi hanno chiuso ad agosto e abbiamo chiesto la sostituzione e invece la Regione ci ha ridato la discarica di Alcamo. Questi due impianti ci consentivano di portare fuori oltre quattrocento tonnellate di rifiuti al giorno, adesso non più”.

I costi extra ammontano attualmente a due milioni e mezzo al mese e anche col via libera al progetto stralcio “la situazione non si risolverebbe in giornata, dovrebbero dirci nel frattempo dove portare queste 400 tonnellate”, ha concluso Li Causi.

Irritata la reazione della Regione, tramite una nota del direttore del Dipartimento Acqua e Rifiuti dell’assessorato all’Energia, Calogero Foti, diffusa dall’Ansa: “Corre l’obbligo rimarcare l’urgenza e la indifferibilità che nella città di Palermo venga incrementata una raccolta differenziata delle diverse frazioni di rifiuti per favorirne la gestione separata, promuoverne il recupero e, conseguentemente, ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica. C’è la possibilità di conferimenti, previ accordi, presso la Società D’Angelo e presso la Società Ambiente & Tecnologia”, per poi “trasmettere le risultanze degli accordi stabiliti con i diversi gestori degli impianti, a seguito delle quali il Dipartimento potrà emanare un ulteriore dispositivo secondo quanto consentito dalla normativa vigente”.

Il capogruppo del M5s in Consiglio comunale Antonino Randazzo ha chiesto un confronto in Aula con l’azienda: “Non si comprende infatti se il problema sia il Tmb di Rap, che non riesce a gestire tutti i rifiuti indifferenziati che produce Palermo o se il problema sia nei rifiuti lavorati dal Tmb (sottovaglio) e la mancanza di una destinazione finale, o entrambi. Considerata la gravità della situazione e i rischi igienico-sanitari che potrebbero scaturire per i cittadini palermitani e l’emergenza in corso a Bellolampo, il Movimento 5 stelle chiederà alla prossima conferenza dei capigruppo di convocare urgentemente in Consiglio comunale il presidente Norata e il direttore generale della Rap”.

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