Palermo, commercianti disperati, “Noi in ginocchio, lo Stato non ci aiuta” - QdS

Palermo, commercianti disperati, “Noi in ginocchio, lo Stato non ci aiuta”

Patrizia Penna

Palermo, commercianti disperati, “Noi in ginocchio, lo Stato non ci aiuta”

mercoledì 29 Aprile 2020

Negozianti e ristoratori sul piede di guerra: “Così rischiamo di chiudere per sempre”. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia manifestazioni e flash-mob: “Il 4 maggio tutti in piazza”

Il nuovo provvedimento del governo sulla fase 2 non ha soddisfatto le richieste dei commercianti che, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, fanno sentire la loro voce, dicendosi pronti a scendere in piazza per chiedere al premier Giuseppe Conte di anticipare le date di apertura degli esercizi pubblici. La Confcommercio Toscana chiama a raccolta gli iscritti per il 4 maggio per chiedere un anticipo “di sole due settimane” dei negozi al dettaglio e degli esercizi pubblici.

“La necessità di una mobilitazione generale per quel giorno è fortemente sentita da tutti gli imprenditori toscani – spiega la presidente di Confcommercio Toscana, Anna Lapini -, ma anche da privati cittadini che in queste ore ci stanno manifestando la loro piena solidarietà”. Pronti a “proteste eclatanti”anche gli imprenditori umbri, secondo i quali il nuovo Dpcm “è irragionevole e produrrà danni gravissimi ad una economia già debole”. In Friuli Venezia Giulia, la Confcommercio ha lanciato una petizione online per chiedere al governatore, Massimiliano Fedriga, di “far valere a Roma le ragioni di un territorio che può e deve poter riaprire le imprese del terziario prima delle date fissate dal Governo”.
I commercianti del Lazio parlano di “una condanna a morte per migliaia di imprese”, mentre in Trentino si teme una “crisi irreversibile”. La Confcommercio di Udine ha lanciato per domani, alle 12, un flash mob su Facebook che potrebbe essere l’ultimo avvertimento al governo prima di una manifestazione di piazza.
Ieri la protesta con le luci dei negozi accese, oggi le vetrine con un manichino che indossa solo mascherina e una croce con il nastro bianco e rosso e la scritta “La colpa non è nostra”.
Anche a Palermo negozianti e ristoratori sono sul piede di guerra. Sono centinaia i commercianti che hanno già aderito all’iniziativa lanciata su Facebook.
Tanti i locali, tra pub, bar e ristoranti, hanno riacceso le luci nelle strade della movida palermitana aderendo all’iniziativa #RisorgiamoItalia, il flash mob promosso dall’associazione Movimento Imprese Ospitalità.
“Il nostro è un grido d’allarme, siamo in ginocchio e lo stato non ci sta aiutando”, ripetono in tanti. Come lo chef Natale Giunta, famoso per la sua partecipazioni a programmi televisivi, titolare di due attività nel centro della città. E ancora i gestori di locali molto noti come Balata, la Casa del Brodo, Perciasacchi.

“Ci devono dire loro come poter riaprire – sottolinea Doriana Ribaudo, ex consigliere comunale e titolare dell’Osteria Ballarò – abbiamo dipendenti che non hanno preso un euro e che sono in crisi, così come noi. Siamo al collasso ma lo Stato non ci sta aiutando. Così rischiamo di chiudere per sempre”.
C’è chi ha già deciso di farlo, dopo avere fatto i conti tra spese fisse e mancate entrate. “Ho investito tutti i miei risparmi per aprire questo ristorante – dice la titolare di Perciasacchi Renata Ferruzza – L’insegna del ristorante l’abbiamo smontata e i dipendenti sono stati licenziati. Non so cosa ci riserva il futuro, ma al momento non possiamo fare altrimenti”.
Anche i commercianti hanno aderito all’iniziativa. Già da oggi una vetrina di tutti i negozi che aderiscono alla protesta sarà fatta con il nastro bianco e rosso e un manichino con il cartello “Il Covid non è colpa nostra”.

“L’abbiamo chiamata la nostra protesta silenziosa che parte dalla Sicilia ma che vorremmo dilagasse in tutta Italia – dicono -. L’idea è quella di lasciare le vetrine così fino alla riapertura dei negozi, con l’obiettivo di ricordare a chi ci governo che fino ad ora gli aiuti per il nostro settore sono stati pari a zero”.

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