Parcheggi e movida a Trapani, monta la protesta dei residenti - QdS

Parcheggi e movida a Trapani, monta la protesta dei residenti

Vincenza Grimaudo

Parcheggi e movida a Trapani, monta la protesta dei residenti

mercoledì 29 Maggio 2024

La riorganizzazione degli stalli nel centro storico trapanese non convince i cittadini, che lamentano anche problemi di vivibilità dell’area. Il Comune replica: “Avviate azioni per decongestionare il traffico”

TRAPANI – I parcheggi nel centro storico sono stati riorganizzati e subito è scattata la protesta dei residenti, che lamentano la scarsità degli spazi loro dedicati. Nonostante gli incontri avvenuti con l’Amministrazione comunale e con l’ente gestore dei parcheggi, il piano attuato dal Comune non soddisfa per nulla il comitato centro storico di Trapani. “Abbiamo incontrato lo scorso novembre Atm Spa Trapani, grazie alla mediazione dall’assessore Rosalia d’Alì, per evidenziare la situazione critica per i residenti del centro storico – ha detto Alberto Catania, presidente del comitato -. Ad oggi, a un passo dalla stagione estiva e nonostante le nostre richieste accolte e ascoltate ormai diversi mesi fa, nulla è cambiato”.

“Anzi, l’unica novità – ha aggiunto Catania – è che la Giunta comunale, forse in accordo con la direzione della partecipata Atm (società di gestione del trasporto pubblico, ndr), ha deciso di adottare un aumento tariffario per lo stazionamento delle autovetture degli stalli blu in centro storico”. L’Amministrazione guidata dal sindaco Giacomo Tranchida ha immediatamente risposto, con un comunicato che non nasconde la sorpresa per quanto scritto dal gruppo di cittadini. “Lo stupore nasce dal fatto che – si legge – con delibera numero 100/2024 del 25 marzo l’Amministrazione comunale ha avviato ulteriori misure proprio in favore dei residenti del centro storico, riprogrammando i parcheggi per residenti e avviando azioni finalizzate a decongestionare dal traffico il centro storico”.

Secondo la Giunta Tranchida dal 30 giugno 200 posti in più per i residenti

Secondo quanto detto dall’Amministrazione, infatti, con le decisioni adottate dal 30 giugno saranno disponibili almeno 200 posti in più per i residenti. L’aumento dei costi nelle strisce blu sarebbe finalizzato a scoraggiare l’utilizzo dell’automobile, così da decongestionare il traffico, anche grazie al potenziamento del servizio di trasporto pubblico. I controlli saranno garantiti attraverso i varchi con videosorveglianza. I problemi esposti dai residenti, però, non riguardano solo la difficoltà di parcheggio.

La protesta dei residenti: “Il rientro a casa non deve essere un privilegio”

“Non vogliamo una guerra tra priorità: il centro vivo e vivibile è interesse primario di noi cittadini residenti, ma occorre una gestione integrata che consenta a tutti una fruizione funzionale degli spazi. Il rientro a casa non deve essere un privilegio, ma un diritto”, ribadiscono dal comitato, che solleva altri punti dolenti legati allo sviluppo turistico del centro storico, che tanto sta dando alla città ma che tanto sta togliendo a chi quei quartieri li vive quotidianamente. L’aumento della movida e il considerevole aumento delle presenze hanno reso la vita, secondo quanto detto dai cittadini, “un incubo”: il ritiro della spazzatura avviene ad orari impossibili. I sacchetti sono preda dei gabbiani. La notte la musica dei locali pubblici non permette di riposare.

“Le nostre richieste, le nostre proposte e le buone intenzioni dell’Amministrazione comunale – ha aggiunto il presidente del Comitato – cadono costantemente nel vuoto: abbiamo chiesto trasparenza sull’occupazione del suolo pubblico, così come chiediamo che le ordinanze sulla movida, la quiete pubblica e le emissioni sonore non siano solo proclami da inizio stagione per farci ‘stare buoni’, ma vengano fatte rispettare come dovuto”. “Per far ciò occorre che tutte le forze di polizia – ha concluso Catania – siano formate e autorizzate a procedere in caso di illecito. E che le ordinanze non vengano poi bypassate dagli stessi amministratori concedendo palchetti e deroghe, altrimenti tutto resta una pantomima che offende noi cittadini che speriamo di essere tutelati nei nostri diritti inalienabili”.

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