Il Parco delle polemiche, in gioco Isole Egadi e litorale trapanese - QdS

Il Parco delle polemiche, in gioco Isole Egadi e litorale trapanese

Vito Manca

Il Parco delle polemiche, in gioco Isole Egadi e litorale trapanese

sabato 15 Gennaio 2022

L’intesa raggiunta dai 14 sindaci non piace al sindaco di Favignana, Francesco Forgione. Legambiente Sicilia prova a mediare per trovare una sintesi e portare avanti un progetto ecosostenibile

TRAPANI – Quindici anni tra facili entusiasmi e brutte battute d’arresto. Con una legge nazionale che non lascia dubbi interpretativi: in Sicilia c’è spazio per quattro Parchi naturali. Ci sono pure nomi e cognomi: Isole Egadi e Litorale Trapanese, Isole Eolie, Monti Iblei, Pantelleria. Soltanto quest’ultima l’ha spuntata ed è Parco dal 2016. Una esperienza positiva, l’isola ne ha tratto beneficio. Il Parco chiama risorse. Difende meglio il territorio. Aiuta a costruire un progetto di sviluppo duraturo ed ecosostenibile.

E gli altri? Niente. Prese di posizione delle amministrazioni locali pro tempore, dibattito tra le forze politiche, quando ancora si reggevano in piedi, confronto tra cittadini, associazioni. Ma nulla di concreto. La legge è lì. Il Governo, negli anni, e con diverse coloriture politiche, è rimasto in attesa di un cenno. Non è arrivato. Negli ultimi giorni del 2021 – posizionandosi nell’agenda nel nuovo anno appena arrivato – ha però ripreso quota il Parco delle Egadi e del Litorale Trapanese. Per istituirlo bisogna perimetrarlo, definirne i “confini”. E qui è già cascato l’asino. Che non è quello pantesco – in via d’estinzione – che pascola sereno nella sua terra. Si tratta di metafora e di metafora politica, meglio comunale.

C’è una lettera con la firma di 14 sindaci. È stata inviata all’indirizzo dell’ex ministero dell’Ambiente, ora della Transizione Ecologica, così come rinominato dal premier Mario Draghi. Le firme sono quelle dei primi cittadini di Marsala, Petrosino, Alcamo, Mazara del Vallo, Erice, San Vito Lo Capo, Castellammare del Golfo, Calatafimi-Segesta, Trapani, Paceco, Valderice, Custonaci, Castelvetrano e Campobello di Mazara. Tutti d’accordo. Il Parco s’à da fare! C’è però un ma, pesante come un macigno. Ed è un ma che rimanda ad un’assenza pesante, quella del sindaco di Favignana Francesco Forgione. Il Parco delle Isole Egadi senza le Egadi in prima linea sarebbe più che una contraddizione. Altro che metafora, così l’asino non casca, si sfracella! Le firme dei colleghi disegnano indirettamente i confini dell’eventuale Parco. Ed a Forgione non piacciono per nulla. Territori messi assieme ma disomogenei, si fa notare dall’arcipelago. Altra nota, di non poco conto: le Egadi fanno parte della Riserva Marina Protetta più grande d’Europa. È stato definito un percorso, c’è una strategia di tutela e di crescita.

Che fine farà con il Parco? Bella domanda, sta provando a rispondere Legambiente Sicilia. Il suo presidente Gianfranco Zanna ha scritto a Forgione. Per trovare una sintesi. Per evitare che anche in questa occasione la legge del 2007 finisca per pagare pegno, rimanendo sostanzialmente sulla carta per le questioni siciliane. Zanna ha così provato a mettere qualche paletto. In qualche modo rassicurante per il primo cittadino, quanto mai preoccupato: “Legambiente – ha scritto – è contraria all’ipotesi paventata di un perimetro di Parco che vada dallo Zingaro alla Foce del Fiume Belice, comprendendo territori interni fino a Segesta ed al Bosco d’Alcamo”.

Il presidente taglia corto: “Proposta velleitaria ed improponibile”. Con l’aggravante di essere “senza alcun supporto scientifico”. Zanna si schiera con Forgione? No, media. Prova a costruire un filo di dialogo tra linee che potrebbero irrigidirsi. I 14 da un lato e Favignana dall’altro. Pone una base di dialogo: la perimetrazione proposta nel 2010 dalla Provincia regionale di Trapani. La Provincia non c’è più, c’è il Libero Consorzio. Ma va bene lo stesso, perché le carte sono sempre lì e si possono facilmente consultare.

L’obiettivo di Legambiente Sicilia è dichiarato: “Una nuova proposta condivisa”. Il presidente prova a metterci qualcosa di suo, indicando lo Stagnone di Marsala e la Riserva delle Saline di Trapani e Paceco come territori da coinvolgere, aprendo così il confronto sulla perimetrazione. Il Parco nazionale è un’opportunità e su questo ci sono poche obiezioni. Non pone nuovi divieti rispetto a quelli esistenti e che riguardano diverse aree protette del territorio che ne potrebbero far parte. Aumenta invece le possibilità d’investimento. Tra gli addetti ai lavori c’è chi fa rilevare che tra il 2019 ed il 2021 sono stati messi a disposizione dei Parchi italiani ben 275 milioni di euro per l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile e gli interventi per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Numeri importanti che rilanciano la linea di Legambiente Sicilia: bisogna mediare ed ancora mediare. Ma anche rilanciare, come ha fatto l’onorevole di “Fare Eco” Antonio Lombardo. In attesa del Parco nazionale ha chiesto al Ministero della Transizione Ecologica di prendere in considerazione l’istituzione della Riserva Marina Protetta allo Zingaro che, al momento può contare soltanto, su quella terrestre. Anche qui il tempo. Di quella via mare se ne parla da vent’anni.

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