L'amara Pasqua della maestra sospesa: "Ingiusto, è come essere messa in croce"

L’amara Pasqua della maestra sospesa: “Ingiusto, è come essere messa in croce”

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L’amara Pasqua della maestra sospesa: “Ingiusto, è come essere messa in croce”

Redazione  |
sabato 08 Aprile 2023

Allontanata da scuola con la motivazione di avere tentato di plagiare, tramite la costruzione di un piccolo rosario di perline, gli studenti di una classe non sua

Sta facendo discutere il caso della maestra di Oristano, allontanata dalla scuola con la motivazione di avere tentato di plagiare, tramite la costruzione di un braccialetto, un piccolo rosario di perline, i giovani studenti di una classe neanche sua. Ma la donna non ci sta e si difende.

“Voglio che venga fuori la verità. Sono sospesa dal 25 marzo al 15 aprile. In un momento delicato dell’anno scolastico, hanno privato delle lezioni i bambini. La scuola è la mia vita: non vedo l’ora di tornare”. Lo afferma in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, la maestra Marisa Francescangeli, che nell’Oristanese ha fatto recitare preghiere in classe, dopo la sospensione per 20 giorni. “Non volevo — sottolinea — però è un segno che mi ha dato Gesù. Quello che è accaduto è un’ingiustizia grave ed è bene che venga alla luce. Mi sento messa in croce”. “Tutti gli alunni delle mie classi sono cattolici, non c’è nessun musulmano. Non pensavo di avere mancato di rispetto né ferito coscienze o sensibilità”, continua.

Le rimostranze dei genitori

“È andata così. Insegno in quella terza. Il 22 dicembre un collega si è assentato e ho dovuto sostituirlo per un’ora – prosegue – Poco prima con i bambini della quarta avevamo costruito un braccialetto, un piccolo rosario con le perline. Avevo altre perline, le ho tirate fuori”. Gli alunni erano “tutti contenti. Prima di uscire abbiamo recitato il ‘Pater’ e l’Ave Maria’. Con il braccialetto non penso di aver fatto niente di demoniaco”. In un’intervista a ‘la Verità’, la maestra ha osservato inoltre: “Per quanto riguarda la classe terza dove due mamme si sono lamentate, non avevo ricevuto alcuna autorizzazione. Non era la mia classe, mi sono trovata lì per una sostituzione. Avevo delle perline avanzate dai lavori che avevamo fatto con una quarta e allora ho pensato di fare questa cosa, di prendere questa iniziativa di creare un piccolo rosario. Con il senno di poi, però, non lo rifarei. Ho fatto le mie scuse ai genitori che hanno protestato per l’iniziativa. Se avessi saputo che poteva dare fastidio, non l’avrei certamente fatta”.

Rispettosa degli altri

“Da persona e da insegnante, rispetto il pensiero degli altri. Non mi permetto di passare sopra o plagiare le persone. Perché mi hanno accusato anche di questo, di aver voluto plagiare dei bambini con due preghiere e un rosario – prosegue – Con i miei bambini, quando spiego, parto dalle loro esperienze, da quello che loro conoscono. È fondamentale anche nell’insegnamento, li rispetto. Cerco di capire prima quello che vogliono i bambini, perché così si sentono più interessati e coinvolti durante una lezione. Invece sono passata come la maestra che plagia i suoi alunni. Non lo voglio fare con nessuno, sono più rispettosa di tanti altri, figuriamoci se lo faccio con i più piccoli”. E una volta che sarà rientrata in classe lo farebbe di nuovo? “Certamente. Con la mia quarta, dove ho chiesto e ottenuto il consenso di tutti i genitori, io continuerò a far recitare le preghiere”, conclude la maestra.

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