Per 140 “piccoli” sindaci bonus da 668 mila euro e incrementi indiretti per altri amministratori - QdS

Per 140 “piccoli” sindaci bonus da 668 mila euro e incrementi indiretti per altri amministratori

Paola Giordano

Per 140 “piccoli” sindaci bonus da 668 mila euro e incrementi indiretti per altri amministratori

giovedì 27 Agosto 2020

Dalla Legge 157/2019 la possibilità di rimpolpare l’assegno mensile ricevuto dai primi cittadini siciliani. La norma in questione è stata recepita in Sicilia con una Circolare dello scorso gennaio, ma le risorse per tali aumenti sono a carico dei Comuni.

L’aumento delle indennità dei “piccoli” sindaci diventa realtà. Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha infatti firmato il decreto che, a seguito dell’intesa in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali, ripartisce il fondo di 10 milioni annui a partire dal 2020, istituito presso il Viminale “per concorrere – si legge nella nota del dicastero – ai maggiori oneri di spesa sostenuti dai comuni con popolazione fino ai 3.000 abitanti per la corresponsione dell’aumento dell’indennità di funzione spettante ai sindaci”.

Il provvedimento, previsto dal decreto-legge n.124/2019, convertito con la legge n.157/2019 e ora alla firma del ministro dell’Economia e Finanze Roberto Gualtieri, individua il contributo annuo assegnato ai 3.598 enti locali con popolazione fino a 3.000 abitanti delle Regioni a statuto ordinario. La misura stabilisce per i sindaci con popolazione fino a 3.000 abitanti, un incremento, a decorrere dal 1° gennaio 2020, fino all’85% dell’indennità dei sindaci dei comuni tra 3.000 e 5.000 abitanti, per un importo pari a 1.659 euro lordi mensili.

Tale norma si applica alle regioni a statuto ordinario. Per quelle a statuto speciale il decreto demanda la decisione all’Ente regionale specificando che “l’art. 14, comma 1, lettera o) del vigente statuto della Regione Siciliana che attribuisce alla legislazione esclusiva della medesima Regione la materia del ‘regime degli enti locali e delle circoscrizioni relative’ nonché gli articoli 1, 4, 5 e 6 della legge costituzionale 23 settembre 1993, n. 2, di modifica dei rispettivi statuti speciali, che attribuiscono alla legislazione esclusiva delle Regioni Valle d’Aosta, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige la potestà legislativa esclusiva in materia di ‘ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni’”.

Spetta dunque all’Ente Regione decidere se adeguarsi alla normativa nazionale adottando il provvedimento o no. E la Sicilia ha provveduto da tempo a farlo: con la circolare n. 1 del 16 gennaio di quest’anno, l’assessore all’autonomia locale Bernadette Grasso ha stabilito che il provvedimento ministeriale “in ragione di quanto rappresentato in ordine all’armonizzazione dell’impianto normativo regionale, con il recepimento dinamico della disciplina nazionale, trova, pertanto, piena e immediata applicazione anche nei Comuni dell’Isola, avendo natura, comunque, di ‘indennità massima’, così come disposto dal legislatore regionale con il comma 1 dell’art. 2 della Lr n. 11/2015 (Disposizioni in materia di composizione dei consigli e delle giunte comunali, di status degli amministratori locali e di consigli circoscrizionali. Disposizioni varie, ndr)”.

Il Dipartimento delle Autonomie locali dell’assessorato regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica conferma al Quotidiano di Sicilia che “l’indennità è già recepita, ma a carico loro (dei Comuni, nda). L’Amministrazione regionale non stanzia fondi al riguardo”. Quindi l’aumento sarebbe tutto a carico dei già poveri bilanci comunali che alla voce “spesa” dovrebbero tenere conto di 6.000 euro in più all’anno di indennità di funzione del sindaco, se si tratta di un Ente con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, o di 4.300 euro annui in più se si tratta di Comuni da 1.001 a 3.000 abitanti. Cifre che all’apparenza sembrano irrisorie, ma che per i conti di un piccolo Municipio non sono affatto tali.

Se poi moltiplichiamo quei 6.000 per i 40 Enti siciliani con popolazione fino a 1.000 abitanti e i 4.300 euro per i cento con residenti da 1.001 a 3.000 si arriva a superare abbondantemente il mezzo milione di euro (668.000 euro per la precisione).

“Così come già disposto dall’art. 3 della l.r. n. 11/2015 – si legge infatti nella citata circolare assessoriale – fermo restando che è la disciplina a livello di singolo Ente locale che specifica in concreto l’ammontare delle indennità e dei gettoni di presenza, con deliberazione della giunta municipale o del consiglio comunale, nonché con apposito regolamento, in caso di mancato adeguamento, trova, comunque, applicazione l’indennità di funzione per i sindaci dei comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti, nella misura prevista dall’introdotto comma 8-bis dell’art. 82 del D.Lgs. n. 267 /2000”. Staremo a vedere…

Provvedimenti che si estendono di rimbalzo anche ad assessori e presidenti di Consiglio

PALERMO – L’aumento delle indennità dei “piccoli” sindaci comporterà un altro aggravio sul bilancio dei Comuni che sceglieranno di adottarlo: a essere incrementati saranno infatti anche i compensi degli assessori e del Presidente del Consiglio comunali. Il motivo è semplice: i loro assegni sono strettamente correlati a quelli dei primi cittadini.

L’art. 77 del Tuel stabilisce, al comma 1, che “La Repubblica tutela il diritto di ogni cittadino chiamato a ricoprire cariche pubbliche nelle amministrazioni degli Enti locali a espletare il mandato, disponendo del tempo, dei servizi e delle risorse necessari e usufruendo di indennità e di rimborsi spese nei modi e nei limiti previsti dalla legge” chiarendo, nel comma successivo, che per amministratori si intendono “i sindaci, anche metropolitani, i presidenti delle Province, i consiglieri dei Comuni anche metropolitani e delle Province, i componenti delle Giunte comunali, metropolitane e provinciali, i presidenti dei Consigli comunali, metropolitani e provinciali, i presidenti, i consiglieri e gli assessori delle comunità montane, i componenti degli organi delle unioni di comuni e dei consorzi fra enti locali, nonché i componenti degli organi di decentramento”.

Ciò vuol dire, in soldoni, che anche i componenti di Giunta e Consiglio hanno diritto a un compenso che per i primi si traduce in un assegno mensile pari al 10 per cento dello stipendio del sindaco nei Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti e al 15 per cento in quelli da 1.001 a 3.000 residenti, mentre per i secondi – eccezione fatta per il presidente, cui è attribuita un’indennità pari a quella dell’assessore dei Cdella stessa classe demografica (art. 2 della L.r 11/2015) – in un gettone di presenza.

La Lr n. 3/2019 inoltre ha portato da tre a quattro il tetto massimo degli assessori per i Comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti. Un’altra bocca da “sfamare” insomma. A cui verrà aumentato lo stipendio.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017