Violenza di genere, per combatterla supporto psicologico e servizi - QdS

Violenza di genere, per combatterla supporto psicologico e servizi

redazione

Violenza di genere, per combatterla supporto psicologico e servizi

martedì 10 Novembre 2020

Pubblicato da Oim, Unhcr e Unicef un vademecum per sostenere le vittime in pandemia. Nell’Italia in lockdown le chiamate ricevute dal numero antiviolenza sono cresciute del 119%

ROMA – Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Unhcr (Agenzia Onu per i Rifugiati), e Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) hanno lanciato una guida per gli operatori e le operatrici impegnati in prima linea per fornire supporto alle persone sopravvissute a violenza di genere.

La Guida è stata adattata da una risorsa globale al contesto migratorio italiano, ed è particolarmente rilevante in questo momento in cui la pandemia di Covid-19 sta ulteriormente esacerbando le vulnerabilità preesistenti, tra cui quelle delle donne e delle bambine e adolescenti migranti e rifugiate.

In Italia, a seguito della pandemia, il numero delle chiamate ricevute dal numero nazionale antiviolenza e stalking 1522, ha registrato un aumento del 119% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato è in linea con i trend globali che evidenziano un’intensificazione della violenza connessa all’introduzione di misure di contenimento che hanno limitato la mobilità e aumentato il potenziale isolamento.

L’emergenza sanitaria ha inoltre reso più difficile l’accesso da parte delle donne e ragazze migranti e rifugiate ai sistemi di protezione, anche a causa di barriere culturali e linguistiche. La Guida è un vademecum delle azioni che consentono a tutti/e gli/le operatori/trici che lavorano a contatto con le vittime di violenza di essere in grado di fornire un primo supporto. In questi casi, è cruciale agire nel rispetto dei principi guida garantendo la sicurezza, la riservatezza e rispettando la dignità della persona sopravvissuta, osservando sempre il principio di non discriminazione.

Lo strumento ribadisce la necessità – in caso di racconto di un episodio di violenza – di mettere in pratica l’approccio del primo soccorso psicologico, sottolinea l’importanza della preparazione di operatori/trici, la rilevanza dell’osservazione, l’ascolto e la connessione con i servizi sul territorio. Ogni passo è illustrato in maniera specifica all’interno della Guida, accompagnato anche da consigli pratici.

La Guida contiene inoltre una scheda di approfondimento che evidenzia le connessioni esistenti tra la pandemia di Covid-19, le misure adottate per fronteggiarla e l’aumento del rischio di violenza di genere.

“La violenza di genere rappresenta una delle forme di violenza più diffuse al mondo che coinvolge individui, famiglie e intere comunità ed è frutto di dinamiche complesse. L’esperienza pratica ci ha insegnato molto sulle reali sfide sul campo nell’implementazione di politiche volte ad affrontare la violenza di genere. Una di queste sfide è quella di dedicare una specifica attenzione anche alle donne lavoratrici immigrate che, se prive di un regolare contratto di lavoro, sono maggiormente esposte a fenomeni di sfruttamento, tratta e schiavitù, di cui l’Oim è testimone anche attraverso le sue attività di contrasto al caporalato e alla tratta di esseri umani”, ha dichiarato Laurence Hart, direttore dell’ufficio di Coordinamento Oim per il Mediterraneo.

“Sappiamo che la maggior parte delle persone sotto il mandato dell’Unhcr che arrivano in Italia sono sopravvissute a violenza sessuale e di genere e che molte continuano ad essere esposte al rischio di subire violenza anche qui”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “Questo rischio è stato aggravato dalla pandemia, e pertanto insistiamo sull’importanza di garantire un accesso tempestivo a servizi adeguati, seguendo le modalità presentate in questa Guida”.

Tra le testimonianze che ascoltiamo spesso è evidente l’interconnessione tra migrazione e violenza, un fenomeno aggravato dalla recente pandemia – ha dichiarato Anna Riatti, Coordinatrice Unicef del programma per bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia -. Per questo riteniamo fondamentale che tutti gli operatori a contatto con minori e giovani siano preparati a intervenire prontamente e in maniera decisiva per fornire un concreto supporto a sopravvissuti a violenza e ai gruppi più a rischio”.

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