Pfizer Catania, futuro nebuloso. Sindacati chiedono tavolo al Mise - QdS

Pfizer Catania, futuro nebuloso. Sindacati chiedono tavolo al Mise

redazione

Pfizer Catania, futuro nebuloso. Sindacati chiedono tavolo al Mise

sabato 19 Marzo 2022

Insoddisfatte le parti sociali: “L’azienda non ha bloccato le procedure di lincenziamento”. Il 28 marzo si terrà un nuovo confronto. Scavone: “Abbiamo riaperto un confronto per trovare un’intesa”

CATANIA – Un tavolo nazionale per una dettagliata verifica del piano industriale e la conferma della continuità produttiva. Sono le richieste che Cgil, Cisl, Uil e Ugl e le rispettive sigle di categoria Filctem, Femca, Uiltec e Ugl Chimici di Catania ritengono propedeutiche a qualsiasi altro confronto sulle procedure riorganizzative aziendali dello stabilimento Pfizer di Catania.

I sindacati non sono soddisfatti

Non sono particolarmente soddisfatte le organizzazioni sindacali che hanno partecipato al tavolo regionale sulla vertenza Pfizer convocato ieri al PalaRegione di Catania dagli assessori regionali alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro, Antonio Scavone, e alle Attività produttive, Mimmo Turano.

“L’azienda ha confermato ulteriori generici investimenti sulla manutenzione – spiegano le organizzazioni sindacali – che però non garantiscono alcuno sviluppo di ulteriori linee produttive, ma non ha bloccato le procedure di licenziamento né su ciò alcuna ipotesi alternativa è stata avanzata. Mentre di certo c’è solo la prosecuzione del confronto in sede sindacale per altri dieci giorni e che il 28 marzo si sblocca all’Ufficio provinciale del lavoro la procedura amministrativa della vertenza. Che sono conquiste ottenute anche grazie alla mobilitazione dei lavoratori e del sindacato che è stato accanto a loro”.

Cgil, Cisl, Uil e Ugl e Filctem, Femca, Uiltec e Ugl Chimici di Catania ribadiscono la richiesta al Ministero dello Sviluppo economico per l’apertura di una tavolo nazionale per affrontare tutti i termini della vicenda”. “Ivi compreso – sottolineano – il piano industriale che confermi l’arrivo di nuovi prodotti e, quindi, la continuità produttiva del sito. Solo dopo potremo affrontare la riorganizzazione che propone l’azienda ma sempre a titolo volontario”.

L’assessore Scavone, però, ritiene “positivo l’esito del confronto voluto dal governo Musumeci perché, raccogliendo la disponibilità delle parti, abbiamo riaperto un percorso per trovare un’intesa. Diamo tempo ulteriore ai sindacati per rappresentare le proposte a tutela dei lavoratori e all’azienda per spiegare con chiarezza la proiezione futura degli investimenti annunciati. Poi si aprirà la procedura all’interno del Centro per l’impiego e contestualmente chiederemo l’avvio del tavolo di crisi al Ministero, perché Pfizer è una grande azienda che ha un suo progetto a livello nazionale e dentro questo contesto deve indicare chiaramente quale futuro prevede per il sito produttivo di Catania”

Il Quotidiano di Sicilia ha intervistato alcuni manifestanti presenti all’esterno del palazzo. Alessandro Sanfilippo, lavoratore Pzifer e componente di Uiltec Catania, afferma: “Chiediamo il rigetto di tutta la procedura di mobilità e successivamente, vogliamo avere chiari gli obiettivi di un piano industriale per il rilancio del sito. Si percepisce la totale assenza di volontà da parte dell’azienda, che nonostante sia in continua crescita decide di licenziare 130 lavoratori. Non dimenticando, inoltre, gli interinali che hanno già lasciato lo stabilimento di Catania. Noi ci opponiamo davanti a tutto questo. Il sindacato non ha mai abbandonato il tavolo nelle precedenti occasione e l’arroganza che ci porta ad essere così insistenti in questa situazione è perché non abbiamo un piano di rilancio industriale. Dobbiamo, quindi, pensare anche a coloro che rimarranno. In questo momento non abbiamo alcuna sicurezza sul nostro futuro. Chiediamo alle istituzioni il massimo supporto. Questa è una dura battaglia che può essere risolta soltanto al tavolo nazionale”

Gli fa eco un’altra dipendente Pzifer: “Da quest’incontro, mi aspetto dei risultati importanti. Fino ad oggi sono stati affrontati diversi discorsi senza mai trovare una soluzione. Questa, per noi, è una situazione inaspettata e molto triste. Riscontriamo tre situazioni anomali ed assurde. Da un lato, troviamo, i nostri colleghi agganciati con le agenzie interinali che sono stati mandati a casa con un semplice avviso tramite un messaggio, una telefonata o vedendosi direttamente i tesserini disabilitati all’improvviso, senza che fosse stato rispettato il termine contrattuale. Successivamente, altri nostri colleghi sono stati posti in una lista solamente a livello di posizione e di categoria. Ad oggi, dopo più di un mese, non sono stati citati i nomi di chi fa parte di questa lista. Tutto questo è inconcepibile per una multinazionale di alto livello che non trasmette una bella immagine. Tutti abbiamo il diritto di essere avvisati per tempo in modo tale da poterci organizzare e cercare un altro lavoro. Infine, ci siamo tutti noi che dovremmo rimanere ed attivarci in azienda. Non è ancora chiaro, infatti, cosa ci attende per il futuro”.

(a questo articolo ha collaborato Antonio Licitra)

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